Home Rai 1 “I Napoletani li riconosci dalla puzza”. La Rai sospende il giornalista del TgR, aperto un procedimento disciplinare

“I Napoletani li riconosci dalla puzza”. La Rai sospende il giornalista del TgR, aperto un procedimento disciplinare

Aggiornamento: la Rai ha sospeso il giornalista che ha firmato il servizio incriminato sul pre-partita di Juventus Napoli, andato in onda sul TgR. Ecco il testo con cui è stata resa nota la decisione: «La Rai nello scusarsi profondamente con tutti i cittadini di Napoli e con tutti gli italiani per l’inqualificabile e vergognoso servizio

pubblicato 22 Ottobre 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 00:51

Aggiornamento: la Rai ha sospeso il giornalista che ha firmato il servizio incriminato sul pre-partita di Juventus Napoli, andato in onda sul TgR. Ecco il testo con cui è stata resa nota la decisione:

«La Rai nello scusarsi profondamente con tutti i cittadini di Napoli e con tutti gli italiani per l’inqualificabile e vergognoso servizio andato in onda nell’edizione serale della Tgr Piemonte, sabato 20 ottobre a firma Giampiero Amandola, comunica che il giornalista è sospeso dal servizio e nei suoi confronti l’Azienda ha aperto un procedimento disciplinare.

Il Presidente della Rai, Anna Maria Tarantola e il Direttore Generale, Luigi Gubitosi hanno espresso il loro sdegno per l’ increscioso episodio e si augurano che gli uffici competenti applichino la massima celerità e severità nel valutare l’accaduto.

Il Direttore Generale si è scusato personalmente e a nome dell’intera azienda con il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris.

La Rai è e sarà sempre in prima fila nella lotta contro ogni forma di razzismo e la stupidità che l’accompagna».

Incidente al Tgr Piemonte nell’edizione di ieri sera. Il più banale dei servizi giornalistici si trasforma in una gaffe imperdonabile. Gian Piero Amandola raggiunge lo Juventus Stadium nell’immediato pre-partita di Juventus – Napoli e realizza una serie di interviste ai tifosi presenti, rappresentando il “pensiero” di sostenitori bianconeri e partenopei alla vigilia della partita poi finita 2-0. Nulla di più banale ed innocuo, almeno sulla carta, perché fra faciloneria e “fretta” nel montaggio viene fuori un pasticcio notevole.

Prima si dà spazio a due tifosi della Juventus che cantano “Vesuvio lavali col fuoco” (il più becero dei cori da stadio), poi ecco la frittata. Viene mostrato un ragazzo che dice: “I napoletani sono ovunque, quindi non è che possiamo considerare Nord, Centro e Sud, sono ovunque, un po’ come i cinesi”. Non si trattava della frase completa? Il taglio è evidente, ma è impossibile capire se l’intervistato avesse detto effettivamente qualcosa prima e quale fosse la domanda originariamente posta. Così quando il giornalista rivolge a se il microfono ridacchiando: “E li distinguete dalla puzza, con grande signorilità” e l’intervistato risponde: “molto elegantemente, certo” il quadro appare surreale.

Davvero un giornalista Rai ha detto che i napoletani “puzzano” e vengono “distinti dai cinesi” per questa peculiarità? Sembra incredibile, ma non ci sono elementi per affermare il contrario. Certo c’è l’ipotesi che Amandola ripeta quello che gli è stato risposto in precedenza ponendo nuovamente una domanda proprio per sottolineare l’elemento paradossale e nel contesto ironizzando per la “signorilità” di un’affermazione del genere, ma la verità non possiamo conoscerla. La percezione del telespettatore è che sia il giornalista a suggerire al tifoso che i “napoletani puzzano“, fra l’altro con un sorriso che appare complice. La reazione dei media partenopei (e finanche del sindaco De Magistris) è veemente, si parla di razzismo, di indecenza. Su Facebook spunta il gruppo che chiede il licenziamento del giornalista e raccoglie un migliaio di fan in meno di due ore.

In realtà, dal punto di vista giornalistico, il problema è un altro. Fatta salva l’incapacità dell’inviato Rai di supervisionare sul lavoro del montatore – che fa ciò che gli viene detto, se gli viene detto – (e a salire della mancata sorveglianza dei suoi superiori) è proprio il “genere” del servizio ad essere colpevolmente considerato ancora di una qualche utilità dal punto di vista dell’informazione per l’utente.

Che senso ha “andare a raccogliere gli umori” di qualche decina di persone all’esterno di uno stadio di calcio? Perché dovrebbe avere un qualche interesse per il telespettatore una sequela di fesserie da bar sport, per di più montate in questo modo a metà fra il dolo e la colpa. Il discorso si potrebbe allargare anche a quei servizi realizzati nei mercati rionali, quelli da cui si scopre invariabilmente che “signora mia non se ne può più, guardi quanto vengono le zucchine dopo l’euro“. Quando la finiremo?

Rai 1