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Almost Human, su Premium Action un nuovo sci-fi tra androidi, futuro e l’unicità umana

Su Premium Action di Mediaset Premium Almost Human, serie tv con protagonista un detective che, dopo essere stato in coma, lavora con un androide capace di provare emozioni per risolvere i casi di puntata

pubblicato 1 Marzo 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 07:31

Androidi sempre più perfetti, nuove tecnologie e nuovi reati, e quindi nuove storie da raccontare: con queste premesse “Almost Human”, da questa sera alle 21:15 su Premium Action di Mediaset Premium, propone al pubblico uno sci-fi ambientato in un futuro non troppo lontano ma alle prese con numerose novità dal punto di vista tecnologico e sociale.

Lo show è ambientato nel 2048, a Los Angeles: lo sviluppo della scienza ha permesso molto progressi, ma anche l’aumento di nuovi reati connessi alle nuove tecnologie, con un incremento dei crimini del 400%. Per questo, il dipartimento di Los Angeles decide di affiancare ai propri poliziotti degli androidi, che possano capire meglio il rischio che gli umani potrebbero incontrare in alcune situazioni e poterli salvare.

Il detective John Kennex (Karl Urban) non apprezza questa decisione, soprattutto dopo che durante un’operazione il suo collega è rimasto ucciso, davanti ad un androide che non ha fatto nulla per salvarlo perchè riteneva che le sue ferite fossero troppo gravi. John, in quell’operazione, ha anche perso una gamba ed è rimasto in coma per diciassette mesi. Una volta che si riprende, con una protesi al posto dell’arto, decide di tornare al lavoro, con evidenti difficoltà sia per quanto riguarda la memoria (non riesce a ricordare cosa sia successo il giorno dell’attacco) sia per quanto riguarda la collaborazione con gli esseri artificiali.

Consapevole che John è un personaggio difficile, il Capitano Sandra Maldonado (Lili Taylor) decide di farlo lavorare non con un androide Mx di ultima generazione, ma con Dorian (Michael Ealy), appartenente ai modelli Dnr, i quali erano stati progettati per riuscire a provare emozioni umane. Dorian, meno freddo dei suoi “colleghi”, curioso e pronto alla battuta, riesce così a far tornare al lavoro John che, dal canto suo, inizia a fidarsi del nuovo collega nei vari casi. La serie segue così le vicende dei due protagonisti, aiutati dalla detective Valerie Stahl (Minka Kelly), dal detective Richard Paul (Michael Irby) e dal tecnico Rudy Lom (Mackenzie Crook).

Con “Almost Human” la Fox prova a proporre un altro sci-fi dopo “Fringe”: non a caso, il creatore della serie è J.H. Wyman, autore e produttore dello show andato in onda fino all’anno scorso, mentre il produttore è J.J.Abrams, esperto di mondi ambientati nel futuro, di nuove tecnologie e di questioni etiche da raccontare nelle sue produzioni.

“Almost Human”, infatti, forte di una gran presenza di casi di puntata, riesce anche a portarci dentro un racconto che pone dei quesiti sullo sviluppo delle tecnologie ed il loro uso. La tecnologia diventa strumento di difesa ma anche arma di criminali che fanno uso di strumenti che mettono in difficoltà le forze dell’ordine: gli androidi, quindi, diventano l’ultima spiaggia per la polizia per poter svolgere il proprio lavoro, ma significano anche una necessità di arrendersi a quello sviluppo che ha messo da parte l’unicità dell’uomo per lasciare spazio alla freddezza e razionalità della scienza.

In questo contesto, Dorian diventa la via di mezzo tra l’utilità della scienza e la natura dell’essere umano: tra emozioni ed analisi delle scene del crimine, Dorian si mostra molto più capace di lavorare con il collega umano rispetto agli altri robot, portando in tv due colleghi che, come nelle migliori tradizioni di film e telefilm polizieschi, stringono amicizia nel corso delle puntate.

Se il pilot non convince, “Almost Human” migliora nel corso delle puntate, grazie a casi di puntata che raccontano nuovi pericolosi metodi criminali ma anche la nascita dell’amicizia tra l’umano ed il robot. Siamo ancora nel mondo di Asimov, ma la serie riesce a rendere interessante ed anche divertente l’interazione tra il mondo umano e quello robotico senza evitare ripetizioni, prendendo spunto proprio da “Fringe” (e dalla quinta stagione, ambientata nel futuro), per portare il pubblico in un contesto ancora impensabile oggi, ma molto affascinante dal punto di vista tecnologico.

“Almost Human” non è ancora stato rinnovato per una seconda stagione, con ascolti, dopo la premiere vista da 9,1 milioni di telespettatori (3.1 rating nella fascia 18-49 anni), scesi tra i cinque ed i sei milioni di persone. Numeri non eccellenti ma nemmeno troppo bassi: la Fox potrebbe la possibilità a John e Dorian di poter lavorare ancora.



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