Home Notizie Piero Angela a TvBlog: “A SuperQuark studio più intimo, non solo colti nel nostro pubblico” (VIDEO)

Piero Angela a TvBlog: “A SuperQuark studio più intimo, non solo colti nel nostro pubblico” (VIDEO)

Il giornalista, da stasera 3 luglio su Rai1 con SuperQuark, spiega: “La Rai produce pochi documentari perché richiedono molto tempo e molte risorse. Con la Bbc abbiamo un accordo quadro per avere la loro produzione, però tutto il resto lo facciamo in Italia, con ricercatori italiani”

pubblicato 3 Luglio 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 02:48

A margine del pranzo di presentazione alla stampa della nuova edizione di SuperQuark, in onda da stasera su Rai1 alle ore 21.10, TvBlog ha rivolto alcune domande a Piero Angela. In apertura di post trovate la video intervista integrale, di seguito la trascrizione di alcune parti.

Tra le novità di quest’anno il nuovo studio e la scenografia rinnovata. Quanto sono importanti questi elementi in un programma come SuperQuark?

Lo studio è la vetrina nella quale gli oggetti vengono esposti. Quest’anno, con il nuovo studio, ci sarà un ambiente più rilassato, più soft, più intimo, con luci più basse; un’atmosfera adatta per raccontare cose non semplici che però cercheremo di raccontare con il linguaggio più semplice. Parleremo di scienza, di tecnologia, di natura, di ambiente, di un po’ di tutto. Speriamo di avere nel pubblico il riscontro degli altri anni, quando abbiamo quasi sempre vinto la serata.

Anche lei, nonostante la sua incredibile carriera, il mattino dopo la puntata alle ore 10 controlla i dati Auditel?

Ovviamente, è la pagella. Se l’Auditel è alto sei tranquillo, se è basso sei traballante perché ormai la televisione ha questa regola. L’Auditel ha anche un’altra funzione; noi non vediamo solo il numero, ma anche la composizione del pubblico, con i dati disaggregati. Noi abbiamo un pubblico giovane, colto, ma anche di tutte le età ed estrazioni sociali. Questo significa che arriviamo dappertutto.

Si è chiesto come mai la Rai da qualche anno vi ‘costringa’ ad andare in onda in estate o nel periodo natalizio, quando la platea televisiva inevitabilmente si riduce?

In quel periodo solitamente facciamo degli speciali che vanno bene perché sono biografie di personaggi storici sotto forma di sceneggiati, è una formula diversa, molto più popolare. L’unica cosa è che in quel periodo sono i bambini ad avere il telecomando in mano e a decidere cosa guardare in tv.

La puntata si aprirà con un documentario della Bbc. Ad oggi qual è lo stato dei documentari scientifici? L’Italia ne produce?

La Rai produce pochi documentari, noi ne abbiamo prodotti alcuni in passato. Ma richiedono molto tempo e molte risorse. Con la Bbc abbiamo un accordo quadro per avere la loro produzione. Una volta in Africa per girare un documentario, che poi abbiamo acquistato, sui grandi coccodrilli, hanno fatto 4 mesi di sopralluoghi e 8 di riprese. Una cosa straordinaria. La Bbc,a differenza della Rai, fa questo e per farlo occorre un mercato mondiale. I documentari più belli erano di National Geographic, oggi sono della Bbc, ma anche di produttori tedeschi. Insomma, comperando solo i passaggi costa infinitamente meno. Tutto il resto però lo facciamo in Italia, con ricercatori italiani.