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Sogno e son desto, 25 gennaio 2014, tutte le canzoni e i duetti di Ranieri

Terza e ultima puntata per il one-man show di Massimo Ranieri che per il gran finale sfodera un parterre ancora più ricco di ospiti.

pubblicato 26 Gennaio 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 09:06

Ho finito gli aggettivi per Massimo Ranieri: è un animale da palcoscenico, in teatro e in tv e non scopro nulla di nuovo. Ha riconquistato Rai 1 dopo sette anni e questa volta Ranieri non ha voglia di far passare così tanto tempo prima di un altro one man show. Di repertorio ne ha a bizzeffe, serve solo che la Rai (che pure ci ha messo sette anni per richiamarlo, come ha fatto notare più volte stasera) decida di firmare con lui un nuovo contratto.

Mi sia concesso però qualche critica alla puntata di stasera, che ha visto una un  paio di momenti a tratti ‘imbarazzante’ e non per Ranieri. A ‘tradirlo’ le partner femminili, con le quali il Maestro sembra trovarsi meno a proprio agio vocalmente.

Apertura magnifica con Gino Paoli, che con la presenza di Stefania Sandrelli ha perso un po’ di spontaneità – e anche molta intonazione – ma per amore di un amore senza fine come quello che li lega si può sopportare tutto.

Molto meno ‘necessaria’ l’esibizione canora di Nancy Brilli e l’omaggio disordinato a Totò e la Magnani. Ma la cornice narrativa messa su da Ranieri e Pierce giustifica tutto col ‘coraggio’ di provarci. La dignità, però, ha rischiato di risentirne. Confido sul fatto che lassù Totò e Anna Magnani si siano distratti.

Completamente fuori contesto Irene Grandi, che ha finito per fare un mini concerto nel quale Ranieri in fondo non è mai riuscito ad entrare se non in Come tu mi vuoi, che infatti non è della Grandi.

Per fortuna arrivano Giorgio Albertazzi e Morgan. Il primo regala un monologo di Amleto completamente trasformato e un momento di vera commozione e affetto con ‘Massimuccio’, per il quale arriva anche a cantare per la prima volta in 90 anni su un palco. Con ‘Marchitiè’ Castoldi, in arte Morgan, invece, si allestisce un vero e proprio show nello show, travolgente per l’energia e il divertimento che i due manifestano nel duettare su una versione di ‘O sole mio riscritta tra jazz e Brahms, prima di spaziare nel mondo del cantautorato italiano anni ’50 e ’60. Se fossero stati da soli si sarebbero divertiti lo stesso: il pubblico era un accessorio.

A proposito di pubblico, stasera li hanno incollati alle sedie, ma hanno acceso i microfoni in studio facendo così sentire a casa la platea cantare con Ranieri. Finalmente non si è ripetuto l’effetto acquario della scorsa volta.

Insomma, Ranieri dà il meglio con i colleghi, da Bocelli a Battiato, da De Gregori a Morgan, e molto meno con le signore, con la sola eccezione per quel momento di puro affetto con Patty Pravo.

Nel complesso tre puntate in fondo molto diverse: più concentrata sul proprio repertorio e su quello classico la prima, aperta alle contaminazioni la seconda, forse un po’ troppo popolata la terza, che con troppi ospiti ha finito per allentare la narrazione, per dare meno risalto alla potenza scenica e alla voce di Ranieri, messasi quando ha potuto al servizio degli ospiti, con tanti errori, però, tanti attacchi sbagliati, tante parole dimenticate. Non è un male, sempre che non si arrivi a percepire quel senso di pesce fuori d’acqua avvertito con la Grandi.

Ma non è nulla, non è che un accidente in una partitura di qualità. Probabilmente la seconda è stata la puntata più equilibrata e più emozionante, anche se il filotto di pezzi dell’ultima parte della prima puntata non ha avuto eguali. E se ci mettessimo anche il duetto con Morgan della terza probabilmente uscirebbe la sintesi perfetta.

E che dire del tango argentino ballato su una versione assolutamente irriconoscibile di Agata, tu mi capisci, macchietta a evidente doppio senso che mai avrei immaginato come base per Miguel Angel Zotto. Complimenti a chi c’ha pensato.

Chapeau alla scrittura, dunque, chapeau alla voce, all’energia, all’interpretazione del Maestro. Chapeau a uno spettacolo serratissimo, tutto ritmo, che non ha concesso nulla ai luoghi comuni della liturgia tv, ma che si è mantenuto forte nella sua struttura grazie a una colonna come Ranieri. Tutto ruota intorno a lui e solo lui può far fare cose impossibili a ospiti che rischierebbero di essere ridicoli o incredibili. Lui che recupera nel repertorio Avitabile e Nino D’Angelo, Pino Daniele e Umberto Bindi, Battisti e Tenco, Mia Martini e Carosone, rendendo il tutto armonico.

E ancor prima degli ascolti di domani ci vorrebbe un bel grazie da parte di mamma Rai. Magari sotto forma di contratto: Ranieri gradirebbe.

Sogno e son desto, foto ultima puntata – 25 gennaio 2014 – ultima puntata
























Sogno e son desto, 25 gennaio 2014, live su TvBlog

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00.38 E saluta, andando via di spalle. Il sipario si chiude. Standing ovation e chapeau. Ora lodi e riposo. E magari un altro contratto per la prossima stagione.

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00.34 No, ma c’è un piccolo bis per andar via. Meno male. Tocca a Luna Rossa.

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00.31 E prima dell’acuto finale Massimo Ranieri saluta e ringrazia i tecnici, il personale, l’orchestra, la regia di Celeste Laudisio, la Rai che gli ha dato la possibilità (anche se dopo sette anni, aggiunge) di tornare in tv, a Ivan Pierri alle luci (che fa miracoli, lo dico io). Spera di rivedere tutti prima di altri sette anni. Peccato che sia costretto a rompere la magia per lanciare Braccialetti Rossi. La chiusura era venuta bene.

00.30 Ranieri guarda complice Ballandi (almeno credo) e ntanto tutto il personale di studio, oltre al pubblico, canta Perdere l’amore

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00.27 E siamo davvero alla fine. “E adesso io vado via”, inizia così questa volta “Perdere l’amore”. Io inizio a fare la standing ovation. (c’è uno che canta a squarciagola stonatissimo che entra nei microfoni, è fantastico…)

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00.23 Un pezzo di Raffaele Viviani prima di Canto ‘e primavera di Enzo Avitabile. E torna Stefano Di Battista.

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00.20 Si salutano con un grande abbraccio. “Ciao Marchitie'” lo saluta Ranieri. Momento davvero bellissimo. Complimentoni.

00.17 E dopo Il mio Mondo di Umberto Bindi cantano Lontano dagli occhi di Sergio Endrigo e poi Ritornerai, di Bruno Lauzi. Bellissima.

00.15 Due pazzi scatenati. Ranieri si diverte come il pazzo, Morgan mi sembra addirittura in soggezion. Evabbè, inutile fare un confronto vocale. Ma insieme so’ proprio belli. Stanno bene insieme, ecco. Cioè, se stessero a casa di uno dei due sarebbero contenti uguale…

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00.13 Morgan canta in inglese e Ranieri in italiano/dialetto Io che non vivo più di un’ora senza te.

00.12 Ora però Morgan canta una versione inglese di Resta cu’ mme, di Domenico Modugno.

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00.10 La linea melodica della voce non mi sembra molto diversa, la base al piano la trovo molto bella, con innesti della Danza ungherese di Brahms. Perché? Una scelta filologica in un certo senso, visto che il brano fu scritto ad Odessa, pensando al sole di Napoli.

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00.06 “Abbiamo inciso questo pezzo dopo sei ore di prove, mi ha rivoluzionato questo mito della musica mondiale e sono fiero di averlo qua”: eccolo Morgan. Mai visto così ordinato e ben pettinato. E presentano la loro versione minimalista jazz noir di ‘O sole mio.

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00.02 Ancora un brano (e manca ancora Morgan), Ho bisogno di te. Ed è il momento della ‘distensione’. Riecheggia un Vasco Rossi questo pezzo…

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23.59 Dopo una lezione di lessico napoletano si canta Nino D’Angelo, ‘A storia ‘e nisciuno.

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23.52 E dopo il Tango di Miguel Angel Zotto arriva Ti Penso, portata a Sanremo 1992.

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23.50 Ah però, che fisico Daiana Guspero…

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23.46 Ohhhhhh, finalmente si balla tango. Sul palco il più grande tanguero del mondo Miguel Angel Zotto. Silenzio, io guardo Zotto che balla su Agata, tu mi capisci, un pezzo classico della macchietta napoletana. Fantastico.

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23.43 Ma non c’è tempo. Subito si passa a cantare Ti parlerò d’amore.

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23.40 Ma con una fretta improvvisa, Albertazzi non fa neanche finire la musica per dire un sonetto. Quasi a voler far dimenticare le sue incertezze canore. Quasi un addio al suo pubblico. Commovente. E abbracciando Ranieri si sente sussurrare “Ciao Massimino, ti voglio bene”. Stretta al cuore.

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23.38 E per la prima volta Albertazzi canta. Canta! A 90 anni canta in tv. Si perde il tempo, ma non importa. Canta Que reste-t-il de nos amours di Charles Trenet. E mi ritrovo a sorridere…

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23.35 “L’uomo non mi interessa più….” E sotto forma di un dialogo Albertazzi recita il classico monologo di Amleto, senza quasi che il pubblico se ne accorga, trasformandolo, plasmandolo, rendendolo una sorta di conversazione colloquiale, spontanea, casuale. Fantastico.

23.34 “Il teatro non è solo il regno della parola, ma del silenzio udibile” dice il maestro, che Ranieri in fondo ospita per una lezione su quanto sia bello andare a teatro. Educazione alla cultura in tv.

23.32 Continua a fare il pienone in teatro e va detto che il palco tiene giovani, a vederli tutti e due lì a fare show. “Ma sai perché c’è sempre la fila ai miei spettacoli? Perché pensano che sia una delle ultime volte che possono vedermi…”

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23.30 “Che vi posso dire? Vi voglio bene. Siete la mia vita. Senza di voi non sarei nessuno” dice il Maestro con i suoi 90 anni da compiere ad agosto.

23.29 Oh, su, torniamo a fare sul serio dopo la parentesi Brilli e Grandi. Ops, forse troppo sul serio. Tocca al “grandissimissimissimissimo” Giorgio Albertazzi. E qui scatta la standing.

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23.24 Arieccoci.Un verso di Pablo Neruda apre la terza parte del programma. E parte, così, d’amblè, Margherita, di Riccardo Cocciante.

23.22 Tg1 60 secondi.
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23.17 Ok, la Grandi non c’entra veramente nulla con questo show. Mi spiace, ma non è proprio ‘estranea’ al tutto. Come ci si è trovata? Chi ha sostituito? (Ok, so’ cattiva, ma è completamente fuori dalla narrazione). E stasera a ogni fine blocco ospiti pubblicità. E mi sa che ce n’è molta più delle altre sere. O almeno ho questa sensazione.

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23.15 E già, e Bruci la città dove la mettiamo? Voglio il mash-up con Se bruciasse la città.

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23.13 Dopo un breve momento per prendere fiato si ricomincia con Come tu mi vuoi, che la Grandi ha re-inciso. E qua sono tutti e due a loro agio.

23.11 Ranieri la vede bene come attrice, lei dice di aver fatto “Il barbiere di Rio”. Uhm.

23.09 Tocca a La tua ragazza sempre. I miei timori sono stati confermati: Massimo Ranieri sta a Irene Grandi come io sto alla pasticceria. Insomma, non c’entriamo nulla.

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23.06 Un assaggio di Prima di partire per un lungo viaggio, quindi Se mi vuoi, che la Grandi ha cantato con Pino Daniele. Ma Ranieri in questo pezzo non ci sta proprio dentro, e no. Diciamo pure che lo massacra…

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23.02 E c’è con lui Stefano Di Battista.
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22.59 Si cita Don Lorenzo Milani (“Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri…”) per introdurre Almeno tu nell’universo, di Mia Martini. E l’affanno di prima sparisce.

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22.56 Semi mash-up con Tammurriata nera. (Comunque col marrone Ranieri sta meglio…)

22.54 La regia stasera è già in vacanza? O è l’orchestra che perde colpi? Jingle e attacco insieme. Ma ecco il mito Carosone, Caravan Petrol. Con coreografia di Goodman. Ma l’arrangiamento arabeggiante non mi piace. E Ranieri sembra quasi sembra quasi senza fiato. Ha corso?

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22.50 Anna e il Principe perdoneranno lo scempio. Pubblicità.

22.47 Nancy Brilli indossa l’abito originale che indossava Anna Magnani in uno sketch con Totò, Geppina donna di fumo (“Geppina Geppì, la tua voce…”).

22.45 Ranieri racconta che è grazie ad Anna Magnani e Vittorio De Sica che ha iniziato a cantare classici napoletani.

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22.41 A 40 anni dalla sua scomparsa Ranieri ricorda Anna Magnani con Nancy Brilli che prova ad intonare Quanto sei bella Roma. Ma non ha voce? O non l’ha mai avuta?

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22.36 “40 anni fa Charles Aznavour raccontava coraggiosamente un modo di amare”: così Ranieri introduce Chansons – (Un uomo o) Quel che si dice, una delle prime canzoni sull’omosessualità. Bella, non l’avevo mai sentita. Non capisco perché Ranieri però debba usare la gestualità macchiettistica da effeminato che proprio il brano condannava. Ne riportiamo un estratto.

Però è la notte dove so,
Che io do tutto quel che ho, sono un artista.
Eseguo un numero speciale,
Che chiudo col nudo integrale, che mi si addice
E nella sala vedo che, i maschi dicono di me
“E’ un uomo o quello che si dice”…
(…)
C’è qualche ritardato che,
Crede di scimmiottare me, con l’ancheggiare
Povera gente che non sa
Quanto ridicola si fa da compatire…
(…)
Però non mi guardate mai,
Con aria di severità giudicatrice,
Che colpa posso avere se,
Madre natura fa di me:
“Un uomo o quello che si dice”…

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22.33 E torna Badarà Seck, il cantante senegalese con cui Ranieri collabora da tempo. Bell la coreografia circense di Bill Goodman.

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23.30 Dopo una freddura di Gino Bramieri ‘E spingule francese.

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22.26 Il mare di Napoli era il ‘cinema’ di Ranieri: tutto succedeva lì. Il tutto per cantare Io te voglio assaje: basta l’attacco per far applaudire il pubblico a scena aperta. Pubblico che canta con lui. Ah, hanno deciso di lasciar aperto l’audio in sala. Bravi!

22.25 L’assistente di studio si sbraccia per far applaudire il pubblico. Ma direi che non ce n’è un gran bisogno. Un euro per farli iniziare 100 per farli smettere.

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22.20 E va via suonando la sua armonica a bocca, Bennato. La delicatezza prima della pubblicità.

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22.17 Bennato dedica L’isola che non c’è a Sabin, che inventò il vaccino per la poliomelite e non registrò il brevetto per renderlo gratuito. Ecco, quando si parla di musica leggera…
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22.14 E dopo un pensiero a Tortora ecco Il gatto e la volpe. Toh, il pubblico non ce la fa più e si è alzato a ballare.

22.13 “Io ho sempre il cassetto pieno di progetti. Vedi che poi servono. Dopo sette anni mi hanno chiamato a fare questo show” dice gongolante Ranieri…

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22.11 E per la gioia della Lega Nord ecco Italiani.

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22.09 Ranieri continua a regolare gli ascolti. Con Bennato ha qualche problema, anche con gli attacchi.

22.07 E con l’uomo band Bennato (chitarra, armonica a bocca, tamburo a piede), Ranieri duetta su Sono solo canzonette. Un cult.

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22.05 Ma tanto solo non è adesso, perché arriva Edoardo Bennato.

22.02 Ranieri racconta: 1975, lui aveva 24 anni, aveva già venduto milioni di dischi, la famiglia stava bene ma in lui si era rotto qualcosa, era portato in giro come un pacco postale. E voleva fare teatro. Si prese una pausa dalla musica leggera. Una decisione difficile: il mio manager mi guardò con la sua solita aria strafottente: “Non sarai più nessuno e se smetti di cantare non bussare più qui, nessuno ti aprirà”. Chi era ‘sto manager? E lui si ritrovò solo.

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21.59 Subito pronti per Quando l’amore diventa poesia, dal suo repertorio.

21.55 Canta tutto il pubblico stasera incredibilmente fermo sulle sedie. Ok, ce l’hanno incollato. Pubblicità.

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21.51 Angolo animali con la storia del cane Athos che scelse di morire con la nave sulla quale aveva vissuto rifiutando di abbandonarla. E vai con Maruzzella. Si resta in tema ‘mare’.

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21.48 E vai con la macchietta napoletana. Ecco M’aggia cura’ (“‘a faccia d’o pazzo ‘a faccio pe’ tte“).

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21.46 E vanno via così, l’uno sotto il braccio dell’altra.

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21,43 La Sandrelli ci ha preso gusto e ‘stona’ anche Quattro amici.

21.43 Comunque quando vedi Paoli e Sandrelli insieme pensi sempre che siano sul punto di rimettersi insieme.

21.42 “E’ stato bellissimo! Ne avevo una voglia!” dice sollevata e contenta la Sandrelli. Il pubblico non è molto d’accordo.

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21.40 La Sandrelli dedica al suo pubblico Nun è peccato di Peppino Di Capri. Perché, Stefania? Perché? Diciamo che non è proprio una esibizione impeccabile, per voce, pronuncia etc etc. Ma lo sguardo tenero di Gino Paoli potrebbe dare un senso al tutto.

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21.37 E parlando di amore ecco la Sandrelli, che si dice emozionata, non vuole svenire e legge il gobbo…

21.36 Ranieri si ispira a Marzullo per chiedere a Gino Paoli cosa sogna: “Un mondo migliore, per i miei figli. Ma il mondo migliore lo facciamo noi”. Vabbè, facciamo entrare Stefania Sandrelli.

21.35 Si ricorda che Sapore di Sale arrivò ultima al Cantagiro. C’è speranza per tutti.

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21.32 Stranamente nessuna standing ovation prima dell’intervista in cui si raccontano i precedenti di Paoli, che ha scoperto molti talenti. “Pensi che possano venire fuori talenti dai talent show?” chiede Ranieri. “Non lo so, i talenti si riconoscono ancor prima che cantino. Talento significa saper qualsiasi cosa bene. E del resto mi ricordo uno scugnizzo di 14/15 anni che venne alla RCA…”. E si parla di Massimo, sempre di Massimo….

21.31 Comunque ogni volta che lo vedo, Gino Paoli è vestito sempre uguale…

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21.29 Mamma mia, senza pausa. Ed è Senza fine.

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21.28 Oddio, guarda il pubblico quasi stupito prima di cantare La gatta. E quando canta “la stellina che ormai non vedo più” mi commuovo sempre…

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21.26 Ed ecco Sapore di Sale

21.26 Il pubblico urla “Gino Gino” ma lui è imperturbabile. Sembra sempre che non sia un fatto suo…

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21.23 E subito dopo lo struggimento, anche se si sbaglia qualche parola e qualche attacco. Ecco Gino Paoli per un duetto su Che cosa c’è. Capolavoro.

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21.22 Lo accompagna un coro gospel.

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21.19 Si stendono mani? E allora ecco che Ranieri sfodera “Le Mani” di Edoardo De Crescenzo.

21.17 C’è poi il classico inizio Musical per poi lasciare spazio a un monologo sulla ‘dignità’. “Sai come si fa a non perdere la dignità? Non stendere mai la mano” gli diceva il padre. E si canta subito.

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21.14 Ranieri apre col tip Tap. Ecco era stanco.

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21.06 E intanto il concorrente di Affari Tuoi è rimasto in gara con 250.000 e 500.000 euro. Per la cronaca, Alessandro Abba da Savona ha vinto 250.000 dopo averne rifiutati 320.000.

20.50 Pochi minuti all’inizio della terza e ultima puntata dello show di Massimo Ranieri. L’istrione sembrava un po’ affaticato nel collegamento live con il Tg1. Ma ‘conoscendolo’ appena ‘si alzerà’ il sipario passerà tutto…

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Massimo Ranieri saluta il pubblico di Rai 1 con un’ultima puntata di Sogno e son desto zeppa di ospiti, che seguiremo anche stasera, sabato 25 gennaio, live su TvBlog.

Il ‘cantattore’ e il produttore Ballandi sembrano aver riservato per il gran finale anche i fuochi d’artificio, con un parterre che spazia tra la musica e la danza, passando per il cinema e il teatro.

Ranieri potrà duettare con Gino Paoli, Edoardo Bennato e Irene Grandi, creerà di certo qualcosa con Stefano Di Battista e avrà modo di dividere il palco con Giorgio Albertazzi, Stefania Sandrelli e Nancy Brilli. Il teatro sarà quindi uno dei fulcri di questa puntata e chissà se dopo aver recitato sonetti di Shakespeare e poesie di Totò e Alda Merini non abbiano pensato a qualche scena ‘di gruppo’. Non mancherà un po’ di spazio per la danza, con Miguel Angel Zotto, grande maestro di tango argentino col quale potrà sfogare la sua passione per il ballo. E la sorpresa della serata sarà la partecipazione di Morgan.

Insomma, in crescendo continuo in queste tre settimane di spettacolo, nel corso delle quali non ha rinunciato alla sua tournée in giro per l’Italia. Ora si commiata da Rai 1, dove è tornato a intervalli di sette anni per i suoi show. Ma visti i risultati delle prime due puntate mi sa che Giancarlo Leone ha già pronto un contratto per la prossima stagione tv.

Appuntamento con la terza e ultima puntata di Sogno e son desto live su TvBlog a partire dalle 21.10. Nel frattempo vi lasciamo al servizio realizzato da Porta a Porta sulla carriera di Ranieri.