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Il giudice meschino, Luca Zingaretti non teme il confronto con Montalbano: “E’ una sfida”

Luca Zingaretti sarà il protagonista de Il giudice meschino, film-tv in due puntate in onda su Raiuno. L’attore non teme il confronto con il Commissario Montalbano, in onda anche d’estate

pubblicato 5 Agosto 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 15:52

Un nuovo personaggio per Luca Zingaretti che, forte del successo delle repliche de “Il Commissario Montalbano”, tornerà su Raiuno con “Il giudice meschino”, film-tv in due puntate prodotto da Paola e Fulvio Lucisano, Raifiction, e con il contributo della Calabria Film Commission.

Tratto dall’omonimo romanzo di Mimmo Gangemi, la miniserie racconta la storia di Alberto Lenzi (Zingaretti), un giudice donnaiolo, poco incline al duro lavoro che, quando un collega ed amico viene ucciso, decide di indagare seriamente, trasformandosi in eroe e scoprendo le difficoltà che un lavoro come il suo può incontrare nella ricerca della verità.

Intervistato da “La Repubblica”, Zingaretti si è detto entusiasta di far parte di questa miniserie, scritta da Carlo Carlei (che è anche il regista), Giancarlo De Cataldo, Monica Zapelli e Mimmo Rafele. Il confronto con il Commissario più famoso della tv italiana, da lui interpretato, non lo preoccupa:

“Mi sono chiesto se fosse opportuno, visto che interpreto il commissario Montalbano, accettare il ruolo di un altro uomo di legge. Ma sono due uomini del Sud molto diversi, raccontiamo storie diverse. Era solo una bellissima sfida”.

Una sfida che l’attore ha deciso di accettare dopo aver letto il libro di Gangemi ed essersi appassionato alla figura del protagonista:

“È un uomo che a un certo punto, sconfitto dai poteri forti, si è ritirato, non crede più nel suo lavoro, ma che ritrova l’orgoglio quando il più caro amico, Maremmi, collega integerrimo, viene ucciso. Indagava su un traffico di rifiuti radioattivi. Ecco, il percorso di Lenzi – donnaiolo, superficiale, separato, con un figlio che non vede mai, un ‘meschino’ che con uno scatto d’orgoglio diventa eroe, mi sembrava molto interessante”.

Nella Calabria dove i giovani carichi di coraggio sfidano la malavita che, a volte, riesce anche ad insidiarsi all’interno delle istituzioni, Lenzi dovrà capire chi sarà dalla sua parte. “Il suo vero problema è che non sa di chi fidarsi”, ha detto Zingaretti. Il protagonista troverà un aiuto attraverso le parole di don Mico Rota, un boss finito in carcere che, pur di uscire dalla prigione, è disposta ad indirizzare le indagini verso la traiettoria che, altrimenti, sarebbe difficile da trovare.

Zingaretti spiega come mai ha accettato questa parte:

“Carlei mi aveva parlato del progetto di questa fiction un anno fa, volevo tanto lavorare con lui, è un regista con un tocco speciale. Ho letto il romanzo e sono rimasto colpito: la storia è bellissima, radicata al territorio, reale. Per la prima volta, parlando di un tema scottante come i rifiuti tossici, non si dà solo la colpa ai ‘cattivi’, alla malavita organizzata, ma si parla di collusione con i poteri dello Stato. È una fiction coraggiosa”.

Nel cast ci sono Paolo Briguglia, Andrea Tidona, Maurizio Marchetti, Claudio Spadaro e Felicitas Woll, ma anche Luisa Ranieri, moglie di Zingaretti, con cui aveva già recitato, nei panni del Maresciallo dei Carabinieri Marina Rossi:

“Girare con Luca è naturale, avevamo già lavorato insieme in Cefalonia, ora siamo sposati e abbiamo una bambina. È il nostro privato, ma sul lavoro siamo due attori che hanno fatto il proprio percorso e si rincontrano sul set. Questa donna carabiniere è l’angelo custode, non è sposata, non ha figli: vede un magistrato sciatto, disinteressato e non lo stima, ma se ne innamora”.

Il progetto sembra essere forte, al punto che si starebbe pensando ad una serie tv vera e propria, con nuovi casi da raccontare, nel caso il film-tv dovesse andare bene. Zingaretti, dal canto suo, non sembra avere problemi ad interpretare ancora questo personaggio ed essere ancora amato dal pubblico dopo Montalbano:

“L’affetto per Montalbano è fortissimo, la serie ha fatto il giro del mondo e il successo delle repliche mi fa piacere perché è una ricompensa per il produttore, il cast, la troupe che si è dedicata alla serie e ci ha creduto in questi anni. Non ho paura di restare legato al personaggio: ho interpreto Perlasca, il giudice Borsellino, Adriano Olivetti (la fiction su quest’ultimo deve ancora andare in onda, ndr). Anche il ruolo del giudice Lenzi fa parte di una galleria di figure forti, le scelgo in base a quello che hanno da raccontare: questo magistrato calabrese ha molto da dire”.

[Foto da LaRepubblica]