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Sky Tg24, per stabilizzare 14 precari i giornalisti si autotassano per due anni

Dopo un anno circa di trattative e giorni di infuocate assemblee la decisione finale è arrivata col voto segreto da parte dei giornalisti

pubblicato 18 Maggio 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 04:30

UPDATE 18 MAGGIO – Hanno vinto i sì con il 57% dei voti. La redazione di Sky ha votato a favore dell’accordo in precedenza raggiunto fra Cdr e azienda. I sì sono stati 82, i no 55. Questo significa che per l’assunzione di 13 giornalisti precari di Sky Tg24 (più un ex di Sky sport) i giornalisti assunti con contratto a tempo indeterminato si sacrificheranno: taglio dell’1,69% del reddito lordo mensile in busta paga per due anni.. Cioè 37 euro mensili per due anni per un redattore ordinario, con un aumento progressivo a seconda della qualifica. Alla fine del biennio il fondo sarà di 412mila euro, pari al 30% del costo dell’operazione. Il 70% sarà invece a carico dell’azienda.

Sky Tg24, caos tra sindacati per i 14 precari da stabilizzare con autotassazione dei giornalisti

Una vera e propria guerra sindacale si starebbe consumando, ormai da giorni, all’interno di Sky Italia. A darne per primo notizia è stato il sito Portaborse.it. Riassumiamo in breve la vicenda, che ancora oggi, 15 maggio 2014, non è chiusa.

Dopo circa 12 mesi di trattative, Cda e azienda raggiungono una bozza d’accordo per stabilizzare 14 precari di Sky Tg 24 (13 + un ex Sky Sport attualmente non sotto contratto). Il problema però è che in base a tale accordo, al fine di stabilizzare i precari che rappresentano il 10% della forza lavoro, ad essere sacrificato sarebbe, mensilmente, un 1,69% lordo delle buste paga di ognuno dei giornalisti assunti con contratto a tempo indeterminato. Insomma, una vera e propria autotassazione, per due anni.

Facendo due calcoli questo significa 37 euro per redattore ordinario, a salire progressivamente nelle gerarchie redazionali. Per un totale di 412 mila euro complessivi nei due anni: il 30% del costo della operazione nel suo complesso. Dell’altro 70 se ne farebbe carico l’azienda.
I giornalisti sembrano essere tutti d’accordo, ma la svolta arriva con una lettera di Fnsi, Federazione nazionale stampa italiana. In essa il segretario Franco Siddi chiede ai giornalisti di ripensarci o, quantomeno, di prendere tempo anche alla luce delle rassicurazioni del sottosegretario Lotti sui fondi per l’editoria assegnati entro il 6 giugno.

Viene inoltre diffusa una nota:

Gli annunciati interventi del governo in favore della stabilizzazione dei precari aprono immediate e interessanti ipotesi di accordo tra aziende e sindacati (…) I principi di riferimento dell’azione sindacale della Fnsi non hanno mai previsto (al di fuori di comprovati stati di crisi aziendale) la possibilità di intervenire con tagli sulla busta paga o sugli istituti contrattuali se non con l’accordo esplicito e personale dei singoli colleghi, che – in ogni caso – non sono in alcun modo impegnati da un’intesa raggiunta dal Cdr con l’azienda, anche quando questa fosse approvata a maggioranza dall’assemblea dei giornalisti.

Seguono giorni di infuocate assemblee (le indiscrezioni raccontano anche di uno sfiorato scontro fisico fra componenti del Cdr attuale ed ex componenti del Cdr). La discussione si allarga e coinvolge anche Stampa romana (a favore del Cdr Sky e contro la FNSI) e la Stampa lombarda, che invece spara a zero sull’accordo.

Alla fine si è scelto il voto segreto. Oggi e domani, con i corrispondenti esteri che voteranno via email. E il destino dei precari ancora tutto da scoprire.