Quante imitazioni vanterà Lady Gaga nel mondo? Tante, sicuramente, ma quella che abbiamo visto ieri sera a “Tale e quale show” e che ha avuto come protagonista Serena Autieri sta facendo in breve il giro del web, tant’è che ieri sera, su Twitter, uno dei trending topic era proprio il nome dell’attrice napoletana.
Il programma lo aveva annunciato prima ancora della sua partenza che, tra i vari artisti internazionali di cui i vip partecipanti al programma avrebbero dovuto ripetere mosse e vocalità, ci sarebbe stata anche la diva del pop del momento. L’arduo compito di far conoscere al pubblico di Raiuno Lady Gaga è così toccato alla Autieri, con il brano “Bad Romance”.
Il risultato lo vedere dopo il salto: un’esibizione che, per quanto accurata nella coreografia e nei costumi (ripresi, come il format del programma prevede, dal video originale), lascia un po’ basiti. E non tanto perchè la Autieri non sia riuscita a rendere propria la stravaganza e la capacità di Lady Gaga di dominare qualsiasi palco anche con un tacco 30 ed un improbabile copricapo. A far sorridere è la strategia messa in atto dallo show, di avvicinarsi ad un pubblico giovane puntando su esibizioni di questo genere.
Serena Autieri è Lady Gaga in Tale e quale show
Per Raiuno, evidentemente, basta mostrare qualche secondo di video ed un’imitazione semplice e confusa (con tanto di incursione tra la giuria, con un Claudio Lippi inerme ed una Autieri che non si capisce se volesse sedurre il conduttore o indovinarne il dopobarba) per fare programma “adatti anche ai giovani”.
“Tale e quale show”, con le imitazioni di artisti come Vasco Rossi, Giusy Ferreri ed, appunto, Lady Gaga, non riesce in realtà ad ottenere quel pubblico di cui va in cerca, tanto che il successo del programma lo si deve soprattutto alla fascia che già solitamente segue Raiuno. Ma al di là degli ascolti, lo svecchiamento di una rete non può passare per questi “falsi d’autore” che arrivano sì a fare il giro del web ed ad essere visti dai meno anziani, ma non ottenendo il consenso sperato. Era forse più onesto ed azzeccato, allora il “Dimmi di sì” di Wilma De Angelis di qualche anno fa, esplicitamente trash e per questo subito cult.
