Home Le Iene e il caso Stamina, Parenti: “Non abbiamo mai detto che la cura potesse funzionare”

Le Iene e il caso Stamina, Parenti: “Non abbiamo mai detto che la cura potesse funzionare”

Le Iene e il caso Stamina: Davide Parenti risponde alle critiche dicendosi certo che il suo show non abbia mai spettacolarizzato il dolore infantile.

di grazias
pubblicato 23 Dicembre 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 10:20

Siamo un varietà, ma un varietà anomalo. Con queste parole Davide Parenti, l’ideatore de Le Iene, definisce il suo show durante un’intervista a La Stampa in cui tratta del controverso Metodo Stamina. Come tutti sappiamo, il programma di ItaliaUno si è concentrato moltissimo su questa tipologia di cure compassionevoli promosse dal Professor (laureato in Lettere e Filosofia) Vannoni, dando largo spazio di puntata in puntata ai benefici che i pazienti (in genere bambini) sembravano trarne. Oggi la situazione si è fatta ancora più delicata. Analisi dei Nas hanno riscontrato l’assenza di cellule staminali nel protocollo della terapia e, addirittura, alcuni genitori hanno deciso di denunciare Vannoni per truffa. Come si pongono Le Iene davanti a tutto ciò? Ecco la risposta di Parenti:

Abbiamo solo cercato di capire, di spiegare. Abbiamo cominciato a seguire la storia di un bambino di Trapani, che ha fatto quelle infusioni, ed è stato un poco, un pochissimo meglio. Ma è stato meglio. E allora ne abbiamo seguiti altri di bambini malatissimi, che da quelle cure compassionevoli traevano un sollievo. Lo dicevano i loro genitori, lo dicevano i medici che li seguivano. Noi abbiamo avuto curiosità per un tipo di cure, ripeto compassionevoli, che mandavano dei segnali. Come con il metodo Zamboni. Io credo che adesso si sia scatenata una caccia alle streghe con la quale non sono d’accordo.

I servizi di Giulio Golia sul Metodo Stamina sono stati più di una ventina. Un vero e proprio bombardamento mediatico su una questione dai contorni tuttora poco chiari ma che, ai tempi, non ha potuto fare a meno di commuovere l’opinione pubblica tutta. Magari creando anche false illusioni di guarigione nei malati o nei genitori di bimbi affetti da Sma1? Secondo Parenti questa ipotesi sarebbe assolutamente fuori discussione:

Attenzione, noi non abbiamo mai detto che la cura funziona. Abbiamo visto, rendendone testimonianza, che manda dei segnali. Sono dei condizionamenti psicologici, dei placebo, sono quello che vuole lei. Ma ci sono. Basta guardare le cartelle cliniche.

Insomma, quella de Le Iene, secondo Parenti, non sarebbe stata una spettacolarizzazione del dolore (anche) infantile, ma una vera e propria ricerca della verità realizzata con mezzi televisivi sì, ma non per questo meno efficaci:

Abbiamo seguito la storia di Sofia e degli altri bambini con molto rispetto. Può darsi che la madre di Sofia abbia le traveggole e che Vannoni sia un poco di buono, ma noi almeno abbiamo cercato di capire che cosa succede, se è vero che ci sono dei piccoli miglioramenti nella salute dei bambini, curati con Stamina da genitori disperati. E ci sono le cartelle cliniche a dimostrare che qualche miglioramento c’è. Non siamo noi delle Iene, a dover dimostrare che i protocolli scientifici sono stati rispettati oppure no. Ma se genitori e medici ci dicono che un miglioramento c’è stato, non possiamo tacerlo. C’è una sola parola per descrivere quello che noi abbiamo fatto: abbiamo raccontato. E racconteremo ancora molto su questa vicenda, che è intricata e contraddittoria.

Ora non ci rimane che rigirarvi la domanda: Le Iene hanno esagerato sul Caso Stamina oppure il loro è stato un vero e proprio servizio pubblico ai cittadini?

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