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Doc & Factual Agora, 18 settembre 2014: l’adattamento locale, Lifestyle, il documentario d’arte e Sheila Conlin

La cronaca della terza giornata del Doc & Factual Agora.

pubblicato 18 Settembre 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 00:24

Il terzo e ultimo giorno della prima edizione del Doc & Factual Agora, la prima conferenza internazionale dedicata alla serie di genere factual, si è aperto con un panel dedicato ai protagonisti dei vari docureality che, sempre più spesso, vengono affidati a specialisti di un determinato settore. Nel secondo panel, invece, è stato affrontato il discorso dell’adattamento locale per quanto riguarda i format internazionali mentre nel terzo panel, i programmi Lifestyle sono stati al centro dell’attenzione. Nel quarto e ultimo panel, spazio ai documentari d’arte. Per terminare, una Masterclass con Sheila Conlin, la “regina” dei casting.

Top Billing – working with star presenters and specialists

Il successo di un docureality, spesso, gira unicamente intorno al protagonista piuttosto che al format. Alcuni specialisti di vari settori, come moda, cucina, criminalità e arte, come Bethany Hughes, Jamie Oliver, Gordon Ramsey, Mary Beard, Enzo Miccio e John Dickie, ne sono un lampante esempio.

Il primo a parlare è stato proprio John Dickie, storico e accademico inglese esperto di criminalità organizzata italiana:

Ho scritto una serie di libri sulla criminalità organizzata in Italia. Ho avuto accesso in alcuni bunker. I magistrati italiani si sono fidati di me. All’estero, la mafia viene presa in giro ma, in Italia, è una cosa seria. Era importante ottenere la fiducia per fare questo programma. Ho incontrato persone meravigliose.

Richard Bradley di Lion TV ha commentato il caso di Dickie ma anche il successo di Mary Beard:

Credo che bisogna trovare una persona particolare che unisca il mondo accademico e la comunicazione. John Dickie è una di queste persone, in tv riesce a portare qualcosa di unico. E’ un esperto mondiale in materia di mafia. Su Mary Beard, invece, posso dire che è difficile descrivere agli italiani una star come Mary… E’ una professoressa di Lettere. Quando andò in onda, venne accusata di essere troppo brutta per la tv. Poi i critici si rimangiarono la parola.

Questa, invece, è l’opinione di Riccardo Mastropietro di Pesci Combattenti:

Abbiamo sempre pensato che in Italia bisogna trasmettere questa tipologia di messaggi. Lo fanno all’estero e quindi va fatto anche in Italia… E’ divertente osservarlo come lo fanno all’estero.

Cristiana Mastropietro, anch’ella di Pesci Combattenti, società ideatrice di Unti e Bisunti, ha parlato invece del successo di Chef Rubio:

Il cibo è lavoro per uno chef. Abbiamo scelto Chef Rubio perché ha carisma, il carisma è importante. Non cercavamo una persona specifica. Ho visto questo strano chef, con i baffi e i tatuaggi, e mi sono chiesta: “Chi è questo?”. La tv era già piena di cooking show ma Chef Rubio era diverso e ho costruito qualcosa tagliato su di lui.

Helen Hawken di Discovery International, invece, ha parlato del successo di Ed Stafford:

La persona che viene messa davanti alla macchina da presa deve portare qualcosa di unico e straordinario, che vada oltre al format. Ed Stafford ha vissuto un’esperienza intima e viscerale in Marooned. E’ diventato onesto e siamo riusciti a farlo apparire come una persona coraggiosa che riesce a sopravvivere. Il risultato è stato un successo. Ci sarà sempre posto per queste persone che trasmettono la loro passione, imparando in prima persona.

Catherine Alvaresse di Arte, infine, ha dichiarato che anche il canale franco-tedesco ha deciso di trasformare esperti in personaggi tv:

In Arte, abbiamo tanti esperti nei nostri programmi. Cinque anni fa, abbiamo cercato di cambiare la situazione ed esplorare il mondo: viaggiare e trasmttere il messaggio in modo diverso. Abbiamo contattato astronomi, filosofi e molti altri, che trasmettono la propria conoscenza in modo diverso.

 

Going Native

L’adattamento locale di un format internazionale: come funziona? Se un programma ha avuto successo in un paese, avrà successo in tutto il mondo? Il format subisce cambiamenti con un adattamento?

Stefano Orsucci di Magnolia, tra gli altri argomenti, ha parlato di Pechino Express e delle sue modifiche rispetto al format originale:

Il mio punto di vista come produttore è che, in tempo di crisi, si vuole rischiare di meno. Adattiamo format perché gli interlocutori non hanno tempo, soldi e voglia di rischiare. Vogliono subito sapere se un format è andato bene oppure no. Ci si adatta perché non si vuole rischiare. Adatttando i format, comunque, abbiamo aggiunto il gusto italiano. Riguardo Pechino Express, per esempio, l’adventure game è giunto in ritardo in Italia perché nelle generaliste il prime time è lunghissimo e perché il programma veniva considerato un’americanata. Così l’abbiamo allungato e l’abbiamo reso meno reality.

Grazia Didier di Fox Life ha parlato della scelta di Antonino Cannavacciuolo per la versione italiana di Cucine da Incubo:

Adattiamo i format perché abbiamo meccanismi già pronti mentre spesso sviluppare format originali è un processo più complicato e più costoso. Riguardo Cucine da Incubo, volevamo cercare un Ramsey italiano. Il format da adattare, tra l’altro, era già molto conosciuto. Abbiamo fatto 30 casting di chef stellati. Nessuno di loro incarnava questo ruolo. Poi è arrivato Cannavacciuolo, che è addirittura opposto a Ramsay, perché è un gigante buono, ma adatto al format italiano.

Laura Carafoli di Discovery Networks Italy ha parlato dell’adattamento di Bake Off Italia e ha presentato anche il nuovo talent, I re della griglia, con Chef Rubio:

Non è così semplice adattare un format. Con Bake Off, abbiamo fatto anche dei cambiamenti, abbiamo fatto un investimento importante e c’era un’aspettativa alta per il prime-time. Un programma che ha già avuto successo ti tranquillizza di più. Nei docureality, però, è difficile adattare i format. Per esempio, Il boss delle cerimonie è stato comprato dall’Inghilterra ma non adattato. Sull’intrattenimento, invece, l’adattamento funziona.

Ed Simpson di Leftfield Entertainment, anche oggi, ha parlato di Affari di Famiglia e dei suoi adattamenti nei vari paesi:

Dobbiamo capire che lavoriamo in un business e in ogni business c’è un rischio. Nessuno di noi sa precisamente se uno show avrà successo. Spesso, poi, i format vengono arricchiti con elementi locali. Un format può essere personalizzabile. Riguardo Pawn Stars, l’abbiamo adattato in Francia, Regno Unito, Sudafrica e Australia. Aiutiamo questi paesi a tradurre il format. Se un format ha successo in un paese, però, non significa che avrà successo in tutti i paesi.

 

Making over the makeover show

I programmi Lifestyle, make-over show, dating show, cooking show e tanto altro, hanno sempre più successo ma come sarà il futuro di questo genere? Qual è il rapporto tra Tv e Internet per quanto riguarda il Lifestyle?

Koulla Anastasi di Lifetime/A&E ha presentato Flipping Vegas e Born to style e ha dichiarato che Internet non è un concorrente pericoloso per la tv:

Il trend su Internet dà l’opportunità di raggiungere un pubblico più giovane. La partnership tra Internet e tv è positiva. Non è detto, però, che ciò che funziona su Internet, poi avrà successo in tv. Internet non ha ucciso il tutorial. Per il mio network, è necessario il fattore intrattenimento e l’elemento lifestyle è importantissimo.

Andrea Paoletti di Fine Living ha presentato Colpo di Cucina, con Maurizio e Andrea di Masterchef 2, e ha svelato come l’emittente sfrutta a proprio favore i social network:

Su Fine Living, stiamo cercando di fare un best of del Lifestyle script, di quasi tutti i generi. Internet per noi è un alleato per fidelizzare il pubblico. Stiamo trasmettendo sui social network degli short format di breve durata, prodotti negli USA. Il nostro obiettivo è quello di costruire un nostro parco talent e affezionare il pubblico su uno stile di regia autoironico per quanto riguarda il genere how to. Il format ha la propria forza ma anche il talento è un elemento chiave per il successo di un prodotto factual.

Laura Carafoli, intervenuta anche in questo panel, ha presentato Dire, fare, baciare Italia e Nuda Proprietà:

Se 4 anni fa, il pubblico femminile di Real Time guardava Clio in tv, oggi il pubblico femminile guarda questo contenuto sul web. Il Lifestyle è una presenza fondamentale nei nostri siti web. Valutiamo web series e tutorial. I clienti vogliono investire su questo genere. Abbiamo lavorato sulla fascia teen con Dire, fare, baciare e giocare sull’eccesso di trucco. Non è il classico make-over show. Ultimamente, si fanno molti esperimenti utilizzando spesso la nudità come in Buying Naked.

Anche Orsucci è intervenuto in questo panel e ha parlato di Ma come ti vesti?:

Riguardo Ma come ti vesti?, abbiamo deciso di farlo nel 2008, ci piaceva l’idea di giocare sul make-over. Ma come ti vesti? è sopra le righe ed è anche giusto che sia così, altrimenti sarebbe noioso. L’elemento comedy è aumentato con il passare degli anni. I conduttori sono diventati sempre più intrattenitori. Prima c’era più “aggressione”, adesso c’è più empatia con i protagonisti. Con i tutorial, non abbiamo mai lavorato tanto, al contrario, stiamo lavorando su tre programmi di cooking.

Alberto Rossini di Fox Channels, infine, ha parlato di Internet e Tv come due strade parallele e indipendenti:

Riguardo Quattro Matrimoni e Cucine da Incubo, squadra che vince, non si cambia e quando ci si accorge che si deve cambiare, è sempre troppo tardi. Riguardo Internet, la tv si è sempre dimostrata un mezzo sempre aperto. Dove vede elementi interessanti, li fa propri. Internet è un mondo con molti spunti da prendere. Questa osmosi c’è sempre stata. I tutorial in tv e sul web si muovono in modo parallelo, si consumano in modo diverso. Un esempio su Fox è Giallo Zafferano. Questa osmosi, invece, non c’è per quanto riguarda le fiction.

Dusting down the masterpiece – Arts&Culture

I documentari d’arte stanno riconquistando sempre più spazio in tv e stanno diventando sempre più accessibili.

Guido Casali di Sky Arte che ha parlato dei primi due anni di questo canale:

Io spero che la scelta di aprire Sky Arte non sia stata suicida. E’ un canale che spero diventi una realtà vitale e questi primi due anni sono stati molto vitali. Sky Arte ha riempito un vuoto che c’era in Italia. Il canale è un contenitore di tanti ingredienti. Non dimentichiamoci che è un canale televisivo e che vuole essere visto. E’ un canale che punta a raggiungere un pubblico più vasto possibile. In questi due anni, abbiamo ricevuto migliaia di proposte di collaborazione. E’ un canale vivace. Riguardo Potevo farlo anch’io, ad esempio, Cattelan e Bonami sono andati alla scoperta dell’arte contemporanea. Cattelan era “l’utile idiota”, la spalla curiosa, Bonami, invece, riportava la spiegazione e il racconto.

Guilhene Iop di Morgane Productions ha parlato di Mozart Superstar, in onda su Arte:

Noi abbiamo una vita più facile. Abbiamo una programmazione ampia dedicata all’arte. Arte è un canale molto innovativo che presenta l’arte in modo moderno. Con Mozart Superstar, abbiamo messo a confronto Mozart con i divi del pop più moderni.

Raimon Masllorens di Brutal Media ha parlato del successo di This is Opera:

In Spagna, noi abbiamo cominciato a fare This is Opera per una nicchia di pubblico in Catalogna, sul secondo canale. E’ stato un successo. Il programma ha viaggiato molto, nonostante fosse un programma piccolo e ridotto. Abbiamo cominciato a vendere questo trailer in tutta Europa. Le persone, solitamente, pensano che l’opera sia noiosa. La nostra idea è stata quella di renderla più vivace.

Mario Paloschi di Ballandi Arts ha parlato di Capolavori Svelati con Greta Scacchi:

Questo tipo di programma è un anello di congiunzione tra un programma alla Piero Angela e il documentario. C’è un po’ di entertainment anche quando si tratta di argomenti seri. In questo tipo di prodotto, c’è un racconto parallelo: il racconto dell’immagine e il racconto del conduttore. I due racconti sono quasi indipendenti. Greta Scacchi fa i raccordi e parla quanto basta. Di Greta Scacchi, c’è piaciuta la sua naturale inclinazione all’arte.

Andrea Patierno di Todos Contentos, infine, ha parlato di On the road con Joe Bastianich:

On the road è un viaggio di Joe Bastianich alla scoperta della musica popolare italiana. E’ un tentativo di usare un personaggio noto per una produzione tematica con l’obiettivo di allargare la platea di pubblico. Nasce da una vera passione di Bastianich per la musica. Abbiamo fatto una scelta musicale rigorosa e abbiamo creato una missione per ogni puntata.

 

Masterclass – Tales from the casting couch…

Sheila Conlin di The Conlin Company, casting director che si è occupata di programmi come Utopia, Hell’s Kitchen e Hotel da Incubo, ha svelato qualche segreto del suo mestiere durante la sua Masterclass.

Ecco le sue più importanti dichiarazioni:

Il casting è tutto. Trovare le persone giuste è tutto. Il reality non può essere scritto ma il cast sì. Nei reality, le persone raccontano loro stessi.
Per me è un privilegio, andare a casa delle persone e scoprire la loro vita. Dobbiamo conquistare la loro fiducia, loro mettono la loro vita nelle nostre mani. Loro “recitano” la loro vita. Il casting si fa su tutta la persona, scoprendo le sue reazioni di fronte a varie situazioni.
Per Utopia, ho attirato le persone ai casting ma ovviamente devo scegliere le persone in base alle richieste del broadcaster e alle regole del programma. Il mio compito è stare al centro tra il cast, il broadcaster e i produttori. Se sono tutti contenti, abbiamo fatto bene il nostro lavoro.
Le selezioni sono un processo lungo. I casting di Hell’s Kitchen sono durati 17 settimane, i casting per Utopia sono durati 6 mesi. Il casting dipende dal tipo di programma.
La mia azienda si occupa di tutto: dalla A alla Z. Mi piace essere coinvolta con il produttore esecutivo perché è necessario avere spirito di collaborazione.
I produttori devono avere il personaggio giusto altrimenti per noi sarebbe una sconfitta.
Per evitare gli inganni, io ho un sesto senso per le persone autentiche. Fare un questionario scritto e un colloquio orale e metterli a confronto è un trucchetto del mestiere. Poi c’è la questione della fiducia. E’ una sfida continua. Dopo lo show, è una mia premura personale, seguire certe persone anche dopo il programma, fornendo loro un supporto psicologico.
Il cast richiede lavoro. Se i protagonisti non sono genuini e autentici non vanno bene. Bisogna saper conoscere la materia.

La cronaca della prima edizione del Doc & Factual Agora termina qui.