Home Otto e mezzo Serena Dandini a Otto e mezzo: “A rifare Avanzi starei male. Vespa decaduto. Crozza? Che fortuna quel ragazzo…”.

Serena Dandini a Otto e mezzo: “A rifare Avanzi starei male. Vespa decaduto. Crozza? Che fortuna quel ragazzo…”.

La Dandini a tutto campo da Lilli Gruber su Maurizio Crozza, la satira di oggi e il suo nuovo programma in radio, #StaiSerena

pubblicato 13 Settembre 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 00:36

Quando hai due primedonne pensanti della sinistra a confronto il rischio è che si passi dalla viva cordialità al pestarsi i piedi nel giro di due secondi. E’ la sensazione trasmessa ieri sera dalla partecipazione di Serena Dandini a Otto e mezzo (ma il vip di spettacolo non era riservato al sabato?). Peraltro l’abbiamo rivista su La7 due anni dopo il flop del suo non-varietà del sabato sera, The show must go off.

Lilli Gruber ha ospitato la capocomica per promuovere il suo imminente ritorno in Rai (dopo l’addio a Parla con me nel 2011), stavolta “solo” in radio però, con la rubrica quotidiana #StaiSerena.

Nell’intervista c’è stato, però, spazio anche per qualche interessante riflessione sulla tv di ieri e di oggi. La Dandini di oggi è più serena, appunto:

“Oggi è impopolare essere buoni, va più di moda l’hashtag dajedefango. Molti hanno costruito una carriera sulla cattiveria, a volte gratuita. Quando sei fuori dall’Italia ti viene più amore nel difenderla, rispetto a quando sei in televisione tutti i giorni che devi comunque andare a colpire… Si è meno severi. Fa quell’effetto nostalgia da emigrato. Difendi l’indifendibile. E’ tipico nei salotti esteri. Avevamo appena recuperato una certa dignità, poi è uscito fuori Renzi col gelato… Fuori difendi, in patria massacri”.

La Dandini è pronta a tornare al suo primo amore:

“Io nel programma alla radio che farò farò anche della satira, perché ce l’ho nel Dna. Però mi piacerebbe prendere in giro gli Italiani, forse perché sono stufa dei mascheroni politici, delle imitazioni. Ne ho fatte tante. Credo sia anche interessante andare a scavare dietro al carattere italiano, quello appunto che non ti fa essere ottimista. Riuscire a fare satira attraverso le persone e non i faccioni dei politici”.

Perché anche lei si è data alla dittatura dell’hashtag?

“Su Twitter ci sono, ma non ci so andare perché ho perso la password. Fa ridere che ormai la politica si fa su Twitter, persino al telegiornale citano i tweet. Una volta si faceva nel salotto di Bruno Vespa che è decaduto come regno della politica. A Renzi ci vorrebbe l’hashtag #mospengotwitteremimettoalavorare. Come comunicatore per me è bravissimo, lo dice anche Cacciari da te. Lo devo dire anch’io”.

In certi momenti la Dandini ha stuzzicato la Gruber, provando a intervistarla a sua volta.

“Voi giornalisti dovreste prendere in giro i giornalisti. Tu sei circondata, tutti maschi poi. Mi vien voglia di intervistare a me, la Gruber”.

Per la prima volta la Dandini si misurerà anche con l’economia, un campo per lei inesplorato, ma porterà anche in radio i suoi amici cantanti del clan romano e si occuperà di arte e di amore. Insomma, il suo sarà un programma sperimentale a tutto tondo come solo la radio, a detta sua, consente ancora:

“Se Quelli della notte l’avessero fatto l’anno scorso l’avrebbero chiuso alla seconda puntata. Non c’è tempo di fare le cose, anche sbagliando. La tv è il regno del talk show e del risultato immediato, le persone che presidiano la tv oggi ci sono, domani non ci stanno. Non c’è una progettazione per il futuro. In radio c’è ancora questa possibilità di sperimentare, quindi una diretta quotidiana è eccitante”.

E poi c’è una cosa che la rende orgogliosa più di tutte:

“La cosa bella è che sono riuscita a ricostituire un gruppo di lavoro e far crescere nuovi talenti di autori e autrici. E’ una ricchezza per qualsiasi rete televisiva, l’autore. A volte, invece, si punta tutto sulle star. Invece è molto importante il gruppo di lavoro. E’ così che si fa il futuro della televisione. A me piace assai fare la talent scout anche perché, data l’età, ho fatto un sacco di cose… Per strada mi dicono: ‘quando ero piccola la vedevo’. Quindi è anche giusto cercare di tirar fuori cose nuove. Se no rifare sempre… Se ancora adesso rifacessi Avanzi mi sentirei male. Non è nel mio carattere. Sono irrequieta. Penso che sia anche giusto far crescere gli altri”.

Quanto a una delle sue vecchie scoperte artistiche, Maurizio Crozza già nei Broncoviz di Avanzi, la Dandini lo ricorda con ammirazione ma anche con una punta di distacco. La solita storia della vecchia guardia che ancora considera i suoi pupilli di primo pelo:

“Non vediamo l’ora di vedere Crozza. Di satira in tv ce n’è poca. Ci attacchiamo a Crozza. E’ il baluardo. E ce n’ha da fare. La fortuna di quel ragazzo, che si è trovato questo bel licenziamento di Montezemolo prima di andare in onda. Perfetto!”.

Ma la fortuna non è quella dei principianti?

Otto e mezzo