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Intervista Incrociata: Botta e risposta fra Rita Dalla Chiesa e Claudio Lippi

TvBlog ha chiesto a Rita Dalla Chiesa di intervistare Claudio Lippi e a Claudio Lippi di intervistare Rita Dalla Chiesa, dando seguito al nostro format “Intervista Incrociata”, ecco il resoconto di questa chiacchierata

di Hit
pubblicato 9 Novembre 2012 aggiornato 21 Gennaio 2021 16:36

    Intervista Incrociata

    Si incrociano nel sabato mezzogiorno televisivo, dove da una parte lui conduce la prima ora della Prova del cuoco, mentre lei porta avanti il suo impegno quotidiano con Forum, il tribunale di Canale5, da oltre 27 anni di casa nella nostra televisione. Parliamo di Claudio Lippi, in onda anche stasera in Tale e Quale Show e Rita Dalla Chiesa, che oggi si incontrano nella nostra rubrica “Intervista Incrociata”. I due conduttori, come da prassi nel nostro appuntamento, si rivolgeranno vicendevolmente 5 domande a testa. Andiamo a documentarvi, cari lettori di TvBlog, questo botta e risposta, partendo come sempre in ordine alfabetico, con le domande di Rita Dalla Chiesa a Claudio Lippi.

Rita Dalla Chiesa: Ma è vero, come si dice, che tu abbia un carattere non proprio facile? Avresti lasciato Twitter proprio perché non accettavi alcune critiche. Fino a che punto può spingersi la gente nei giudizi di merito o demerito, senza conoscerci personalmente?

Claudio Lippi: Se analizzare la realtà in modo obbiettivo e critico viene associato ad un carattere difficile vuol dire che si respira aria di ipocrisia. Per quanto riguarda twitter, ne sono uscito perché non sopporto le volgarità e le offese gratuite ed anonime. So che erano casi isolati, ma non è bastato per rimanere.

Rita: Hai educazione, fair play, ironia. E,allora, perché non riesci ad avere da tempo una trasmissione solo tua? L’arroganza e il trash hanno maggiore appeal in chi decide?

Claudio: Domanda che mi aspettavo, ma non ho una risposta. Sapessi quante volte me la son fatta anche io. Di certo, nonostante abbia sempre dimostrato grande disponibilità, fino ad accettare di condurre programmi in emergenza, non c’è stata ancora nessuna ipotesi di affidarmi un programma. Il problema forse è che si produce poco per quanto riguarda l’intrattenimento e quello che si fa di buono, lo fanno colleghi bravissimi.

Rita: Quanto sono utili o inutili gli autori di un programma? Se vinci e’ merito soprattutto dell’idea del format. Se perdi e’ colpa tua, del conduttore, che ne pensi?


Claudio: Quella degli autori è una specie da salvaguardare. Per anni sono stati utilizzati come adattatori di format stranieri e questo ha inibito la loro creatività. Circa la responsabilità del conduttore hai ragione, oggi non si fanno più miracoli come ai tempi di Mike o Corrado. L’unico modo per difendersi, è non accettare la trasmissione se non si è convinti. Certo il rischio è che non te ne propongano, ne so qualcosa…

Rita: Una donna, un tuo amore del passato, che pensi di aver sacrificato a causa del lavoro e con la quale, oggi, vorresti riprendere un dialogo e poi dimmi, come fai a svegliarti così presto la mattina, visto che i primi auguri che ricevo per il mio compleanno sono sempre i tuoi?

Claudio: La mia più cara amica è un ex moglie con la quale condivido una meravigliosa figlia, Federica, che ci ha regalato una dolcissima nipotina, Mya Summer. In un rapporto a due che si interrompe, soprattutto se si hanno figli, il sentimento si trasforma, diventa secondo me ancora più forte. Per il fatto che sono mattiniero, dico che per dormire c’è tempo e lo rimando il più possibile.

Rita: Cosa pensi di me come conduttrice e come donna? Sei anche tu dell’idea che sia una “perbenista” un po’ maestrina? O hai capito che, forse, c’è dell’altro? Che trasmissione mi faresti condurre se fossi il direttore di Canale 5?

Claudio: Io ho una smisurata stima per la donna che sei, ne consegue che apprezzo il tuo modo di condurre. Ma saresti attenta e scrupolosa qualsiasi mestiere facessi. La tua famiglia ha dato priorità alla disciplina, sei “perbene” e non “perbenista”. Ma i direttori decidono ancora che programmi fare e a chi affidarli?

    Scambio di ruoli

    E’ venuto ora il momento di invertire i ruoli, con Claudio Lippi nelle vesti di intervistatore e Rita Dalla Chiesa in quelle di intervistata, via dunque con la prima domanda.

Claudio: Il 3 settembre scorso si sono celebrati i 30 anni dal vile attentato che costò la vita a tuo papà. Quanto hai preso da lui e quanto ti riconosci in lui?

Rita: Trent’anni e sembra ieri, Claudio. Da tutti i punti di vista…Difficile pensare di non avere dentro molte delle cose che “bevevo” da lui. Il senso per la giustizia sociale, per esempio.Il rispetto per ogni opinione e ogni religione, l’amore per i Carabinieri, il bisogno di credere negli altri e di difendere le mie idee da chiunque tenti di metterci un cerotto sopra. La libertà, insomma. Certo, lui mediava e io no. Io sono molto piu’ diretta,non ho peli sulla lingua,il confronto mi serve per mettere un punto allo scontro. Sono ribelle ad alcune regole, non sopporto l’ipocrisia di alcuni ambienti, mi incasino in situazioni che poi mi si ritorcono contro, ma sempre all’interno di quella che si chiama “buona educazione”. Che, per molti, e’ buonismo, una parola che non sopporto piu’. E poi ho lo stesso suo fiuto per stanare le persone. Se incontro qualcuno che a pelle non mi piace, prima o poi salta sempre fuori il perché…Un guaio, soprattutto con gli uomini….

Claudio: La tua carriera televisiva è costellata da numerosi successi, ma indubbiamente quello più rilevante è Forum che conduci, a parte alcuni intervalli dal 1988. Qual è il segreto della longevità di questo programma?

Rita: Perché non lo vieni a condurre con me, Forum? Ti piacerebbe. È la vita di tutti i giorni che cerca di farsi strada nei meandri della maleducazione e della malafede della gente. È l’occhio nel buco della serratura dei segreti delle famiglie, dei nostri vicini di casa, delle coppie in crisi, degli abusi e dei soprusi che siamo costretti ad accettare e subire per sopravvivere. Forse è’ proprio questo il segreto del suo successo. È lo specchio di noi stessi con dietro tutti gli altri…Io mi ci diverto ancora, mi ci arrabbio, mi commuovo. Per me non è solo una trasmissione televisiva, non e’ solo il mio lavoro, ma è proprio quotidianità di sentimenti. Anche se spesso sono urlati e beceri.

Claudio: Uno dei tuoi maggiori pregi è la riservatezza, come vivi questo momento storico in cui sembra prevalere la filosofia dell’apparire piuttosto che dell’essere ?

Rita: La mia riservatezza dipende dal fatto che la mia vita privata, da mio padre in poi, e’ sempre stata sotto gli occhi di tutti. Hanno fatto scempio dei miei dolori e delle mie fragilità. Ma questo e’ il nostro lavoro e,come si dice nel matrimonio,….nella buona e nella cattiva sorte. Mi difendo come posso. E ho delle priorità che cerco di non scavalcare mai. Una di queste e’ la mia famiglia. Non ho bisogno dei “salotti”…mi basta stare con loro. Sorrido quando vedo alcune mie colleghe che girano con la guardia del corpo,traballanti su tacco 12, e piene di ciocche finte nei capelli.Convinte di essere qualcuno perche’ frequentano il prive’ dei locali, salgono sulla barca giusta, nel giro giusto,con il compagno o il marito giusto.Mi fanno tenerezza.Io giro con la mia micra rossa tutta scassata di quindici anni fa, i jeans a cui taglio l’orlo con le forbicine delle unghie, i miei maglioni al ginocchio, e sempre senza trucco. E quando vado al mare e’ per stare da sola davanti a lui.Dico sempre che vorrei vivere in un faro,e riempirlo di libri e musica.

Claudio: Da nonna grazie a Giulia che ti ha regalato un nipotino, come vedi il suo futuro ?

Rita: Penso spesso al futuro di Lorenzo…A volte mi verrebbe voglia di portarmelo via, lontano da Roma e dalla vita bastarda che e’ costretto a vivere qui. Lui, come tutti gli altri bambini.Rumori, traffico, inquinamento,scarsa educazione civica, cassonetti dell’immondizia strapieni, paura della violenza per strada, macchine e moto che corrono a mille anche dove dovrebbero andare a cinque. Quand’ero piccola io giocavamo in cortile, andavamo noi bambini a comprare latte e pane,e non c’era nessuna preoccupazione nei nostri genitori. È’ vero, ci sono i parchi, ma hai paura di tutto e tutti, anche solo della carezza di una persona gentile. Sarebbe bello vivere con un bimbo in un paese di pescatori dove si conoscono tutti. O in montagna,con i gerani alle finestre, e l’aria che sa di legna e pane. Gli stiamo insegnando ad amare la campagna, gli alberi e gli animali. Quando è nato gli ho regalato un bellissimo albero di ulivo di trent’anni, l’hanno piantato in giardino, ed e’ Lorenzo che adesso se ne occupa. E’ l’albero della pace e della vita.Se la nuova generazione dei genitori sarà cosi’ intelligente e sensibile da non lasciare i figli soli davanti a un computer, e a non volerli per forza far diventare tutti architetti, ingegneri e avvocati, ma anche agricoltori, contadini e artigiani, forse i nostri bambini un futuro migliore lo avranno….

Claudio: Se avessi la bacchetta magica e potessi esaudire un solo desiderio cosa faresti ?

Rita: Purtroppo le bacchette magiche non esistono. Se me ne arrivasse una dal cielo la userei per ridare salute e speranza a chi soffre e non vede più’ la luce “dentro”

    Grazie a Rita Dalla Chiesa ed a Claudio Lippi per aver accettato l’invito a partecipare alla nostra rubricaIntervista Incrociata.

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