Home Forum Barbara Palombelli a Tv Talk risponde a Blogo: “Sto bene dove sto. Forum lo vedono anche al Quirinale”

Barbara Palombelli a Tv Talk risponde a Blogo: “Sto bene dove sto. Forum lo vedono anche al Quirinale”

La conduttrice di Forum ospite di Rai Tre per parlare di giustizia e cronaca in tv, dal caso Corona alla morte di Loris Stival.

pubblicato 6 Dicembre 2014 aggiornato 2 Settembre 2020 21:08

Barbara Palombelli a Tv Talk di sabato 6 dicembre 2014 risponde alla domanda scelta dalla redazione del programma tra quelle proposte dalla community di Blogo.

Si punta su quella di Luke92: “Lei che a Forum spazia da temi più leggeri a più impegnati, ha mai pensato di condurre un programma della tv del pomeriggio o della domenica?”.

Secca la risposta della Palombelli:

“No. Quest’anno ho fatto uno speciale di Forum di domenica per i 30 anni, ma io sto bene dove sto. E poi io vivo alla giornata. Una cosa è certa: non ho l’ossessione della prima serata”

risponde la giornalista, che vanta tra i suoi telespettatori il Presidente Napolitano, come racconta in trasmissione ricordando di quando il Capo dello Stato si ‘lamentò’ di perdere il filo quando le voci dei partecipanti si sovrappongono. E poi snocciola non senza orgoglio i risultati di ascolto:

“Fino a oggi abbiamo superato Rai 1 26 volte nella fascia 11-13”

ed è il dato che puù inorgoglisce la conduttrice. Questo, e anche il mancato ‘scoop’ di Striscia la Notizia, andato a indagare se i casi di Forum fossero reali, al netto della ‘messa in scena’:

“Da quando ci sono io in redazione, conserviamo tutte le mail sui casi che poi portiamo in onda. Sono tutti reali, anche se talvolta modifichiamo l’ambientazione: ricordo ad esempio il caso delle proteste di un condominio contro la concomitanza di un sexy shop e di un pompe funebri l’uno accanto all’altro. Abbiamo ambientato la storia in Sicilia, ma in realtà le due attività si trovano sotto casa di un nostro autore a Roma. Così come è vera la storia della ragazza, naufraga della Concordia, che ha portato in tribunale la madre perché ha speso tutto il risarcimento della Costa Crociere. In molti ci hanno scritto che la storia non era credibile. E’ invece è tutto vero. La realtà supera la fantasia. Neanche Striscia ha potuto trovare nulla”.

Barbara Palombelli Forum

 

Lei, conduttrice e giornalista, viene subito chiamata a dare un’opinione sul ‘caso d’Urso e Ordine dei giornalisti:

“Io penso che a tutti sia consentito condurre, fare domande e fare interviste e mai mi sentirei di sottoscrivere una denuncia del genere. Anche perché ormai se si vedono i blog, internet … sono tutti giornalisti….”.

E a proposito di giornalisti, la discussione verte per buona parte della puntata sul trattamento tv della cronaca nera e sul caso ‘di punta’ della settimana, l‘omicidio di Loris Stival. La Palombelli, che di cronaca nera ne mastica da tempo in qualità di ospite di Quarto Grado e di trasmissioni similari, non può che sottolineare come sia cambiato negli ultimi anni il ruolo stesso della tv nelle indagini e nei processi:

“Oramai l’indagine è ‘social’, collettiva. Ormai 60 mln di italiani partecipano a queste inchieste e queste inchieste vengono fatte sempre di più con le telecamere dei condomini, delle cittadine in cui si svolgono i crimini. Difficile fare un passo indietro. Nei processi ormai si usano come materiali le interviste fatte dalla tv, per la tv”.

Proprio l’ostinazione di certi programmi ha portato alla risoluzione di casi altrimenti destinati all’oblio:

Il caso di Elisa Claps è emblematico. Non sarebbe stato risolto se non ci fossero stati i mastini in tv a stanare i colpevoli (e il riferimento a Chi l’ha visto? che ha inseguito la verità per anni mi sembra evidente, anche se non esplicito, ndr). Poi magari lo si fa per ascolti, ma non hanno mollato mai. Lo stesso per il delitto Filo della Torre che puntualmente è stato riaperto dalla tv e alla fine si è arrivata alla riapertura dell’indagine che ha portato poi all’individuazione del colpevole”.

 

“Viva la faccia del giornalismo investigativo, insomma”

chiosa la Palombelli pur non nascondendo le difficoltà che casi come quello di Loris pongono alla costruzione del racconto televisivo. Mentre Massimo Bernardini si appella all’etica del giornalismo, Freccero analizza con cinismo – e con la sua cifra ironica – quanto ormai il sistema del racconto ‘crime’ sia imbevuto di tv e quanto chi fa tv sia dentro il meccanismo, a ogni livello:

“Massimo, tu hai sempre questo atteggiamento morale ed etico. Ma devi capire come è cambiata la tv. La televisione ti mangia sempre. Massimo, non puoi fare il Papa e stare sempre fuori dalla tv. E’ molto facile la tua posizione aristocratica, moralistica”.

mafia_capitale_roma_intercettazioni

Il racconto dell’attualità ha avuto in settimana anche un’altra protagonista oltre alla morte del piccolo Loris, ovvero l’inchiesta Mafia Capitale. La Palombelli, da romana (e forse anche un po’ da ex First Lady capitolina) la ‘butta’ un po’ in polemica, a difesa sia della ‘politica’ – sempre più esposta ai e dai media rispetto ai poteri economici – che della provenienza geografica, con Roma e Napoli ‘vittime’ preferite delle grandi narrazioni criminali.

“Ecco, io su questa cosa vorrei puntualizzare. Abbiamo sentito le intercettazioni dell’inchiesta romana. Ecco, io vorrei sentire anche le intercettazioni sull’Expo, di MontePaschi, della Carige, Noi romani, come i napoletani, offriamo sempre espressioni buone per i film e le fiction. Però per avere un quadro economico degli scandali, fatevi il conto di quello che esce da Roma, moltiplicatelo per mille e avrete gli altri casi. Quando ci sarà una fiction sull’ufficio vigilanza della Banca d’Italia ne riparliamo. Io non ho mai sentito intercettazioni sulle banche o sugli scandali finanziari”

rivendica la Palombelli.

La risposta la dà Freccero:

“Perché lì c’è il potere. Il potere è invisibile. Se è visibile non è potere”.

E ricollegandosi, quasi a ‘smentire’ le parole della Palombelli, sulla fiction Qualunque cosa succeda – Giorgio Ambrosoli, Freccero chiude con una lezione di tv:

“Se fossi stato ancora direttore di una rete o autore di un programma, io avrei invitato il figlio di Ambrosoli il martedì, proprio il giorno in cui è scoppiato il caso di Mafia Capitale per ripartire da lì e per raccontare come i fatti di 35 anni fa fossero il prologo di quello che è accaduto oggi”.

Chapeau.

 

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