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Stasera “L’Ultimo dei Corleonesi”

Andrà in onda questa sera in prime time su Raiuno il film per la tv “L’ultimo dei Corleonesi“, diretto da Alberto Negrin che si avvale di ben due premi oscar con le musiche di Ennio Morricone e i trucchi di Manlio Rocchetti. Prendendo spunto dalla cattura di Bernardo Provenzano il film si propone di ricostruire

14 Febbraio 2007 17:40

Una foto della cattura del Boss Provenzano Andrà in onda questa sera in prime time su Raiuno il film per la tv “L’ultimo dei Corleonesi“, diretto da Alberto Negrin che si avvale di ben due premi oscar con le musiche di Ennio Morricone e i trucchi di Manlio Rocchetti.
Prendendo spunto dalla cattura di Bernardo Provenzano il film si propone di ricostruire la storia dell’ascesa e della caduta dei tre capi del Clan di Corleone che ha guidato la Mafia per più di 50 anni: Luciano Liggio, Totò Riina e, appunto, Provenzano.

Il film è una produzione Rai Fiction-Palomar Endemol ed è stato finito di girare a Dicembre dello scorso anno, la fase di post-produzione è stata rapidissima e l’obiettivo della Rai è chiaro: battere la concorrenza sul tempo su un tema di stretta attualità come la cattura (avvenuta all’indomani delle ultime elezioni politiche) del super-latitante. Canale 5 infatti sta per mandare in onda a Marzo la fiction “L’ultimo padrino” di Marco Risi con Michele Placido nei panni di Provenzano ed è stato fatto di tutto perchè la tv di stato non perdesse il primato nel raccontare per prima in forma romanzata l’ultimo degli eventi cardine della lotta alla Mafia.

Il debutto di stasera de “L’ultimo dei Corleonesi” ha già fatto registrare una polemica non inusuale per questo tipo di prodotto televisivo. Il primo a lamentarsi, dopo averlo visto in anteprima, è stato il Procuratore nazionale Anti-Mafia Piero Grasso.

Grasso ha trovato “imbarazzante” che fra i tanti uomini delle forze dell’ordine e della magistratura impegnati nella lotta alla Mafia solo la sua figura abbia trovato spazio nel film tv. Una critica che pare sensata, anche senza aver visto ancora la fiction.

Oltre a questo Grasso ha rimproverato il tono generale del film-tv che mettendo in bocca all’interprete di Provenzano una frase (francamente paradossale) come “Lo Stato vince sempre” sembra, a detti di molti, dare la sensazione che la lotta al fenomeno mafioso si sia di fatto conclusa con un successo pieno ed indiscutibile nell’aprile scorso.

Le parole del Procuratore sono inequivocabili:

“Certamente un fatto come la cattura di Provenzano non diventa storia solo perché diventa un film televisivo: la storia vera si costruisce mano a mano quando tutte le verità verranno a galla” […] “Sarebbe meglio che la televisione si occupasse più spesso di mafia spalmando la programmazione in più serate, anziché mandare in onda una programmazione di fiction e documentari concentrata in pochi giorni: e soprattutto i telegiornali dovrebbero contribuire a mantenere alta l’attenzione su Cosa Nostra”.

Oltre a questi elementi molta perplessità ha suscitato la decisione di non nominare Tommaso Buscetta, il primo pentito, e di “omettere” strategicamente i cognomi di politici coinvolti con la Mafia, come Vito Ciancimino e Salvatore Lima. Delle scelte onestamente imbarazzanti per una fiction che si candiderebbe a raccontare La Storia e non “una storia“.

Il regista Negrin si è difeso da queste accuse dichiarando:

“Il film ha una sua logica, una sua coerenza. Il tentativo è diverso dal solito, le critiche derivano da un’abitudine, da uno standard di fiction che prevede la solita caccia del poliziotto, i pedinamenti e le intercettazioni. Per questo cliché narrativo bisognerà vedere la fiction su Canale5, L’ultimo padrino, che peraltro non userà, a quel che mi risulta, i nomi veri”.

Lo stesso produttore per Palomar, Carlo degli Esposti, è intervenuto nella polemica difendendo a spada tratta il suo film, rispondendo a Grasso e insistendo sullo stesso confronto con la prossima mini-serie di Canale 5:

«Semplicemente il procuratore prova imbarazzo nel risultare l’unico esempio di lotta antimafia. Del resto, dovevo sintetizzare sessant’anni. Cosa diranno, allora, quando arriverà la fiction di Canale 5, dove Provenzano neanche viene chiamato per nome?»

Chissà quale fra i due contendenti riscuoterà un maggior successo di pubblico, su Tvblog saremo pronti a raccontarvelo.

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