Home Festival di Sanremo Sanremo 2015, Aiart contro Conchita Wurst e Platinette: “La Rai dimentica che il Festival è per famiglie”

Sanremo 2015, Aiart contro Conchita Wurst e Platinette: “La Rai dimentica che il Festival è per famiglie”

L’Associazione dei telespettatori cattolici già critica il Sanremo di Conti: a suo avviso, la Rai sceglie male ospiti e cantanti.

pubblicato 15 Febbraio 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 18:57

Update 14 febbraio: Grazia Di Michele e Mauro Coruzzi sono arrivati in finale e hanno così potuto mostrare la sorpresa tanto ‘temuta’ alla vigilia. La Di Michele ha indossato uno smoking. Quanta trasgressione. Se poi ci mettiamo il tatuaggio a tutta schiena che Conchita Wurst ha dedicato alla mamma siamo a posto.

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Sanremo non sarebbe Sanremo senza polemiche e anche nell’edizione della ‘medietas’ conclamata di Carlo Conti c’è posto per qualche critica. Ad aprire le ostilità, neanche a dirlo, l’Aiart, l’Associazione dei telespettatori cattolici, sempre in prima linea a cercare del ‘marcio in Danimarca’. A meno di una settimana dal Festival di Sanremo 2015, su Rai 1 dal 10 al 14 febbraio, il suo presidente prende carta e penna per segnalare alle agenzie di stampa che molti telespettatori cattolici sono già in protesta per la presenza di Conchita Wurst a Sanremo.

“Anche quest’anno abbiamo ricevuto moltissime segnalazioni di protesta relative all’imminente Festival di Sanremo. La decisione d’invitare tra gli ospiti la drag queen Conchita Wurst che riceverà un lauto compenso, si parla di 120.000 euro, dimostra per l’ennesima volta come la RAI, anziché investire sulla qualità delle canzoni in gara e su una struttura della trasmissione più agile, si ostini a sperperare denaro pubblico, proprio nei tempi in cui gli utenti vengono invitati a rinnovare il pagamento del canone, con ospiti di dubbia qualità”

si legge nella nota stampa diffusa anche sul sito dell’Associazione.

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Ora, anche ammesso che in “moltissimi” sappiano davvero chi sia Conchita Wurst – nonostante la diretta su Rai 2 in prima serata della finale dell’Eurovision Song Contest 2014, vinto dalla Wurst la scorsa primavera, e l’intervista di Massimo Giletti in una recente domenica pomeriggio – resta il fatto che l’Aiart giudica eccessivo il cachet di 120.000 Euro che sarebbe destinato alla cantante.

La cifra, però, è stata rapidamente smentita dalla Rai. Stando alle dichiarazioni raccolte dall’agenzia AGI, infatti, ci sarebbe uno zero in più nel cachet criticato dall’Aiart. In tutto, per la Wurst sarebbe previsto un compenso di 12.000 €. Cachet o spese di ospitalità? Non è dato saperlo. Comunque sia una cifra decisamente inferiore a quanto ‘demonizzato’ dall’Aiart.

Ma la questione, si sa, non è solo economica. E’ di principio. Perché invitare una ‘drag queen’, come la definisce l’Aiart, nel programma più nazional-popolare della Rai? Non basta la presenza di Mauro Coruzzi, in arte Platinette?

Sanremo-2015-Polemiche-Mauro-Coruzzi_Platinette

Eh sì, perché la nota stampa del presidente dell’Aiart prosegue chiamando in causa proprio Plati, in gara tra i Big con Grazia di Michele

“Se a questo si aggiunge la presenza in gara di Mauro Coruzzi, conosciuto al pubblico come Platinette, che ha già dichiarato che una sera si presenterà vestito da uomo e una sera da donna, con ‘sorpresa finale’ nel caso del passaggio in finale, si ha l’impressione che l’azienda di Stato abbia dimenticato che il festival è nato come programma per tutta la famiglia: un tempo lontano, quando il festival faceva conoscere differenti generi musicali. Ora, purtroppo, soltanto l’ideologia gender e il solito, stucchevole, gossip!” (sic!).

Ebbene, caro Carlo Conti sappi che il tuo Festival di Sanremo è ispirato solo dal gossip e “dall’ideologia gender”. Immagino che con ‘gossip’, l’Aiart si riferisca ad Al Bano e Romina, sposati e poi divorziati, con Al Bano che ha avuto altri figli convivendo more uxorio con una compagna che non ha ancora impalmato e che gira il mondo con la sua ex. Beh, proprio una ‘brutta storia’ da portare in prima serata su Rai 1…

 

P.S: Al Bano, si scherza. Noi almeno.

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