Home Pippo Baudo Pippo Baudo a TvBlog: “Mi ero stufato di non fare niente, mi stavo intristendo, ho accettato Si può fare per sollevare lo spirito”

Pippo Baudo a TvBlog: “Mi ero stufato di non fare niente, mi stavo intristendo, ho accettato Si può fare per sollevare lo spirito”

A TvBlog Baudo spiega perché non si fa da parte come alcuni invece chiedono, dice la sua su Carlo Conti conduttore di Sanremo e precisa: “La parola format mi distrugge, io invento programmi”

pubblicato 24 Aprile 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 05:15

A margine della conferenza stampa di presentazione di Si può fare, il nuovo show di Rai1 condotto da Carlo Conti a partire da venerdì 2 maggio, TvBlog ha rivolto alcune domande a Pippo Baudo, che compone la giuria insieme a Yuri Chechi e Amanda Lear. Il punto di partenza non poteva che essere quanto dichiarato dal conduttore siciliano a Le Invasioni Barbariche in polemica con la Rai (nel post dedicato all’incontro odierno con i giornalisti potete leggere la risposta in merito di Giancarlo Leone, intervistato anche lui da TvBlog).

Considerate le polemiche delle scorse settimane, di cui abbiamo già chiesto in conferenza, con quale stato d’animo ha accettato di partecipare a Si può fare?

Mi ero stufato di non fare niente. Dopo 54 anni di spettacolo questa vacanza obbligata mi stava intristendo; quindi l’occasione di Si può fare è buona per sollevare un po’ lo spirito.

Lei è stato per anni un talent scout, in questo programma però il suo compito non è di scoprire talenti…

No, questi sono già talenti; e sono coraggiosi perché accettano una sfida in bianco e sono da rispettare.

Volendo dare una definizione di Si può fare, è un talent o un varietà?

Talent non è; è un varietà.

Il direttore Giancarlo Leone in conferenza stampa ha raccontato di averla incontrata recentemente per parlare di nuovi progetti e ha assicurato che in futuro la vedremo su Rai1. Lei conferma tutto?

Sì, confermo (ride, Ndr). Ma è più importante la sua conferma che la mia.

Di progetti negli ultimi tempi ne ha presentati…

Ne ho presentati molti, sono logorroico in questo senso. Ho voglia di inventare, di fare. Mi spendo molto, mi diverte. Inventare programmi è sempre stato il mio mestiere e non ho smesso mai un momento di farlo.

Che genere di format ha presentato?

La parola format mi distrugge perché mi fa sentire un copiatore, uno che prende roba altrui dalle casse degli altri enti televisivi e poi li adatta allo spirito italiano. Io preferisco inventare un programma ex novo; io faccio programmi, ecco!.

In conferenza stampa ha detto che non ci si deve aspettare da lei una rinuncia dal punto di vista professionale. Di fronte a lei ora ha un 25enne, mi spiega il senso della sua dichiarazione?

Non dobbiamo considerare la vita a tappe e obbligare uno a smettere ad un certo momento per cedere la parola ai giovani. I giovani vengono avanti – Carlo Conti, Frizzi, Bonolis, lo hanno fatto indipendentemente dalla mia presenza – ma considerare che un personaggio, arrivato ad una certa età, debba appendere le scarpe al chiodo mi pare che non sia giusto. In genere il calciatore poi fa l’allenatore, il direttore tecnico… perché l’artista non deve fare più niente? Deve aspettare soltanto l’arrivo della misera pensione che ti viene assegnata… è troppo triste.

Con Bruno Vespa ci sono stati chiarimenti dopo la mancata sua ospitata a Porta a Porta per i 60 anni della Rai?

No, nessuno chiarimento. I nostri reciproci comportamenti erano talmente chiari, per cui dobbiamo chiarire che cosa?

(Arriva Carlo Conti, che saluta Baudo, il quale lo ringrazia “per tutto”, e lo appella “numero 1”).

E adesso parliamo di Sanremo, dunque, visto che Leone ha annunciato che nel 2015 sarà condotto da Conti (il quale, mentre va via, ride, Ndr). Lei approva la scelta?

Gli toccava per diritto. Se ne è parlato tanto. Finalmente ci hanno pensato; devo dire che è avvantaggiato perché quest’anno non è stato un grande successo e quindi può fare bene.

Recentemente abbiamo ascoltato a La Vita in diretta l’epiteto con il quale ha definito la signora beccata in aeroporto con della droga…

Non era un epiteto, era una forma forse inurbana, eccessiva per esprimere tutto il mio disprezzo nei confronti dell’attività che la signorina ha svolto mentre rappresentava il nostro Paese e portava le valige con la cocaina. Capisce bene che questi personaggi bisogna descriverli in qualche modo; probabilmente ho usato un termine inadatto, però volevo esprimere il mio disprezzo.

Pippo Baudo