Home Notizie Brutti di notte: il Blob di Dagospia fa satira sulle facce vip da funerale (e “ruba” spezzoni di Rai1)

Brutti di notte: il Blob di Dagospia fa satira sulle facce vip da funerale (e “ruba” spezzoni di Rai1)

D’Agostino racconta la Roma Cafonal a Brutti di notte, da mercoledì 14 gennaio 2015 alle 23.10 su Agon Channel. La recensione della prima puntata su TvBlog

pubblicato 15 Gennaio 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 19:51

Agon Channel va presa così com’è. Con le sue grandi contraddizioni, i suoi programmi al confine tra grandi poveracciate e capolavori di arte povera incompresi, i suoi conduttori a un bivio tra grandi rilanci e tristi retrocessioni, il suo palinsesto combattuto tra il velinismo del Biscione e l’ermetismo di RaiTre.

Se Contratto di Sabrina Ferilli, aprendo con l’intervista a Veltroni, già anticipava una voglia di impegno, Belli di notte si pone come la versione cafonal di Blob. Anziché fare il verso a quanto di assurdo ci propina la tv, critica il sistema della Roma godona dall’interno, mostrandoci senza commento le sue peggiori ipocrisie. E lo fa brutalmente, selvaggiamente, saccheggiando qua e là come se niente fosse spezzoni di Canzone su Pino Daniele da Rai1 (di cui si è visto anche il logo).

E, soprattutto, violando ogni privacy nel propinarci diffusamente le immagini dei recenti funerali romani, quello del regista Francesco Rosi e del cantante napoletano. Che senso aveva rispetto alla mission del programma, quella di irridere gnocca-party e abbuffate romane, mostrare bare a cielo aperto in pieno giorno?

Abbiamo visto le meste facce di circostanza dei nuovi Re di Roma, da Pietro Valsecchi a Nicola Piovani e Massimo Ghini, passando per la passerella istituzionale del Presidente del Senato Grasso fino all’arrivo in carrozzella di Franco Zeffirelli (su cui non si dovrebbe fare satira più o meno involontaria, mettendolo nel tritacarne generale). Tutte figurine, tutti complici – visti da fuori – di un gioco delle parti pari a quello di corte, ma nell’evidente totale inconsapevolezza di essere sbattuti in onda.

Agon ci proietta questa recita di società senza filtro, con il logo di Dagospia fisso e il sottotitolo “un programma di Veronica di Soldà” ricorrente come se si trattasse della nuova Wertmüller.

Il sito di Roberto D’Agostino ha dimostrato, così, di produrre contenuti televisivi a costo semi-zero (come, peraltro, fa Dagospia), onorando fino in fondo la filosofia low-cost dell’editore Becchetti e regalando alla tv albanese una seconda serata dal sapore anarchico.

Al di là dell’apprezzato citazionismo cinematografico, Brutti di notte è un non-programma, La grande bellezza wannabe di Roberto D’Agostino (che purtroppo è stato fregato da Sorrentino). Ambizioni di denuncia sociale a parte, Brutti di notte è brutto perché più sgranato di un video amatoriale su Youtube, realizzato senza alcuna cura. Crudo alla visione, come i suoi contenuti. Ma anche come la tv che sa rubare solo dal web, senza adattarlo opportunamente al mezzo televisivo.

Brutti di notte, la prima puntata su Agon Channel


Su Agon Channel arriva stasera, mercoledì 14 gennaio alle 23.10 in prima tv assoluta, Brutti di notte, il cafonal-show di Dagospia, ideato e realizzato da Roberto D’Agostino. Su TvBlog recensiremo la prima puntata al termine.

brutti di notte agon channel

Ogni giorno Dagospia, col titolo di Cafonal, celebra il rito dell’Italia cafona. Che s’ingozza, che balla, che si rifa la faccia, attovagliata alle feste che accadono sul palcoscenico della Roma Godona. Nel programma D’Agostino e la redazione di Dagospia proporranno settimanalmente il meglio del cafonal italico, a cura di Veronica Del Soldà con i suoi reportage di iperrealismo pop.

D’Agostino commenta così la sinergia con il canale italo-albanese:

“Il mondo di Dagospia e quello di Agon Channel si incontrano in Brutti di notte, il cafonal televisivo che porta sugli schermi gli intrecci della politica e dello spettacolo di quello che, visto dalla Luna, sembra un Paese in cui potrebbero comandare i Simpson. Visto dal buco della serratura, si è indecisi se chiamare i carabinieri o gli infermieri”.