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CHE NOIA! E NON E’ FINITA!

Age Incrocci non c’è più. Ha fatto bene Tvblog.it a ricordarlo, sia pure brevemente. Age era un mio amico, come lo è Furio Scarpelli (che si conservi ancora a lungo). Conosco quasi a memoria alcuni dei tanti loro film, ma quelli che preferisco sono “I soliti ignoti“, “La grande guerra“, “L’armata Brancaleone“, “Sedotta e abbandonata“;

15 Novembre 2005 23:00

Age Incrocci non c’è più. Ha fatto bene Tvblog.it a ricordarlo, sia pure brevemente.
Age era un mio amico, come lo è Furio Scarpelli (che si conservi ancora a lungo).
Conosco quasi a memoria alcuni dei tanti loro film, ma quelli che preferisco sono “I soliti ignoti“, “La grande guerra“, “L’armata Brancaleone“, “Sedotta e abbandonata“; ma potrei continuare, ricordando anche la preziosa collaborazione che diedero al grande Sergio Leone. Mi sono servito dei loro copioni originali, gelosamente conservati dagli aiutoregisti e dalle segretarie di edizione come se fossero vere e proprie reliquie d’arte, con gli autori in vita. Li ho usati con i miei studenti di sceneggiatura.
Mi pareva sciocco e controproducente obbligarli, cominciando, dai testi di Ingmar Bergman o di Michelengelo Antonioni, tanto per fare due esempi. Non avrebbero imparato nulla, o poco, e soprattutto sarebbero caduti nell’equivoco di considerare il cinema grande solo quando è un “cinema d’autore”, un tipo di cinema che prese piede in Francia con la nouvelle vague ed è stato imposto là e qui da noi in particolare a causa di una critica elitaria, impositiva, castigatoria. Invece, soggettisti e sceneggiatori come Age & Scarpelli erano e sono in grado con i loro lavori di far capire che tutto nasce da una struttura semplice, diretta, ma colma di idee e di trovate. I film, in fondo, si somigliano tutti. Devono articolarsi in modo da prendere al volo, conservare, scatenare le emozioni e i pensieri del pubblico; e dopodichè seguono a ben guardare la stessa strada drammaturgica, salvo poi a cambiare e a differenziarsi gli uni dagli altri secondo il talento e le scelte degli autori (che sono i registi ma che in realtà sono i maltrattati, gli ignorati soggettisti e sceneggiatori).

Persone come Age & Scarpelli, insieme o divisi, sono autentici motori di una pellicola e in molti casi andrebbero premiati loro con i riconoscimenti ufficiali nei festival, e non i registi, a cui nessuno vuol togliere il primato nelle decisioni finali sul set e in moviola.
Detto questo,vorrei usare la celebre e amata coppia per fare un salto triplo e tornare ai nostri tormentoni televisivi. E allora attenti ragazzi:è in agguato una terribile noia. Anzi, la noia è già arrivata e imperversa. Finito Rockpolitik con i numeri di Adriano e dei suoi ospiti a caccia di immagine e di recupero (tranne lo straordinario Crozza, uno dei pochi da ricordare), tutti dentro le tv sono in crisi di astinenza e non si trova il metadone.
Cascano Sacco e Vanzetti, sceneggiato un sacco ovvio; soffre Mentana che pensa di trasferirsi a fare Mitraglia al posto di Bonolis, speriamo bene; Bonolis piange tra le braccia della moglie e dei suoi bambini, ricaricandosi con il caffè tra le nuvole- scenderà? in quale tomba tv cadrà?; scalpita Tarricone che non è il Maurizio Arena o il Renato Salvatori della nostra epoca, è persino meglio ma in tv non glielo fanno dire e lo bacchettano perchè è facile con un palestrato che stupido non è o lo è meno di certi produttori, conduttori, giornalisti e critici; infine, Del Noce si ammala di stress e Vespa si cura l’influenza con il vaccino del delitto di Cogne.
Una noia tremenda. Niente più pagine su pagine sui giornali, trasmissioni contro trasmissioni, personaggi contro personaggi, polemiche, cazzi e scazzi, cazzeggi e grassazioni (rapine in cerca di sensazionalismi).
Noia sul video. Noia anche di più tra i pianerottoli fatti di righe. Uno sbadiglio continuo. Per non parlare degli sforzi della politica, dei politici e dei portavoce per gettare teste di ponte in vista della campagna elettorale: noiosi e talvolta penosi, essi incoraggiano il qualunquismo di un pubblico esausto davanti al video.
Un video in cui i volti di Ferrini, Lory, Arianna, Maria Grazia e soci compaiono da settimane su schermi enormi, a tutto studio. Vivono nell’isola e arrivano nelle case come King Kong nella città degli orrori abbarbicati come pipistrelli nelle nostre teste. E noi, piccoli uomini piangiamo la morte di Age e vedremmo volentieri commedie d’oggi scritte con la classe di Age & Scarpelli, e molti come loro. Siamo come le bionde slavate nel palmo del manone di King Kong che ci bacia, ci titilla, ci soffia un fiato orrido per asciugarci dal bagno di banalità e di nulla in cui non riusciamo a navigare volentieri.
Siamo come Jessica Lange, una bellezza in pericolo? No, stiamo peggio. Dopo un ottobre fragoroso, fragrante di profumi tossici, francamente insolito, sta per arrivare la stagione del Natale, poi del Carnevale, poi del paese elettorale. Prepariamoci con i thermos e le bombe (basta il peperoncino?) per tirarci su. La marea della noia arriva ormai alla gola; e poi?
ITALO MOSCATI