Home Serie Tv Un passo dal cielo 2: se Don Matteo diventa un modello da imitare

Un passo dal cielo 2: se Don Matteo diventa un modello da imitare

Un passo dal cielo 2 sfrutta la popolarità di Terence Hill per una nuova serie che ha poco di diverso dal suo Don Matteo

pubblicato 14 Ottobre 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 01:01

Di questo passo, Raiuno si appoggerà per le fiction solo su Beppe Fiorello e Terence Hill. Il primo fa incetta di ascolti con le miniserie, il secondo va alla conquista dei giovedì sera autunnali. E se del primo, per ora, non si hanno tracce in palinsesto, il secondo è tornato ad allietare il pubblico con il suo “Un passo dal cielo 2”.

Ormai volto Rai per eccellenza, Hill è sicuramente uno dei motivi per cui questa fiction l’anno scorso ha avuto un ottimo successo: l’attore è diventato infatti protagonista di una curiosa operazione della Lux Vide che, furbescamente, ha proposto una fiction all’apparenza nuova, ma che altro non è che una versione ad alta quota di “Don Matteo”.

Non vi stiamo dicendo nulla di nuovo, ma dalle prime puntate di questa nuova serie possiamo averne una conferma: Terence Hill si toglierà l’abito talare per la divisa dell’agente della Forestale, ma resta sempre interprete di un personaggio rassicurante (ma anche stranamente poco loquace per essere il protagonista, che però si concede una breve scazzottata: giusto per i ricordare i vecchi tempi con Bud Spencer?) intorno a cui si radunano gli altri personaggi e le loro storie.

Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2 Un passo dal cielo 2 Un passo dal cielo 2

Tra matrimoni da organizzare, relazioni che rischiano, momenti comedy con battute telefonate e casi di puntata che fanno da collante tra una scena e l’altra, “Un passo dal cielo” non propone nulla di nuovo, anzi: lo schema è lo stesso della fiction girata a Gubbio o, se vogliamo ampliare la nostra osservazione, di buona parte delle fiction italiane.

“Un passo dal cielo 2” sarà anche un successo di pubblico, ma dispiace vedere come le idee, in Italia, vengano riciclate e ricontestualizzate senza però cambiarne la sostanza. Si tratta di un circolo vizioso per cui quello che funziona non si cambia, e se si vuole fare qualcosa di nuovo si copia quello che funzione, e quindi si cambia poco o niente.

Non bastano gli splendidi paesaggi, sapientemente illustrati dalla regia, dell’Alto Adige per convincerci che “Un passo dal cielo” meriti di essere considerata una novità: ancora una volta, la fiction italiana fatica non tanto a stare al passo con i tempi quanto, piuttosto, a trovare nuovi tempi e nuovi ritmi.


Un passo dal cielo 2

Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2
Un passo dal cielo 2