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Tv2000, Paolo Ruffini a Blogo: “Gli ascolti arriveranno. Cercheremo di innovare nel linguaggio”

Paolo Ruffini, direttore di Tv2000, presenta la nuova stagione televisiva 2014 – 15

pubblicato 22 Ottobre 2014 aggiornato 2 Settembre 2020 22:57

A margine della conferenza stampa di presentazione della stagione 2014 – 15, abbiamo intervistato il direttore di Tv2000, Paolo Ruffini, per farci raccontare il “nuovo corso” della sua carriera a capo della rete della Conferenza Episcopale Italiana.

Salve Direttore, un primo bilancio dal suo insediamento…

Sto qui da così poco tempo che mi sembra prematuro. Personalmente sono molto contento di questa mia scelta. Per fare un bilancio bisogna che questo cammino, che abbiamo appena intrapreso, sia condiviso dai telespettatori. Credo che la cosa più bella che posso sottolineare è che le piccole cose che abbiamo già fatto, e quelle che abbiamo messo in cantiere, incontrano una grossa attesa e profondo interesse: voglio citare LampeduSAni o o il film sugli scout. Abbiamo già cambiato il palinsesto con uno spostamento di alcune prime serate per stabilire un ordine. Ad oggi ci sono già dei segnali positivi. Il bello comincia adesso.

Puo’ svelarci magari i retroscena della chiamata da parte dei dirigenti di Tv 2000 e soprattutto chi l’ha spinto ad accettare questa proposta…

E’ molto semplice. Stavo, verso marzo, in vacanza in una favela brasiliana con mia moglie, ospite di un amico. Dopo due settimane dal rientro in Italia, ho sentito Don Domenico Pompili. Abbiamo parlato di questa possibilità. La cosa più bella per un direttore è quella di lavorare per un’opera nascente o che cresce, lavorare per un editore che dà senso al suo mandato, per me, è stata quasi una cosa naturale buttarmi in questa nuova avventura.

C’è già la sua impronta nel palinsesto presentato oggi?

E’ un lavoro collettivo, penso di essere uno discretamente bravo a fare squadra e cercare di fare in modo che l’impronta sia del gruppo. Nello specifico, è fatta da me, Lucio Brunelli, Lorenzo Serra, Alessandro Sortino e tutti quelli che lavorano a Tv2000, a quelli che ci lavoravano o che sono arrivati in questi giorni e altri, spero, si aggiungeranno.

Da veterano, avverte l’ansia degli ascolti?

Non l’ho mai avvertita in nessuno dei lavori che ho fatto. Pur considerando gli ascolti una parte fondamentale, l’ansia da ascolti crea mostri, induce a drogare qualcosa per ottenere un risultato. Gli ascolti, secondo me, arrivano, quando un prodotto è buono. Siamo convinti che dobbiamo fare ancora tanta strada… l’ansia puo’ essere provocata dalla distanza tra l’essere ed il voler essere nel linguaggio, nei fatti che raccontiamo, poi siamo convinti che gli ascolti arriveranno. Il senso del nostro lavoro è dato dal contenuto.

Hai già in mente qualcosa per fidelizzare maggiormente il vostro pubblico e catturare nuove fette di telespettatori?

Siamo partiti proprio da questo presupposto. Avremmo potuto fare un programma evento ma avrebbe, forse, danneggiato la nuova immagine della rete. Noi stiamo lavorando sul già costruito. Non si buttano mai le cose che si ereditano. Sono sempre un valore come i nostri telespettatori. Abbiamo lavorato sul day time, rafforzandolo, innovandolo nel linguaggio e nella sequenza degli appuntamenti. Cercheremo di avere nuovi spettatori senza perdere i vecchi. Aumenteremo i gradienti di innovazione, nella prima serata, nel pomeriggio, nel weekend. Incontreremo nuovi compagni d’avventura anche in grado di essere una calamita di nuovi ascolti. L’aver cambiato porterà nuova gente a vederci e, perché no, magari a lavorarci.

Il palinsesto di rete, così come è stato presentato, si configura come un tipico esempio di tv generalista di nuova concezione. Ha pensato a inediti connotazioni a livello contenutiscio o dialettico per distinguersi dalla massa?

E’ una tv, che volendo essere per tutti, si pone il tema del generalismo. Si pone, pero’, molto il tema dell’innovazione del linguaggio. Non a caso, abbiamo Alessandro Sortino. Parte dalla religione per finire all’attualità. Cercheremo di innovare tantissimo nel linguaggio. Non vogliamo pensarci come una nicchia (una televisione a tematica religiosa).

A distanza di mesi, si puo’ sapere come si sono conclusi i rapporti lavorativi con La7?

In maniera serenissima. Ho conservato un buonissimo rapporto con il mio ex Editore Urbano Cairo e tutti i colleghi. Nella mia carriera, ho cambiato davvero tanto… quest’avventura mi coinvolgeva personalmente molto… non vuol dire che è sorta una forma di disamore per le mie esperienze precedenti sia in Rai, sia a La7.

Pero’, dopo la sua uscita di scena, La7 è rimasta senza direttore con Mentana investito, anche se non in maniera ufficiale, di un doppio ruolo:

Non credo che sia così. Penso che ci sia un Editore molto presente che gestisce direttamente la rete.

Quale è l’obiettivo a medio-lungo termine da raggiungere come direttore di Tv2000?

Non mi sono dato un obiettivo di share, perché vogliamo innovare nei contenuti e nei linguaggi con un approccio editoriale, che è quello della Chiesa cattolica, di un Cristianesimo, che, oggi, forse è la punta più avanzata del pensiero sociale (e non solo religioso).

Con questi cardini (ascolti soddisfacenti, contenuti, budget, linguaggio innovativo) è possibile fare tv di qualità ai giorni nostri?

Poco budget, aggiungerei. Questa è la complessità ed io mi auguro che, ben presto, possano aumentare le risorse grazie ad investimenti pubblicitari maggiori che non abbiamo adesso. Spesso, è anche vero che la mancanza di risorse stimola l’innovazione. Quella più grande avviene durante la crisi.

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