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The Chef, Rossella Brescia a Blogo: “Amo mettermi in gioco, anche in cucina. E mi piacerebbe fare Amore Criminale”

Rossella Brescia e l’importanza dell”assaggio’: mai tirarsi indietro di fronte alle cose nuove, dice e la sua carriera lo testimonia. Poi magari quel sapore non piace, ma lo si può scoprire solo dopo averlo provato.

pubblicato 5 Ottobre 2014 aggiornato 2 Settembre 2020 23:42

The Chef torna in tv, ma con un cast in parte diverso e una novità che ci auguriamo ristrutturi l’identità del programma. Parliamo dell’inserimento di un conduttore, assente nella scorsa edizione, ruolo per il quale è stata scelta Rossella Brescia, poliedrica artista ‘prestata’ alla tv che si ritrova quindi ai fornelli di La5 (e di Canale 5 per un giorno) per una nuova esperienza tv. Ed è proprio con la Brescia che abbiamo scambiato qualche ‘chiacchiera’ in attesa del debutto di The Chef 2.

Una prima volta ai fornelli per lei in tv, giusto?

Beh, di certo non è la mia prima volta ai fornelli nella vita (ride). Ma per un programma in tv sì, è vero, ed è stata una bellissima esperienza.

Se per lei è una prima volta, in qualche modo lo è anche per il programma, che lo scorso anno ha preferito puntare direttamente sugli chef-conduttori. Come sarà il suo ruolo in cucina Consigliera o osservatrice? Distaccata o complice con i concorrenti?

Diciamo che il mio compito è quello di fare da raccordo tra concorrenti e giudici. Più che altro giro, osservo, domando, assaggio anche (ride), cercando di imparare qualcosa di nuovo sia dagli chef ‘stellatissimi’ che dai concorrenti, perché c’è sempre qualche trucco da scoprire. Da conduttrice in qualche modo gestisco anche il ‘traffico’ in cucina, tra le prove e gli assaggi.

Beh, se è riuscita a gestire il traffico immagino più caotico di Colorado…

… sì, diciamo pure che potrei fare la vigilessa! (Ride)

 

Tra i 14 concorrenti c’è qualcuno che l’ha colpita in modo particolare?

Ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa, un’emozione diversa: anche i loro momenti di panico, di debolezza fanno trasparire qualcosa della loro vita che mi è rimasta addosso. Ma devo dire che tra loro  mi ha forse colpito di più Roberto, RoDante, che con i suoi 60 anni, la sua carriera da chef e la sua vita passata tra i fornelli non ha avuto paura di mettersi in gioco, di buttarsi, di provarci. Per lui ho davvero un’ammirazione.

In fondo mettersi continuamente in gioco è anche ‘la storia’ della sua vita, non solo in tv…

Beh sì, in effetti lo faccio continuamente, anche in teatro, in radio, nella danza. Sono questa, sono fatta così, mi butto e mi piace cambiare, non fermarmi mai, sempre.

Il suo curriculum tv, in fondo, è a dir poco variegato: si va dal ‘primo’ Amici a Colorado, passando per format ‘atipici’ come da Uman  o Mammoni. Non ha mai pensato per un attimo che non fossero adatti a lei?

Sìììì, ‘a voglia! (e la voce sorride). Magari non era il momento adatto per proporli, ma alcuni non erano proprio adatti a me. All’inizio magari li seguivo, ci stavo dietro, ma poi in alcuni casi mi rendevo conto che non me ne fregava proprio niente.

La voglia di mettersi in gioco magari qualche volta l’ha tradita, quindi.

Ma sai cosa? Quando prendi il timone di un programma magari già fatto da anni è più facile. Il difficile è mettersi lì a costruire qualcosa di nuovo, sfidando tutto.

E quella di The Chef è una sfida che forse si colloca nel ‘mezzo’ tra il prendere il timone di qualcosa che già c’era e il dover imbastire un ruolo, anche se piuttosto codificato nel genere. Si è preparata osservando qualche altro programma di cucina o magari ha pensato a uno stile tutto suo da portare tra i fornelli?

La verità? Non ho guardato proprio niente. Diciamo che sì, nella vita qualche programma di cucina, qualche format interessante lo guardo anche da tempi non sospetti, per rilassarmi e perché mi piacciono. Non li ho presi a modello: quando sei lì devi metterci per forza del tuo. Non puoi stare lì e pensare di copiare qualcuno. Magari ti suoi ispirare, ma poi quando sei lì, non so perché, ma ti viene spontaneo fare quello che faresti naturalmente a casa. Stando con gli altri, creandosi dei rapporti, l’idea che potevi avere del tuo personaggio finisce per coincidere con quello che sei. In realtà io penso sempre di essere me stessa. So che sembrerà banale, però io questa sono, quindi ‘ciao’. (E il suo sorriso si percepisce anche al telefono).

RossellaBrescia_TheChef

 

Lei sarà anche ‘questa’, ma in teatro quest’estate di donne ne ha portate almeno tre con “Carmen Medea Cassandra – Il processo”. Le donne sono sempre più al centro del suo racconto, con storie spesso estreme, simboliche…

E’ stata un’esperienza incredibile: tre donne con una personalità fortissima, diverse tra di loro e in quell’ora e mezzo di spettacolo serrato, perché è un atto unico, dovevi cercare di far capire questi tre personaggi e soprattutto vivere le loro storie. Storie di donne che hanno ucciso figli, che non sono credute, che muoiono per amore… E non è un caso che questo spettacolo è legato a Intervita, per sensibilizzare sulla difesa delle donne che non hanno voce, che non hanno modo di tutelarsi, che sono vittime di violenza. E’ un’associazione in cui crediamo molto. C’è ancora tanto da fare: si parla tanto di emancipazione femminile, ma alla fine non c’è assolutamente niente di concreto.

Per quei ‘banali giochi di associazione’ io la vedrei bene alla guida di programmi tipo Amore Criminale, Storie Maledette…

Per carità, non toccatemi la Leosini! Storie Maledette è suo, non lo farei mai! La adoro! Per quanto riguarda Amore Criminale, ho visto che cambiano spesso conduttori e quello sarebbe un programma che mi piacerebbe molto fare e me lo sentirei molto nelle mie corde perché l’argomento mi tocca profondamente. Sarebbe molto bello per me.

Vedremo se a Rai 3 qualcuna l’ha sentita…

Foto | TgCom