Home Maurizio Crozza Rai, Gubitosi: “Crozza fermato dai politici, ora basta interferenze”. La replica del Pdl

Rai, Gubitosi: “Crozza fermato dai politici, ora basta interferenze”. La replica del Pdl

Renato Brunetta replica parlando di un’azienda in difficoltà morale e accusando Gubitosi di aver insultato la Commissione di Vigilanza.

pubblicato 24 Ottobre 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 12:49

Il direttore generale della Rai Luigi Gubitosi ieri ha parlato ufficialmente del caso Crozza, chiusosi qualche giorno fa con il mancato passaggio del comico sulla tv pubblica e il suo rinnovo (triennale) per La7. Gubitosi in Commissione parlamentare di Vigilanza Rai (l’audizione integrale), rispondendo ad una domanda di Maurizio Gasparri è andato all’attacco parlando esplicitamente di “interferenze” politiche nella trattativa, con riferimento alle polemiche sollevate in quelle ore da Renato Brunetta e da altri esponenti del centrodestra:

La trattativa con Crozza é sfumata. Non siamo riusciti a chiudere un accordo con lui per le polemiche che ci sono state. C’è stata una intromissione nelle normali regole della concorrenza che rappresenta un’anomalia italiana. Cairo, rinnovando il contratto con Crozza, ha detto: preferiamo non rivelare il suo cachet, lo teniamo riservato. Io non so quanto paghi Cairo, lui sa quanto l’avremmo pagato noi (tra i 4,5-5 milioni di euro, Ndr). La Rai ha già dato, lasciateci competere nel mercato senza interferenze.

Gubitosi ha proseguito usando ancora parole durissime:

Il caso Crozza è emblematico: non siamo riusciti a chiudere la trattative per le polemiche sui compensi che hanno creato forte tensione. Un paese che ha paura della satira è un paese in difficoltà morale. Non mi risulta che in altri paesi dove esiste il servizio pubblico sia successo quello che è successo nel caso Crozza, è un peccato che sia successo in Italia. Si sono sentite molte cifre, ma io posso dirvi che il costo di una serata di Crozza sarebbe stato completamente ripagato da pubblicità.

Il manager della tv pubblica ha poi risposto alla richiesta di trasparenza che Brunetta&Co avanzano da mesi in merito a stipendi di conduttori e star televisive e a costi dei vari programmi. Gubitosi ha ribadito la sua posizione, citando le parole di Antonio Catricalà, da presidente Antitrust,: “un’eventuale imposizione alla Rai dell’obbligo di rendere noti i compensi non sarebbe priva di implicazioni di carattere concorrenziale. Solo la Rai avrebbe l’obbligo di trasparenza a livello di dettaglio disaggregato. La pubblicazione dei compensi potrebbe ridurre la capacità della Rai di trattenere risorse”.

Le dichiarazioni del dg hanno scatenato la reazione del Pdl. Brunetta ha detto che “è inaccettabile che la Commissione venga insultata da un funzionario pubblico” ed ha fatto notare che “è paradossale quello che dice Gubitosi, cioè che non sia stato sottoscritto il contratto con Crozza solo perchè c’è stata una richiesta di trasparenza”. L’ex ministro ha argomentato:

Delle due l’una: o il contratto era un buon contratto e il dg aveva il dovere di sottoscriverlo, oppure il contratto aveva delle parti oscure. Il dg ci dovrà dare spiegazioni in una prossima audizione. Non sono i comici a far famosa la Rai, ma il contrario. La Rai ha il potere di imporre il prezzo, non deve subirlo.

Il capogruppo Pdl alla Camera ha ripreso le parole di Gubitosi per affermare che “un’azienda pubblica che ha paura della trasparenza è un’azienda che è in difficoltà morale”, ricordando che “l’attuale contratto di servizio prevede l’obbligo di pubblicare gli stipendi e informazioni sui costi dei programmi” e che tale obbligo è stato disatteso.
Anche Gasparri e Minzolini (ma anche la Lega) non hanno per nulla apprezzato l’intervento di Gubitosi, che invece è stato difeso dal Pd attraverso il vicepresidente della commissione di vigilanza Salvatore Margiotta.

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