Home Notizie Marco Liorni e la sua “Vita in differita”: Non si uccidono così anche i cavalli?

Marco Liorni e la sua “Vita in differita”: Non si uccidono così anche i cavalli?

Cammino in salita per la nuova edizione de “La Vita in diretta”, mentre dalla tolda della nave si balla come se nulla fosse.

di Hit
pubblicato 3 Agosto 2014 aggiornato 21 Gennaio 2021 17:13

Era l’anno 1969 e dagli Stati Uniti d’America, arrivava una pellicola intitolata “Non si uccidono così anche i cavalli?”. Il regista di quel film era Sydney Pollack, grande direttore di alcune delle più belle pellicole statunitensi. Il film era interpretato da Jane Fonda, Michael Sarrazin e Gig Young, quest’ultimo che vinse anche l’Oscar come miglior attore non protagonista. Il lungometraggio ambientato nell’America degli anni ’30, quelli della grande depressione, narra di una maratona di ballo, molto in voga in quell’epoca, con un premio finale di 1500 dollari.

Il film, splendidamente claustrofobico, ma anche terribilmente drammatico, rappresenta con una lucidità vista poche volte nel cinema, come spesso si “usino” persone che hanno bisogno di vivere, per meri scopi personali. Nella pellicola, il finale è tragico, nella vita reale, per fortuna, non è sempre così.

Capita che un giorno qualcuno chiami Marco Liorni e gli dica: Ti voglio ancora per la Vita in diretta. Si riparte, dopo lo stop dell’anno prima, quando per il contenitore del pomeriggio di Rai1 arrivarono Paola Perego e Franco Di Mare. Ma soprattutto, venne mandato via Daniel Toaff, grande direttore del pomeriggio di Rai1, con importanti risultati di ascolto annessi. Quando si volta pagina, la grande voglia è quella di azzerare tutto e di cambiare, spesso anche per il solo gusto di farlo. Errore, che non per niente fa rima con orrore.

I risultati della scorsa annata di Vita in diretta sono sotto gli occhi di tutti e non vale neppure la pena di ricordarli. Sta di fatto, che a Liorni, molti mesi orsono, si dice: Ripartiamo con te. Ripartiamo da te. I mesi passano e sulla pista, ballano in molti, ma come capita per alcune feste di fine liceo, qualcuno rimane seduto ai bordi, mentre al centro del palcoscenico, scatenati, gli altri ballano. Passa altro tempo, ma ancora nulla, di quel ragazzo ai bordi della pista nessuno sembra preoccuparsi: Tanto prima o poi verrà a ballare anche lui.

Al ragazzo però quella musica non piace e quando va dal direttore di orchestra per chiedere qualche altro brano musicale, vede il maestro voltarsi verso la proprietaria della sala da ballo, che con il volto fa un gesto di diniego. Il ragazzo, torna allora a sedersi a bordo pista, mentre al centro spicca, per movimenti e per gli abiti sgargianti che indossa, la protagonista di questa grande gara da ballo. Lei balla da sola. Avrebbe dovuto essere la partner di quel ragazzo, ma al momento a lei, interessa mettersi solo in mostra, tanto poi il ragazzo la raggiungerà. Lei pensa, la dovrà raggiungere.

La maratona di ballo nel frattempo prosegue e si avvicina sempre di più al suo epilogo. Quel ragazzo però, ora ha abbandonato quella seggiola. Si è alzato in piedi e guarda, sempre più sconsolato, la porta di uscita. I pensieri si affollano nella sua mente, mentre la musica in sala appare ancora più assordante e mentre quella che avrebbe dovuto essere la sua partner, non sembra accorgersi di nulla, lui pensa a quando entrò, ormai tanto tempo fa, in quella sala, con tutt’altre aspettative.

La voglia di varcare la porta di uscita da quel locale è grande, ma gli occhi per un attimo abbandonano quel luogo e guardano verso l’alto. Forse la risposta può arrivare davvero da lì. C’è ancora tempo, quel briciolo di tempo perché tutto non sia stato inutile e soprattutto perchè, alla fine, c’è sempre un motivo, per tornare a capire.