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Squadra antimafia 6, la fiction racconta la lotta contro la mafia con azione e buona scrittura

Squadra antimafia 6 riesce a raccontare una storia legata alla lotta alla mafia senza essere troppo banale, con scene d’azione che allontanano ma non troppo dalla realtà e dialoghi che rendono più adatti a questo racconto i personaggi della serie tv

pubblicato 8 Settembre 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 00:48

Squadra antimafia 6 è garanzia di tre cose: azione, cura nella produzione e nei dialoghi. La fiction di Canale 5 ogni anno è riuscita a tenere incollati davanti al piccolo schermo i telespettatori, un po’ disorientati inizialmente di fronte ad un racconto che col tempo ha assunto sempre più forme diverse rispetto al solito racconto italiano, pur mantenendo un’impronta nostrana sia nella trama principale che nella location.

La lotta alla mafia è sempre centrale, anche in Squadra antimafia 6: la famiglia Ragno è quella contro cui Calcaterra (Marco Bocci) ed il resto dei personaggi devono combattere. C’è la lotta tra la giustizia e la criminalità, c’è la dimostrazione che ci si può ribellare a certi schemi -grazie al personaggio della proprietaria del negozio di libri che assiste ad un omicidio e lo denuncia- e, soprattutto, si prova a non mitizzare la criminalità organizzata senza dimenticarsi della tensione utile a portare avanti il racconto.

Come una macchina che ormai sa dove dirigersi, Squadra antimafia ha imparato a combinare i vari elementi utili a diventare una fiction capace di essere vista da un pubblico giovane, in cerca di storie nuove ma anche di qualcosa che non si allontani dai propri confini. Grazie ai dialoghi ed a battute ricercate e giuste per i personaggi rappresentati, le due storyline principali della fiction -ovvero la lotta alla famiglia Ragno ed il ritorno di De Silva (Paolo Pierobon)- servono, da una parte, a tratteggiare l’aspetto più sociale della fiction, e dall’altra, ad inventarsi una storia dentro cui i personaggi si trovano in situazioni irreali ma necessarie per creare azione.

A questo si aggiunga una regia che coglie dettagli e movimenti cercando di tenere alto il ritmo ed una fotografia che evidenzia lo sforzo di rendere visibilmente di qualità la fiction ed il gioco è fatto: Squadra antimafia riesce anche quest’anno a regalare ai telespettatori momenti di svago e di azione, senza rinunciare a qualche tocco di audacia. Difficile trovare in un’altra fiction nostrana una scena di quasi-incesto tra cugini.

Squadra antimafia, tra le tante fiction poliziesche italiane, si stacca proprio per questa sua capacità di saper coniugare l’azione di una sceneggiatura adrenalinica e fantasiosa ad una scelta di temi che tengono ferma la storia ad un’Italia ancora in lotta con la criminalità organizzata. I telespettatori si mettono comodi, l’azione parte: lo show, stavolta, non necessita una trasferta.


Squadra antimafia 6