Home Serie Tv Squadra Mobile, il ritorno di Ardenzi non salva il tentativo di fare un Distretto 2.0

Squadra Mobile, il ritorno di Ardenzi non salva il tentativo di fare un Distretto 2.0

Squadra Mobile non riese a sfruttare il ritorno di Roberto Ardenzi in tv, e si ritrova ad avere situazioni scontate e personaggi poco interessanti, che non danno alla fiction il giusto ritmo, lontano da Distretto di Polizia

pubblicato 20 Aprile 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 16:00

Che strano Squadra Mobile: se il primo episodio dello spin-off di Distretto di Polizia lasciava a desiderare per trama e presentazione dei personaggi, è il secondo episodio che permette al pubblico di capire quali siano gli obiettivi degli autori.

Ci si aspettava qualche riferimento al passato lavorativo e non solo di Roberto Ardenzi (Giorgio Tirabassi), e sono arrivati nel secondo episodio andato in onda: lui e la figlia Mauretta si recano al cimitero a visitare Angela (Carlotta Natoli), si scopre che il protagonista non ha svelato alla figlia la verità su come sia scomparsa la madre, e subito dopo compare un altro volto noto ai fan di Distretto di Polizia, ovvero Parmesan (Roberto Nobile), con tanto di base musicale che richiama la sigla della fiction.

Un buon modo questo, per richiamare il pubblico che ha seguito Ardenzi nella precedente fiction, ma arrivato in ritardo: la prima puntata di Squadra Mobile, infatti, ha mostrato una trama banale e surreale, con un arresto per droga avvenuto tra la preoccupazione di Ardenzi di arrivare a casa in tempo per la festa organizzata da Mauretta ed un salto da un ponte del protagonista per salvare una donna che si era appena buttata con suo figlio. Per il resto, gli altri personaggi non hanno mostrato nulla di particolarmente interessante: da questo punto di vista, riuscivano ad incuriosire di più i personaggi di Distretto di Polizia, con i loro guai nella vita privata che finivano negli uffici del Decimo Tuscolano.

Con dei personaggi così, ne risentono i casi che, sebbene richiamino a casi di cronaca più recenti (dalla violenza sulle donne ai rapporti con minorenni), subiscono un trattamento classico e, forse, anche meno originale rispetto ad altri polizieschi. Una situazione che stride con la regia moderna di Alexis Sweet, la fotografia curata e l’attenzione per la trama orizzontale, con Claudio Sabatini (Daniele Liotti) che riserverà qualche sorpresa ad Ardenzi.

Squadra Mobile, quindi, rispetto a Distretto di Polizia ha meno fascino ed attenzione ai personaggi comprimari: non basta un personaggio apprezzato come Ardenzi per reggere una fiction, e neanche qualche riferimento buttato qua e là ai personaggi conosciuti dal pubblico. L’operazione poteva essere gestita meglio, con maggiore cura verso dettagli di una trama che sembra voler correre troppo dimenticandosi che Distretto di Polizia riusciva ad incuriosire il pubblico grazie anche alle situazioni, a volte comiche a volte no, che c’erano all’interno del Decimo Tuscolano. E poco importa se Squadra Mobile non vuole essere una copia di Distretto di Polizia: in quel caso, non si sarebbe dovuto richiamare uno dei suoi personaggi in servizio.


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