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Chiambretti, Supermarket aperto fino a fine giugno: “La mia è una griffe. Faccio quel che so fare”

Il programma di Chiambretti resta nella seconda serata della rete fino alla fine di giugno, ma come già annunciato è stato confermato il rinnovo per una nuova stagione.

pubblicato 10 Giugno 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 03:34

«Se qualcuno mi compra, sa cosa compra; se interessa, l’articolo è questo; se non interessa, non ne faccio un altro. Ognuno di noi ha una griffe e quella è per sempre, pur con delle variazioni dettate dalla tecnologia di cui puoi usufruire, dei mezzi economici che ti vengono consegnati, dall’attualità che ti circonda. La griffe, o quello che qualcuno chiama chiambrettismo, rimane inalterata».

Piero Chiambretti si propone al pubblico come uno dei suoi ‘Humani’ in vendita e resta nella metafora dell’acquisto per spiegare/commentare il suo Supermarket nell’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera. A chi gli ha contestato di far ‘sempre le stesse cose’, di riproporre un puzzle dei suoi precedenti programmi, Chiambretti risponde chiamando in causa l’eziologia della sua tv, la filosofia che lo guida da tempo nella creazione dei suoi format.

«Ognuno di noi fa bene una cosa, dunque perché deve farne un’altra? È come chiedere a un chirurgo di fare l’elettrauto. La novità deve essere all’interno della propria griffe e al suo interno ognuno cerca di fare delle cose anche variegate: c’è un modo di fare un’intervista nel 1990 e c’è modo di rifarla allo stesso personaggio nel 2014. Non c’è mai carta carbone di programmi. L’innesto e l’incrocio di tanti linguaggi formano nuovi linguaggi. La ricerca esasperata del “nuovo” è un rischio che pochi prendono perché sanno che vanno incontro a difficoltà di metabolismo televisivo».

Incrocio, riscrittura, variazione dell’identico, linguaggi che si mescolano: questo è in fondo il suo Supermarket, che lo stesso Chiambretti definisce come

«…un frullato pop, una versione virale e paradossale di quello che c’è in televisione. La tv è fatta di generi che vengono declinati seriamente: in un programma come il mio, dove il direttore del supermercato è Malgioglio — e questo già delinea una precisa scelta di campo —, questi generi vengono rivestiti, trasfigurati e resi pop. Il surrogato della televisione passa attraverso gli occhi del supermarket: c’è il politico, lo sportivo, la starlette, la persona reale»

tutto insieme in una collocazione che oscilla tra le 23.00 e le 00.00, in quella seconda serata dai confini ‘fuzzy’ che di certo non aiuta la fidelizzazione e non asseconda l’atteggiamento abitudinario del pubblico tv, anche del più smaliziato.

Per adesso, quindi, l’appuntamento tra gli scaffali del Supermarket di Chiambretti si rinnova fino alla fine del mese, prima di tornare in autunno, come anticipato dallo stesso Pierino a Tv Talk qualche settimana fa. Giusto per restar in metafora, a me la griffe piace pure, anche se ne amo solo alcuni capi: talvolta, però, ho la sensazione di trovarmi di fronte sempre alla stessa collezione. Ed esco dal negozio senza acquisti.