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Bob Torrent, la webseries di Maccio Capatonda per Infinity a favore del servizio on demand

Bob Torrent è una webseries con la regia di Maccio Capatonda pubblicata online da Infinity, che cerca di promuovere l’uso della piattaforma on demand

pubblicato 25 Marzo 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 16:58

La prima produzione originale di Infinity, la piattaforma di streaming on demand di Mediaset, punta a prendere in giro il suo principale concorrente: il download illegale. Per farlo, è stata realizzata una webseries che ha al centro proprio il tentativo di un produttore cinematografico di ingannare il pubblico con produzioni di bassa qualità e che ha la regia di Maccio Capatonda, uno che di web se ne intende.

Bob Torrent è il titolo della webseries, dieci puntate ideate dall’agenzia Leo Burnett, online dal 27 marzo e che vedono Maccio, come spesso accade, alle prese con l’interpretazione di alcuni personaggi. Il protagonista, che dà anche il titolo alla serie, è un produttore cinematografico che non è mai riuscito a realizzare una delle sue idee. Per questo decide di vendicarsi e, negli studi della Torrent Production produce film e serie tv di bassa qualità, da diffondere online insieme ad alcuni virus.

Il suo lavoro sarà svolto con l’aiuto dei suoi collaboratori: Licio Chiss Me (Herbert Ballerina), ad esempio, è il suo assistente, un uomo stupido e raccomandato dal padre politico; Assunta May è la stagista, donna di sessant’anni che nonostante i suoi sforzi non è mai presa in considerazione; Silvia Pelvica, invece, è la segretaria, ragazza dell’Est che non parla molto bene l’italiano e non è molto sveglia, ma riceve le attenzioni di Bob grazie al suo fisico; Pino detto Abete (Ivo Avido) è il magazziniere, personaggio coatto e scaltro; Giobbe (Daniele Grigolo, ovvero Giobbe) è il tecnico informatico, un nerd incapace.

I film prodotti dalla Torrent Production saranno scaricati da alcune persone, tra cui un ragazzo ed una ragazza che, inconsapevolmente, sono truffati da queste produzioni, trovandosi di fronte a dei finti capolavori del cinema. Capatonda ha spiegato come è stato contattato per dirigere e non solo la webseries:

“Il concept e le prime versioni delle sceneggiature sono stati partoriti dai creativi della Leo Burnett. Successivamente sono stato chiamato in causa per Macciocapatondizzare il tutto revisionando le sceneggiature e cimentandomi nella regia, oltre che in diversi cammei. Devo ammettere che il materiale era già molto comico e molto affine al mio stile. L’intento della serie è quello di ironizzare sulle difficoltà che si incontrano quando si prova a scaricare, o a guardare in streaming, contenuti audiovisivi illegalmente”.

La decisione di accettare di lavorare per Infinity il regista ed autore l’ha presa grazie alla certezza di poter lavorare in libertà:

“Io cerco di realizzare prodotti in cui credo e che mi diano la possibilità di esprimermi in totale libertà e Infinity mi ha dato questa possibilità. I creativi hanno scritto un concept perfetto per me e per il mio modo di lavorare. Abbiamo cercato di scherzare sul mondo della pirateria digitale raccontando più o meno le esperienze di tutti noi. Faccio questo lavoro per divertire ma soprattutto per divertirmi e in questa esperienza mi sono divertito tantissimo”.

L’intento della webseries sembra evidente: usare una piattaforma di streaming on demand a pagamento garantisce di non ritrovarsi con file dall’ignara provenienza, aggirando la legge. Un’operazione che cerca di promuovere il servizio streaming senza però fare la solita marchetta, usando uno dei personaggi più apprezzati da chi naviga (e scarica).