Home La Stagione Tv secondo Freccero 2: La Rai che ho visto e la Leopolda che vedremo

La Stagione Tv secondo Freccero 2: La Rai che ho visto e la Leopolda che vedremo

Prosegue qui su TvBlog il bilancio della stagione televisiva appena terminata, con una serie di interventi di Carlo Freccero.

pubblicato 23 Giugno 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 03:07

La prima puntata di questa serie, pubblicata venerdì scorso, trattava della “Questione Rai” secondo Freccero. Un argomento questo di stretta attualità, visto che proprio oggi presso gli studi Rai di via Teulada a Roma, ci sarà un convegno organizzato dall’associazione dei dirigenti Rai chiamato “100 parole per dire Rai”, che tratterà proprio di questo tema, con padrone di casa il capo dell’ADRAI Luigi De Siervo, uomo molto vicino al premier Renzi, ed una marea di invitati. Fra di loro non ci sarà però Freccero, che noi di TvBlog siamo molto felici di avere ancora una volta nostro ospite. Nella seconda puntata di questa serie di cinque, Freccero entrerà nel dettaglio della programmazione Rai di questa stagione televisiva appena terminata.

Day time di Rai1. Unomattina, quest’anno ha perso, come dato di fascia oltre 3 punti di share fra le 7 e le 9 e quasi 2 fra le 9 e le 12. Il commento ai dati

L’informazione politica è stata molto intensa in questa stagione, fra elezioni, primarie e crisi di governo. Un programma squisitamente politico, come è Agorà, ha evidentemente sottratto un po’ di pubblico a Rai1. Inoltre anche altre reti, La7 in primis, parlando dei medesimi temi politici, ha contribuito al calo di share di Unomattina. Poi ci sono le reti digitali dedicate ai bambini, che hanno tolto altri punti al mattino di Rai1. Tutto sommato mi sembra una perdita comunque contenuta e non gravissima.

Il destino della fascia del mattino. Si perdono altri punti?

Credo di si. In questa fascia oraria lavoreranno molto le reti specializzate per i bambini. Rai1 ha sempre avuto, fra le reti, il massimo investimento nella programmazione in questo slot orario. In questo momento non ha una grande concorrenza. Se Mattino 5 diventasse un programma più di servizio e meno di politica, potrebbe dare del filo da torcere ad Unomattina ancora di più.

Rai1 ha perso 4 punti nel pomeriggio. La Vita in diretta oggettivamente quest’anno non ha funzionato. Ecco le ragioni del calo d’ascolto

Il problema di questa Vita in diretta è che voleva essere sia di servizio che di infotainment ed è una cosa impossibile. O fai infotaiment o sei di servizio . Aveva questa doppia chiave, inconciliabile. La Perego è fortemente caratterizzata nell’infotaiment e Di Mare invece era l’impegno e l’informazione. Erano due personaggi che avevano forti difficoltà ad ibridarsi, perché ognuno ha un suo curriculum, una sua storia personale, un suo linguaggio. Va detto che la scelta dei 2 conduttori rispecchiava molto bene la missione che si era data questo programma ad inizio stagione, quella cioè di essere un po’ legata al passato e cioè all’infotainment e dall’altra parte di tornare all’austerità del servizio pubblico, secondo le direttive della Tarantola, che però non sa nulla di televisione. Detto questo, detto tutto.

Come sistemare la Vita in diretta?

Di consigli non ne do a gente che mi ha cacciato dalla Rai.

Rai2 nel mezzogiorno ha ancora in onda un caposaldo come I Fatti Vostri. Un programma inamovibile

Più che un programma inamovibile, Fatti Vostri è un programma immobile. Perfetto cioè per un pubblico, come quello della Rai, fatto da telespettatori tradizionali, abituati cioè a fare sempre le medesime cose. E’ un programma che ha un suo pubblico ed è molto stabile anche negli ascolti. Non crescerà molto, ma non scenderà neppure. E’ il programma dell’Italia profonda.

L’eredità ha vinto nel territorio del preserale, mentre Avanti un altro ha tenuto botta, primeggiando nel target commerciale. La generalista vince ancora in questa fascia. Ma si dovrà arrendere anche qui in futuro??

La generalista nel preserale ha il vantaggio di riuscire con questi programmi ad assecondare il flusso d’ascolto che c’è fra le 19 e le 20. Il format dell’Eredità è parallelo alla formazione dell’ascolto, per arrivare poi con la Ghigliottina finale al momento clou. E’ un pubblico tradizionale, ancora fermo all’appuntamento del Telegiornale delle ore 20.

Nell’access time Affari tuoi ha vinto la battaglia con Striscia la notizia. Le ragioni del funzionamento di questo game

Fra le 19 e le 21:10, la Rai1 ha una sua stabilità. Ha trovato dei programmi perfetti per il pubblico immobile, quello cioè che rifiuta ogni tipo di concorrenza. E’ un pubblico più anziano, che non è sollecitato a scegliere altri canali, perché è fermo e tradizionale. In Affari tuoi, poi c’è questa forma di geografia dell’Italia tradizionale. Con i tipi, con le persone che ognuna rappresenta un carattere, c’è una demografia della gente, con attenzione a mostrare il pubblico anche più bello di quello è veramente. Rai1 vince qui, perché è rimasta ferma alla sua vocazione. La sua vocazione è quella di essere una rete popolare, nazionale e tradizionale. Per quel che riguarda la pubblicità ovviamente lavora sulla quantità di telespettatori e non sulla qualità. La sua è una contro programmazione di fronte ad ogni novità.

Il prime time. Su Rai1 hanno funzionato prodotti collaudati, mentre hanno sofferto alcune proposte “nuove”. Un giudizio sull’intrattenimento di Rai1

I cambiamenti a Rai1 non hanno mai dato molto fortuna. I programmi del venerdì di Rai1 sono sulla linea di un “Furore” più familiare. Conti ha capito che il venerdì la gente ha bisogno di divertirsi, ballare e cantare ed è quello che avevo capito io con Furore. Questo tipo di show però lo devi fare al modo di Rai1. Da rete della programmazione, Rai1 è diventata rete di contro programmazione e vince quando rimane ferma a se stessa. Rai1 può tentare di fare delle novità, rimanendo però sempre nella continuità, mai rotture.

Sulla Rete 2 Pechino Express in autunno e The Voice in primavera, hanno occupato il prime time dell’intrattenimento del canale. Un giudizio su questi due programmi

The Voice mi piace molto, perché rappresenta il successo delle larghe intese: il rap collegato alla chiesa con la suora. Rappresenta a livello inconscio cosa vuole oggi il nostro paese: Renzi che unisce la destra e la sinistra. Pechino Express non mi dispiace, ma non lo lasciano esplodere. Ha delle cose molto vecchie, alla Chiambretti c’è. Avrebbe potuto essere metrosexual ed avrebbe funzionato ancora di più.

Passiamo ai talk show. Su Rai1 il regno è di Vespa ed il suo Porta a porta. Rai2 ha sperimentato con Virus di Nicola Porro e a Rai3 il principe è Giovanni Floris con Ballarò. Pregi e i difetti di questi programmi

Vespa è il talk che si adatta continuamente all’evolversi del susseguirsi delle varie repubbliche. E’ partita con Berlusconi, per arrivare poi ad invitare Grillo, che si Vespizza. Porro purtroppo rappresenta la crisi della destra classica ed è stato programmato male poverino, oltre ad essere poco caratterizzato. Floris è l’uomo del giornalismo divulgativo. E’ incline alle larghe intese della competenza: supporto numerico, esperti, grafici, tabelle e che ha compiuto un gesto simbolico di indipendenza dal potere. Un gesto che lo santifica agli occhi di un certo mondo e che rende possibile, la rifondazione sua e contemporaneamente di un “altrove” che a sua volte è in cerca di restyling. Naturalmente l’altrove, secondo i rumors, dovrebbe essere Mediaset o Rai1, oppure La7. Floris opponendosi a Renzi, è come se avesse preso il posto di Santoro, come pecora nera Rai, complice anche il Maurizio Crozza delle imitazioni anti-Renziane.

Il tifo e Notti Mondiali su Rai1

Sono un tifoso di calcio e amo il calcio internazionale. Se Renzi vedesse certi momenti di Notti mondiali, potrebbe chiedere alla Rai non 150 ma 300 milioni di euro. Mi riferisco in particolare all’episodio andato in onda mercoledì 18 giugno verso le 23:30, quando Marco Mazzocchi ha invitato il collega Eugenio De Paoli, a posare la mano sulle terga di Paolo Bonolis ospite di puntata. Il buon De Paoli, probabilmente non avendo mai visto la gag all’interno di Avanti un altro, è rimasto stordito. Uno spettacolo degno di una televisione locale, che va a citare la televisione importante. La Rai ha somatizzato di essere inferiore a Sky e si trasforma in una Tv locale, laureando la Tv di Murdoch, come vera televisione leader del futuro.

Come dargli torto? Appuntamento a lunedì prossimo con la terza puntata del Bilancio della stagione televisiva appena terminata secondo Carlo Freccero. In quell’occasione tratteremo la programmazione Mediaset di quest’annata.

(A cura di Hit)

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