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Andrea Vianello a TvBlog: “Gli ascolti di Report saliranno. The Newsroom flop? Giusto sacrificare share per prodotto di qualità”

Con il direttore di Rai3 TvBlog ha parlato anche di Masterpiece, il primo talent show dedicato agli scrittori di libri

pubblicato 14 Novembre 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 11:55

A margine della conferenza stampa di presentazione di Masterpiece, il primo talent dedicato agli scrittori, TvBlog ha posto alcune domande ad Andrea Vianello. Con il direttore di Rai3 non abbiamo parlato soltanto del programma la cui giuria è composta da Andrea De Carlo, Taiye Selasi, Giancarlo De Cataldo e il cui coach/conduttore è Massimo Coppola, ma anche della nuova collocazione nel palinsesto di Report e delle difficoltà della terza rete della tv pubblica nelle serialità.

Come mai avete scelto per la giuria e la conduzione di Masterpiece scrittori non propriamente popolari per il pubblico televisivo? Per dirla in maniera più esplicita, perché manca un Aldo Busi?

Diciamo che sono tre scrittori importantissimi, due molto famosi in Italia. Poi i talent servono proprio a portare in televisione persone che non ci sono mai andate. In verità siamo abituati a vedere De Cataldo in televisione intervistato per i suoi libri; conosciamo De Carlo come uno dei principali scrittori italiani. Taiye Selasi è una scoperta per il pubblico italiano, ha un romanzo in questi giorni in libreria. Io penso che sia davvero una bella giuria dal punto di vista della dinamica: volevamo l’autorevolezza ma anche la brillantezza, la vivacità culturale di tre persone che si mettono in ballo e interagiscono con grande capacità.

La mia domanda nasce anche dalla scelta del conduttore Coppola, che, pur avendo molta tv alle spalle, non è certamente popolare…

Non è un conduttore, è un coach. Questo programma è senza conduttore, come nello stile dei talent più moderni. A Masterpiece c’è una giuria, un coach, un racconto e la voce fuori campo che racconterà gli snodi. Sì, dici che non c’è il grande nome televisivo? Beh, per noi questa è una sfida ulteriore. Massimo Coppola in televisione ha fatto cose importanti, ha una grande presa, è un brillante conduttore. La forza televisiva di Andrea, Giancarlo e Taiye la dimostreranno nei fatti.

La prima serata di febbraio 2014 ci sarà se gli ascolti della prima fase saranno positivi? Lei ha già detto che gli ascolti non sono la priorità, però…

È un progetto talmente nuovo che io faccio fatica a prevedere un dato.

Un obiettivo di share lo avrete, anche se non lo dite…

Sì, però, insomma… stiamo a vedere. Punto molto che sia un prodotto qualitativamente importante e che riesca a cogliere la difficilissima sfida di coniugare il linguaggio televisivo moderno e quello più antico della scrittura. Ora faremo le seconde serate, poi l’obiettivo naturalmente è di andare in prime time.

La nuova collocazione di Report al lunedì ha penalizzato il programma di Milena Gabanelli?

L’idea dello spostamento al lunedì di Report e di Presadiretta abbiamo pensato fosse importante per due motivi: avevamo tre prodotti molto forti, entrambi la domenica, Che tempo che fa, Report e Presadiretta; c’era poi il lunedì per il quale Rai3 faticava a trovare un prodotto adeguato. La rete soffre le cosiddette ripetute, cioè i film e i telefilm. Quindi abbiamo pensato di mandare in prime time tutti e due i prodotti forti. Fabio Fazio fa una cosa innovativa conducendo un programma che inizia alle 20.10 e finisce alle 22.30: è un talk che dalla parola si trasforma in vero e proprio show. È una novità di linguaggio televisivo. E abbiamo provato a creare un giorno dedicato alle grandi inchieste: siamo l’unica generalista che manda inchieste e reportage in prima serata. I risultati? Il lunedì ci sono tre programmi che fanno informazione e Report, come Presadiretta, batte regolarmente e ampiamente la concorrenza. La forza dell’inchiesta, il marchio di Report è così forte che non c’è talk sull’attualità che tenga. Gli altri due programmi (Piazzapulita su La7 e Quinta colonna su Rete 4, Ndr) spesso fanno insieme quello che fa da solo Report. Poi è una nuova abitudine che bisogna trasmettere al pubblico, bisogna dare un po’ di tempo. Sono convinto che concedere una prima serata tutta alle inchieste sia una risorsa importante per la rete. I dati per il prime time comunque sono per noi ottimi; gli ascolti di Report e Presadiretta saliranno.


Veniamo ai flop di The Newsroom e Scandal. Pensate di aver commesso qualche errore nella promozione o per esempio nel non essere riusciti a creare un evento televisivo?

Niente da rimproverarci, assolutamente no. La promozione? Sarebbe facile dire lo abbiamo promosso male e poco. No, The Newsroom lo abbiamo promosso tanto. Sapevamo che portavamo un prodotto molto complesso per la tv generalista; The Newsroom è al primo passaggio in assoluto, non è andato neanche sulla piattaforma Sky, come invece Scandal. Ciononostante pensiamo che da una rete come la nostra non si possa escludere un linguaggio moderno come quello dei seriali americani. The Newsroom peraltro si sposava perfettamente con la nostra identità di rete. Sarebbe stato un peccato che gli italiani non vedessero The Newsroom. Certamente ne stiamo pagando il prezzo, gli ascolti sono molto più bassi rispetto alla media di rete.

C’è un’idea per risollevare gli ascolti o ormai è andata così?

Ora The Newsroom lo rimandiamo il sabato pomeriggio dopo TvTalk; peraltro sommando i telespettatori del venerdì sera e quelli del sabato, nell’arco di 24 ore quindi, superiamo il milione di spettatori. The Newsroom è complesso, non è soltanto il racconto avvincente di una redazione giornalistica, entra dentro le notizie, è molto americano, è molto parlato. Sarebbe stato un delitto se il pubblico italiano non lo avesse visto, il rischio c’era. Il servizio pubblico ha deciso che un prodotto di qualità così importante valesse il sacrificio di qualche punto di share. È una scelta che rivendico… non abbiamo mai pensato che potesse fare il 10%, la televisione la conosciamo. Ma abbiamo detto ‘è talmente bello che vale la pena’.
Per quanto riguarda Scandal, sono convinto che piacerà; é un prodotto più largo, da domani andranno in onda il venerdì sera due puntate di Scandal e una di Newsroom; siamo fiduciosi. Sappiamo che il pubblico di Rai3 è abituato a vedere programmi di produzione, ma non possiamo fare produzioni 7 giorni su 7…

Per questioni economiche…

Sì, anche. È giusto che in una tv generalista ci siano tutti i linguaggi. The Newsroom è un alimento molto raffinato, sofisticato e per questi bisogna educare il palato.