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TelefilMito, la fase finale: ritratto di Gregory House

Eccoci giunti alla fase finale di quest’edizione di TelefilMito, che grazie ai lettori di TvBlog ha visto scontrarsi i grandi personaggi delle serie tv a suon di voti -tanti, grazie!- e commenti. Adesso entriamo nella fase più calda, quella in cui dovrete scegliere, tra i sei vincitori di altrettante categorie, colui o colei che più

13 Maggio 2008 07:04

TelefilMito House Eccoci giunti alla fase finale di quest’edizione di TelefilMito, che grazie ai lettori di TvBlog ha visto scontrarsi i grandi personaggi delle serie tv a suon di voti -tanti, grazie!- e commenti. Adesso entriamo nella fase più calda, quella in cui dovrete scegliere, tra i sei vincitori di altrettante categorie, colui o colei che più degli altri deve entrare secondo voi nell’Olimpo delle serie tv.

Una settimana di tempo per votare, durante la quale il sottoscritto e Lord Lucas vi proporranno i ritratti personali di tre personaggi a testa, per i quali diventeremo “supporter”: Lord Lucas tiferà per Lorelai Gilmore, Rory Gilmore e Dexter, mentre io punto su Gregory House, J.D. e Jessica Fletcher. Oggi tocca a Gregory House ed a me, come si evince dalla vignetta del sempre ottimo Massy, che ringraziamo per la sua collaborazione. Dopo il salto, oltre al ritratto, lo slogan scelto tra quelli che ci avete inviato: se House dovesse vincere, il suo autore si aggiudicherà un premio tutto seriale. Ma bando alle ciance: è l’ora di votare, parte la fase finale di TelefilMito!



Quante parole si sono scritte su Gregory House? Tante, forse troppe, ed ogni volta che lo si è dovuto descrivere il primo aggettivo che ci veniva in mente era “cinico”. Cinico coi pazienti, cinico coi colleghi, con le donne, con la vita. Nelle sue vene non scorre sangue, ma cinismo allo stato puro, oltre ad una buona percentuale di Vicodin. Eppure, non penso che House abbia conquistato le platee di tutto il mondo solo per questo: c’è di più.

Non è sicuramente un personaggio realista (se un dottore si comportasse come lui, sarebbe già in galera. Per un mese o due, ma ci sarebbe), quindi non possiamo tirare in ballo la storia dell’identificazione.
Non è affascinante, almeno rispetto ai suoi predecessori o contemporanei –si vedano le voci Dr. Ross di “E.R.” o Dottor Sheperd, meglio conosciuto come Stranamore, di “Grey’s anatomy”-, che ammaliano le fan coi loro sguardi più che con il loro temperamento, e nemmeno portatore di una morale condivisa o di sentimenti rassicuranti o benevoli. Insomma, a primo impatto non sarebbe una di quelle persone per cui faremmo di tutto per averla ad una festa o per intavolare un discorso. E neanche possiamo trovare il motivo della sua popolarità nella sua genialità, perché in fondo, se ci pensate, ogni personaggio telefilmico è a suo modo un eroe dalle grandi capacità. Ma allora, perché piace?

Semplice: House, a mio parere, non rappresenta ciò che siamo, ma ciò che vorremmo essere. Quante volte abbiamo sognato di mandare a quel paese il nostro capo, i nostri amici, i parenti e, nei casi più estremi, il mondo intero? E quante volte, però, non abbiamo avuto il coraggio di farlo, non abbiamo tirato fuori i cosiddetti e non ci siamo imposti con arroganza e la pretesa di voler fare a modo proprio? House lo fa. Spesso se ne frega degli altri, dando ragione solo a sé stesso e dall’unico mondo che conta: il suo. Ed è questo il motivo per cui piace, ci appassiona e ci diverte anche quando non è divertente. Ma è più lodevole il suo coraggio o la nostra titubanza nel mostrare il lato più ombroso delle nostre personalità agli altri?

Per convenzione, siamo spesso costretti a sorridere, scherzare, festeggiare ogni stupida occasione e recitare una parte. Lui scova la bugia, l’incertezza, l’incoerenza (sia fisica che umana) nascosta in amici, colleghi e pazienti come un investigatore privato. Non a caso, il suo ispiratore è stato Sherlock Holmes, il detective per antonomasia. E l’ambiente medico, nel quale è calato, mette in risalto questa sua caratteristica, dal momento che per trovare la soluzione ad una malattia ci vuole, a volte, la sincerità di mostrarsi per quello che si è e che si è stati, pena l’autodistruzione.

Certo, fossimo tutti come House, il mondo non sarebbe migliore, ma se in giro trovassimo qualcuno come lui, che ogni tanto ci tira giù dalla nuvoletta su cui viaggiamo pensando che “tutto va bene”, forse, potremo trovare una diagnosi ai nostri problemi ed una cura ai nostri mali più in fretta.

A sostenere House per i lettori, c’è Nicola, che ci scrive: Dr House: il Medico in tv è…di “Casa”.