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Rai, tetto stipendi a 240 mila euro: coinvolti anche Leone, Lei, Marano e Mazza?

Il tetto deciso dal governo Renzi sarà applicato anche a Viale Mazzini. Ma non è da escludere la possibilità di ricorsi contro tale misura adottata per ora in via precauzionale

pubblicato 16 Maggio 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 04:28

Il tetto deciso dal governo Renzi di 240 mila euro annui agli stipendi delle aziende pubbliche verrà applicato anche alla Rai. A deciderlo è stato ieri il Consiglio di amministrazione Rai, su proposta del direttore generale Luigi Gubitosi.

A quanto scrive Il Sole 24 Ore, la misura adottata dal Consiglio in “via precauzionale”, per il momento riguarderà soltanto la presidente Annamaria Tarantola, mentre gli altri dirigenti e figure professionali si sono impegnati a autoridursi il proprio stipendio.
La Tarantola passerà così dai 366 mila euro lordi a 240 mila, sempre lordi.

Secondo Il Corriere della Sera la decurtazione vale anche per lo stesso Gubitosi e altri 43 dirigenti e top manager, tra i quali per esempio l’ex direttore generale e oggi a Rai Pubblicità Lorenza Lei, il vicedirettore generale Antonio Marano, il direttore di Rai1 Giancarlo Leone, il direttore del Tg1 Mario Orfeo, il direttore di Rai Sport Mauro Mazza (Augusto Minzolini è l’unico giornalista dirigente sopra i 500 mila euro, ma ora è in aspettativa in Parlamento e non percepisce stipendio dalla Rai).

Secondo i dati recentemente forniti da Gubitosi in commissione di Vigilanza, dei 300 dirigenti (incluso proprio Gubitosi che percepisce 650 mila euro) tre guadagnano oltre i 500 mila euro, 1 tra i 400 e i 500mila euro, 4 tra i 300 e i 400mila euro, 34 tra i 200 e i 300mila euro, 190 tra i 100 e i 200mila euro, 68 sotto i 100mila euro.

Sembra comunque sicuro che l’azienda abbia deciso di chiedere adeguati pareri legali per poi procedere in futuro. Non sono infatti esclusi eventuali ricorsi contro il provvedimento adottato dal governo.

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