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Report contro Gucci, il comunicato dell’azienda e la replica di Milena Gabanelli

Report si introduce nella filiera produttiva di Gucci grazie alla segnalazione di un artigiano pellettiere toscano e mostra cosa avvenga realmente per l’assemblaggio delle costose borse.

pubblicato 22 Dicembre 2014 aggiornato 2 Settembre 2020 20:34

UPDATE 22 Dicembre 2014, ore 16.00
È arrivata con qualche ora di ritardo la dichiarazione di Gucci dopo il vespaio di polemiche sollevato dall’inchiesta di Sabrina Giannini di Report sul sistema della filiera produttiva dietro le celebri borse di lusso: l’azienda di proprietà del gruppo Kering ha stigmatizzato il comportamento dei giornalisti di Report, dissociandosi da modi e contenuti nella realizzazione del servizio.

Gucci si dissocia nel modo più assoluto dai contenuti e dalla forma del servizio mandato in onda domenica 21 dicembre da Report. Telecamere nascoste o utilizzate in maniera inappropriata, solo in aziende selezionate ad arte da Report (3 laboratori su 576) non sono testimonianza della nostra realtà.

Gucci ribadisce fortemente la correttezza del proprio operato impegnandosi a rendere sempre più efficaci le azioni conseguenti alle ispezioni, che saranno sempre più numerose. Quanto alla signora Gabanelli, non ha mai posto a Gucci alcuna domanda pertinente su quanto da cinque mesi stava girando.

Immediata invece la controrisposta di Milena Gabanelli, che ha ribattuto punto per punto alle obiezioni sollevate da Gucci con una nota affidata al Corriere della Sera della quale vi riportiamo alcuni stralci (qui per leggere la risposta completa di Milena Gabanelli a Gucci):

Più che dissociarsi Gucci dovrebbe ringraziarci, per aver documentato e denunciato quello che avrebbero dovuto fare i loro ispettori. […] Sul tema dei controlli a Gucci è stata fatta richiesta scritta di intervista, ma hanno preferito declinare. La sottoscritta ha anche posto una domanda pertinente, sempre per iscritto: «A quanto ammonta il Made in Italy che viene fatturato in Italia e quanto esportato alla Luxury Goods (Svizzera) o comunque all’estero». La loro risposta è stata: «Il dato non è pubblico». Certo è meglio che non si sappia fino a che punto convenga all’Italia essere una “colonia” francese che non deve andare in Cina per produrre a basso costo il prestigioso “Made in Italy” grazie ai mancati controlli e ai prezzi sotto il limite che stanno riducendo alla fame i “maestri artigiani”, come li pubblicizza Gucci.

Via | Fashionblog

Report contro Gucci, il sistema cinese dietro gli artigiani italiani

Report contro Gucci: dopo Moncler e i piumini di lusso, Milena Gabanelli e i suoi moschettieri (ci passi l’espressione romanticamente letteraria) sono andati a verificare cosa avvenga nella filiera produttiva delle borse di un altro marchio di lusso della moda italiana.

L’inchiesta di Sabrina Giannini andata in onda su Rai 3 il 21 Dicembre 2014 si è svolta nel corso di cinque mesi di controlli e informazioni: l’inizio risale a giugno, quando un artigiano pellettiere toscano, Aroldo Guidotti, contatta la redazione per segnalare il “sistema cinese” che si nasconde dietro il mondo del fashion retail di lusso, occultato tra le maglie larghe della legislazione e dei controlli di chi dovrebbe farla rispettare.

Tra profitti a tutti i costi, manodopera a prezzi bassissimi e prestanome italiani costretti ad accettare commesse e contratti ribassati per poter lavorare, ciò che indigna maggiormente è il comportamento dei vertici dell’azienda di proprietà del gruppo Kering comandato da François-Henri Pinault, associato a quello degli ispettori del lavoro e della Finanza italiani, che controllano sommariamente la filiera produttiva del lusso di Gucci.

Una borsa Gucci da 830 euro in negozio viene prodotta per soli 24 euro dai pellettieri fiorentini; il costo della produzione, originariamente sopra i 30 euro per assemblaggio e tintura, è stato ulteriormente abbassato dopo l’arrivo di manodopera cinese a bassissimo costo e orari di lavoro che superano le 12 ore giornaliere, naturalmente in nero, e che consentono l’abbattimento dei costi di produzione.

Ciò comporta lo strangolamento decisivo dell’artigianalità tutta italiana di cui si fregia Gucci, con i pellettieri costretti ad accettare condizioni contrattuali quasi da fame in barba alla tanto sbandierata certificazione SA8000, che dovrebbe garantire l’eticità e la sostenibilità della produzione di casa Gucci. Ma i controlli sono fatti sommariamente, come ha dimostrato l’artigiano toscano durante un colloquio con gli ispettori del lavoro, dell’Inps e della Guardia di Finanza.

Aroldo Guidotti ha denunciato persino se stesso pur di portare l’attenzione ai subappalti.

AG: Avete mai provato a entrare nelle aziende e a chiedere come lavorano i cinesi? Vai là e chiedigli come lavorano.
Ispettori: Non c’è bisogno.
AG: Ai vostri capi che dite?
Ispettori: Quello che vediamo.
AG: Se io ti dico come lavorano loro, secondo te come lavorano loro? Io ho dichiarato a suo tempo che ho assunto cinesi a 4 ore, perché me lo hanno consigliato… imposto… io l’ho dimostrato che erano a 4ore. Perché non sono stato sanzionato?

Gucci non ha ancora replicato alle richieste di contraddittorio avanzate da Report.

Report contro Gucci, puntata 21 Dicembre 2014: anticipazioni

Report affronta nuovamente il tema della moda e nell’inchiesta Va di Lusso si occupa di verificare la veridicità delle certificazioni produttive di etica e sostenibilità del marchio Gucci simbolo del cosiddetto Made in Italy. Cosiddetto, appunto, perché nella puntata del 21 Dicembre 2014 di Report l’inchiesta di Sabrina Giannini porterà i telespettatori a vedere quanto e come i grandi gruppi capitalisti come Kering, che detiene le quote di Gucci, approfittino della legislazione per arginare il problema di pagare adeguatamente l’impiego degli artigiani italiani, costretti a fare da prestanome a più appetibili ed economici “soci occulti” cinesi che subappaltano le commesse a prezzi stracciati.

Report contro Gucci, come vederlo in tv e streaming

Report va in onda su Rai 3 a partire dalle 21.45, dopo il consueto appuntamento con Fabio Fazio e Che Tempo Che Fa: la Rai mette a disposizione lo streaming ufficiale all’indirizzo Rai.tv (basta cercare “Dirette” e selezionare “Rai 3”).

La puntata è poi disponibile integralmente sul sito di Report e su Rai Replay.

Report contro Gucci, second screen

Il sito ufficiale della trasmissione di Milena Gabanelli è Report.Rai.it dove si possono trovare tutti i contenuti delle puntate in corso o precedenti; per quanto riguarda la moda, vale al pena ricordare la recentissima inchiesta di Report sui piumini Moncler che ha sollevato notevoli polemiche e dibattiti anche in ambito extramodaiolo.

L’hashtag Twitter per seguire la trasmissione è sempre #Report e il profilo ufficiale è naturalmente @reportrai3.

Per questa serata, visto il coinvolgimento di una grande azienda di moda, sarà possibile utilizzare anche #Gucci o #Madeinitaly come hashtag di indicizzazione.


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