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Andrea Vianello a Blogo: La mia Rai3, Ballarò, Giannini, Floris e la Guzzanti

L’intervista ad Andrea Vianello

di Hit
pubblicato 9 Ottobre 2014 aggiornato 21 Gennaio 2021 17:17

Da due anni dirige la terza rete del servizio pubblico radiotelevisivo. Fra sperimentazioni e punti fermi nel suo palinsesto Andrea Vianello ci parla di Rai3, partendo dai numeri, passando per Ballarò, Giannini, Floris e commentando le dichiarazioni di Sabina Guzzanti, che non è stata per niente tenera con il canale che lui dirige. Ecco dunque l’intervista a Andrea Vianello.

Diamo i numeri, come va Rai3 ?

In questo momento stiamo soffrendo, come stanno soffrendo tutte le reti generaliste. Abbiamo un calo al di sotto del punto percentuale da inizio 2014, un calo che è fisiologico, visto il frazionamento degli ascolti, dovuto alla continua crescita delle reti digitali e satellitari. I conti li faremo a fine dicembre, visto che noi lavoriamo sui dati dell’intero anno. Lavoriamo per migliorare questi dati, evidentemente.

Oltre alla crescita delle “altre” reti, quali sono i fattori che secondo lei hanno determinato questo calo di Rai3?

Per esempio la tipologia del nostro pubblico che, più di altri, ha la curiosità intellettuale di andarsi a trovare altre cose sui canali digitali. Poi va detto che il “Ballarò” condotto da Giovanni Floris, la scorsa stagione ha perso 3,5 punti di share, rispetto alla stagione precedente. Un dato questo che se viene spalmato su di un anno, per un programma settimanale, incide non poco sul dato annuale della rete. Quel trend di ascolti in calo lo stiamo pagando adesso. La nostra rete poi raccontando la realtà di tutti i giorni, situazione politica in primis, risente da cosa accade e se, per esempio, la situazione politica non è particolarmente attraente per il grande pubblico, ecco che gli ascolti evidentemente ne risentono, a partire dai talk politici.

A proposito di talk politici, come sta andando Ballarò, che è in ulteriore calo rispetto alla scorsa stagione, che ne pensa?

Il mio bilancio di Ballarò è positivo. Nonostante tutto, al momento è comunque il talk di prima serata più seguito in Italia. Non sono ovviamente contento di vedere il dato attorno al 7%, ma il contesto rispetto allo scorso anno è totalmente cambiata. Ci siamo trovati a dover affrontare una situazione incredibile e molto complessa. Vedere cioè un nostro conduttore, che era cresciuto con il nostro Ballarò,andare a lavorare per la concorrenza e non solo, andarci facendo un programma in diretta competizione proprio contro Ballarò e permettimi molto simile. L’ambizione loro, era quella di portare gran parte del pubblico di Rai3 su La7 e l’operazione non mi sembra riuscita. Mi avevano chiesto se mi sarei accontentato di un pareggio e dissi di no. Io volevo vincere e al momento stiamo vincendo. In termini di share stiamo 7-3, ma in ogni caso la nostra ambizione è quella di aumentare gli ascolti di Ballarò. Abbiamo trovato sulla nostra strada la fiction dell’anno (Un’altra vita, ndr), poi un competitor come Floris su La7, ed ecco spiegati gli ascolti fin’ora ottenuti.

Domanda d’obbligo sulla crisi dei talk show, che ne pensa ?

Sommando i due talk del martedì si ottiene l’11% circa, che attualmente è un dato più che soddisfacente per i talk show di prima serata. Va detto poi che questi temi vengono spalmati nel palinsesto, inoltre il racconto della politica attuale non è così pieno di colpi di scena, come è stato negli ultimi anni, dove ne sono accadute di tutti i colori. Il pubblico dei talk senza dubbio si sta un po’ asciugando, però sono convinto che appena succederà qualcosa di politicamente attraente per il grande pubblico, l’interesse verso i talk tornerà. Detto questo, va detto, che anche ora, che le vacche sono un po’ più magre, la nostra è sempre più grassa delle altre.

Giorgio Montanini tornerà nelle prossime puntate del programma, anzi le chiedo potrà diventare presenza fissa ?

Giorgio è un grandissimo talento, indipendentemente da Ballarò. Lui mi piace molto. Sapete che abbiamo deciso di alternare i comici quest’anno, lavoriamo giorno per giorno. La prossima settimana ci sarà qualcos’altro. Ma con Montanini lavoreremo ancora. Lo scorso anno fece con noi “Nemico pubblico” che ebbe ottimi dati di ascolto. Stiamo lavorando per farne una seconda serie in primavera.

Facciamo un passo indietro, pensava se ne andasse davvero Floris ?

No, non pensavo assolutamente che se ne andasse. Ma c’è un mercato ed ognuno fa le proprie scelte.

Gliel’ha comunicato direttamente che se ne sarebbe andato ?

C’è stata una comunicazione all’azienda, poi nello spazio della stessa giornata ci siamo messaggiati.

Come è andata davvero con Giovanni Floris? Era solo una questione di soldi ?

Come già ho risposto, dal punto di vista editoriale c’era una convergenza fra noi ed il conduttore.

Oltre a Ballarò cosa c’era sul piatto ?

Si era parlato di una striscia quotidiana, in stile Enzo Biagi, che come rete, pur avendola presa in considerazione per soddisfare la richiesta di Floris, non se sentivamo l’esigenza editoriale e forse non avevamo tutti i torti.

Quando si è trovato a dover sostituire Floris, ha pensato subito a Giannini ?

Avevamo qualche nome, ma dopo poche ore la scelta è caduta su Giannini, che da subito era nella prima rosa. Sono molto contento del suo impatto televisivo. Lui veniva da un altro mondo e si è dimostrato un ottimo conduttore, diamogli tempo, migliorerà ancora.

Sabina Guzzanti ha detto, parlando della sua rete “è diventata una mondezza che sta andando a picco”. Cosa risponde alla Guzzanti che aveva lasciato polemicamente Agorà l’altro giorno ?

Non ho visto Agorà l’altra mattina, perchè stavo andando al lavoro in quel momento. Ho letto le sue dichiarazioni e la risposta di Gerardo. Ho letto anche che dice di essere andata a fare pubblicità al suo film, un termine non proprio bellissimo questo. Mi sembra sia stata ospite di Mezz’ora da Lucia Annunziata e appunto ieri ad Agorà. Noi l’abbiamo invitata per informare e non per fare pubblicità. Se lei pensa di venire per fare pubblicità, allora può comprarsi degli spot. Se invece vuole che si parli del suo lavoro, che per altro tratta di una tematica molto interessante e delicata, noi la invitiamo sempre molto volentieri. Per quanto riguarda le sue dichiarazioni sulla terza rete, mi sembrano molto volgari. Non so che Rai3 lei veda. Se lei dice che Rai3 è una “mondezza”, allora vuol dire che non gli piace Fabio Fazio, non gli piace Milena Gabanelli, non gli piace Riccardo Iacona, non gli piace la Sciarelli. Che sono i grandi professionisti della mia Rai3 e che sono la sua ossatura da molti anni. La perdoniamo, perchè forse si è molto innervosita, su di lei continueremo a non avere pregiudizi.

La inviterebbe prossimamente a Ballarò?

Visto che lei pensa che Rai3 è una mondezza, allora francamente non vorrei che si sporcasse.

Fuori dai numeri, quali sono gli obbiettivi che si era dato all’inizio della tua direzione?

Un canale generalista come il nostro e di servizio pubblico credo debba coniugare sia qualità che ascolti. Sono molto laico in questo, ritengo che fare servizio pubblico senza pubblico sia un controsenso. Ci tengo che si facciano ascolti, non a scapito della qualità però. Rai3 penso abbia una forte funzione sociale. Allo stesso tempo credo che si debba mantenere e conservare la forza di questa rete e allo stesso tempo che si debbano inserire dei generi d’innovazione.

Pensa di esserci riuscito ?

Non voglio eludere la tua domanda, ma non credo ora sia il momento di fare bilanci, quelli si fanno alla fine. Non è un percorso semplice quello che stiamo facendo, perchè è una fase storica della nostra televisione molto particolare. Ci stiamo lavorando, non mi rimprovero granchè devo dirti. Certo si fanno errori, ma rivendico l’aver sperimentato.

Masterpiece per esempio ha funzionato si o no ?

Sarei un bugiardo se dicessi che siamo stati soddisfatti dei risultati di ascolto. Sapevamo che era un esercizio molto acrobatico, quello cioè di portare un linguaggio molto moderno, che non vediamo molto sulle televisioni generaliste, rapportato dentro il mondo della scrittura, che televisivamente è molto difficile da portare. Sono molto contento di averci provato, il format non solo ha fatto molto parlare di se, ma ha raccolto molti consensi anche all’estero. Detto questo, evidentemente il pubblico della nostra rete non ha molta voglia di seguirci su quel tipo di linguaggio.

Lo rifarete ?

Per ora non è in palinsesto, ma lo rifarei certo. Mi è sembrata comunque un operazione culturale da fare. Noi dobbiamo trovare nuove strade, con altre trasmissioni, che vadano ad integrare i nostri programmi forti, che a loro volta si innovano, pur nella continuità. Stando fermi si fa male il nostro lavoro, dobbiamo cercare nuove strade, che vadano ad intercettare i gusti futuri del nostro pubblico.

Al di la dei problemi di palinsesto di cui si parla, avete pensato a come risolvere il problema del week end? Prima di Fazio c’è il vuoto ora

Stiamo lavorando su quel fronte, hai ragione. Non possiamo produrre sempre, siamo una rete low cost. Ora abbiamo “TvTalk” il sabato pomeriggio, che pur non essendo un programma nostro, è di Rai Educational, lo sentiamo come se lo fosse. Rifaremo “Per un pugno di libri” la prossima primavera, posso dire che sul day time del sabato e della domenica stiamo lavorando.

Quella del sabato sera pensa sia l’evoluzione giusta per Che tempo che fa ?

E’ una versione molto interessante questa di Fazio. Penso che la coppia con Massimo sia molto bene assortita. Sono molto soddisfatto.

Fazio continua a ripetere che vuol fare il Rischiatutto, lo farà su Rai3?

Fabio sa bene che Rai3 è casa sua e qualunque suo nuovo progetto è accolto da noi con grande favore. Del “Rischiatutto” non ne abbiamo ancora parlato, ma ripeto, per me Fazio non è solo uno dei numeri uno in assoluto della televisione italiana, è anche uno che fa parte del DNA di Rai3, quindi se avrà voglia di aprire altri spazi, noi siamo disponibili.

Se dovesse lasciare la direzione di Rai3, tornerebbe a condurre ?

Sono un uomo che fa pochi progetti sul futuro. Ora sono impegnato a fare questo lavoro, che è complesso ma anche molto bello. Ho fatto per tanti anni il giornalista ed il conduttore, però per me il domani è continuare a gestire questa rete, che amo davvero molto.

Un anteprima per i lettori di Blogo sui prossimi mesi di Rai3?

Stiamo lavorando su di un nuovo programma che partirà a novembre ed andrà in onda il venerdì sera. Abbiamo avuto per molti anni un marchio, anzi ce lo abbiamo ancora ma non è più in prime time, mi riferisco a “Mi manda a Rai3”. Vogliamo ripartire da quel concetto, per parlare a 360 gradi della famiglia. La nostra ambizione è trovare altre lunghe serialità di prime time e per questo abbiamo pensato a questo nuovo programma che si chiamerà: “Questioni di famiglia”, che vuole raccontare tutto ciò che riguarda la famiglia italiana di oggi. Il pubblico potrà raccontarci le loro problematiche e noi cercheremo di risolverle. Insomma un vero programma di servizio pubblico, dedicato ad uno degli elementi centrali della nostra società ovvero la famiglia appunto.

Sarà un programma in diretta da studio ?

Si, ma troveranno spazio anche alcuni filmati.

Quanto è invecchiato e non parlo solo anagraficamente, da quando è direttore di Rai3? Ma sopratutto chi gliel’ha fatto fare ed ancora, oggi accetterebbe la medesima proposta ?

Ho visto oggi le foto del Presidente Obama, che pur avendo la mia stessa età, mi sembra molto più invecchiato di me, ma lui fa un mestiere molto più complicato del mio (ride, ndr). Chi me l’ha fatto fare? Diciamo la passione per questo mestiere ed il desiderio di fare una Rai3 all’altezza della Rai3 che c’è sempre stata. Se accetterei ancora oggi di dirigere Rai3? Devo dire che ora, come allora, accetterei ancora la proposta di dirigere Rai3.

Il suo editore è soddisfatto del suo lavoro ?

Penso di si, ma devi chiedere a lui, chiama Gubitosi. Recentemente ha detto che si fida di me. Siamo in una fase in cui si deve combattere. In un combattimento non credo sia neppure giusto chiedere bilanci o commenti. Stiamo facendo il nostro mestiere. Per la televisione generalista è un momento insidioso, ma anche affascinante, nel quale le difficoltà, portano anche alla capacità di trovare innovazioni.