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I Griffin, il cross-over con I Simpson è una dimostrazione di stima di Seth MacFarlane a Matt Groening

Il primo episodio della tredicesima stagione de I Griffin, dal titolo The Simpsons Guy, mostra il cross-over tra I Griffin ed I Simpson: scritto dagli autori de I Griffin, è un omaggio a Matt Groening ed ai suoi personaggi

pubblicato 30 Settembre 2014 aggiornato 2 Settembre 2020 23:54

“I cross-over tirano fuori il meglio delle serie tv!”: così Chris Griffin parla in apertura del primo episodio della tredicesima stagione dei I Griffin, dal titolo “The Simpsons Guy”, attesissimo dai fan e che racconta -in un cross-over tra I Griffin ed I Simpson– dell’arrivo dei Griffin a Springfield. L’episodio, di durata doppia, è andato in onda domenica in America, suscitando risate e qualche perplessità tra i fan di entrambe le serie.

Le critiche non arrivano tanto per la storia (i Griffin sono costretti a lasciare Quahog dopo che Peter ha pubblicato delle vignette comiche offensive, ritrovandosi a Springfield dove, però, scoprono che la birra Pawtucket Patriot in realtà è la Duff, cosa che comporta un processo in cui vince Springfield ed incrina i rapporti con i Simpson), quanto per la quantità di battute tipiche de I Griffin a sfavore della comicità che ha invece reso popolare nel mondo I Simpson.

L’episodio, d’altra parte, è stato scritto dagli autori de I Griffin, che non hanno messo da parte il loro cinismo ed i loro riferimenti alla cultura americana, raccontando una storia più vicina per stile e battute all’universo di Seth MacFarlane invece che a quello di Matt Groening.

La puntata, oltre che mostrare che ad avere il comando della stanza degli autori erano gli autori de I Griffin, ha però evidenziato l’enorme rispetto che MacFarlane nutre verso la famiglia più gialla d’America: “The Simpsons Guy” è infatti soprattutto un omaggio alla popolarità de I Simpson, con diverse scene in cui si ricorda la loro presenza in tv da più di vent’anni (quando Stewie chiede a Bart da quanto Nelson lo maltratti gli risponde “Da circa ventiquattro anni”), i premi vinti (nello scontro tra Homer e Peter il primo apre un armadio contentente tutti gli Emmy Awards vinti dalla serie) e soprattutto il fatto di essere stati una fonte d’ispirazione per MacFarlane.

La parte dell’episodio dedicata al processo contro la Pawtucket Patriot, con l’accusa di essere la Duff con un’etichetta diversa, non è altro che un’ammissione degli autori de I Griffin del fatto che, senza I Simpson, neanche il loro cartoon sarebbe mai andato in onda. La carrellata di personaggi dei due diversi show, messi a fianco per somiglianza, non fa altro che sottolineare che I Griffin devono il loro successo non solo ad un modo innovativo e più smaliziato di pensare la comedy in tv, ma anche alla capacità de I Simpson, negli anni Novanta, di aprire la strada ad un nuovo genere televisivo. A ricordarlo, anche i camei nel corso dell’episodio di Bob, protagonista di Bob’s Burgers, e di Roger, l’alieno di American Dad, mentre la presenza di Fred Flinstone è un omaggio ai cartoon del passato che hanno fatto la storia della tv.

Insomma, il cross-over tra I Griffin ed I Simpson è un messaggio metatelevisivo di rispetto di MacFarlane a Groening, una cartolina che unisce due mondi apprezzati dai fan ma che poco si cura del suo risultato finale: l’intento dell’episodio era soprattutto quello di ricordare che oggi nulla s’inventa dal nulla e tutto ha un’origine nel passato. Se quindi la puntata ha un’impronta che ci riporta a I Griffin, il sottotesto è dedicato ad I Simpson: l’ennesima conferma di come Homer e la sua famiglia abbiano cambiato la tv.