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The Bridge, su Foxcrime un thriller tra due mondi

Su Foxcrime (canale 117 di Sky) The Bridge, la serie tv di Fx remake di una serie prodotta in Svezia e Danimarca in cui due detective, uno messicano ed uno americano, devono indagare su due delitti

pubblicato 18 Luglio 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 16:27

Un confine, che divide due Stati, ma anche due mondi, è il contesto nel quale si sviluppa “The Bridge”, la nuova serie tv in onda da questa sera alle 21:00 su Foxcrime (canale 117 di Sky). Un’idea che arriva dalla serie “Bron”, prodotta nel 2011 da Danimarca e Svezia, al centro anche delle indagini raccontate nel corso della prima stagione.

La versione americana dello show viene ambientata al confine tra Stati Uniti e Messico, sede di numerose attività criminali come immigrazione clandestina, spaccio di droga e traffico di organi. Come nello show originale, protagonisti sono due detective, provenienti dal Texas e dal Chihuahua. Sonya Cross (Diane Kruger) è la detective della città americana di El Paso. Fredda e rigorosa nel suo lavoro, è affetta dalla Sindrome di Asperger, ma questo non le impedisce di svolgere bene il suo lavoro.

Marco Ruìz (Demián Bichir), invece, è un detective messicano dai modi più sciolti, disposto a far qualche strappo alla regola e con una vita, fuori dagli uffici della Polizia, normale. Due personaggi così diversi che saranno costretti a lavorare insieme quando, sul Ponte delle Americhe che collega le due città e le due Nazioni, sono ritrovate due parti di due cadaveri, appartenenti ad un giudice americano da sempre contro l’integrazione dei sudamericani negli Stati Uniti, e di una prostituta messicana.

Due omicidi che riconducono ad un’unica persona, un serial killer che, come si evince dalla prima puntata, è deciso a complicare il lavoro dei due detective ma anche a mandare dei chiari messaggi sulla situazione che da sempre riguarda le due città al centro della serie, il cui confine separa non solo i loro territori da un punto di vista giuridico, ma cambia anche totalmente i punti di vista dei loro abitanti.

Da una parte c’è l’America dei grandi sogni e della lotta ad ogni costo al crimine, dall’altra c’è il Messico, alle prese con un alto tasso di criminalità ed una popolazione che sogna una vita migliore, proprio come quelli dei loro vicini di confine. Il serial killer a cui devono dare la caccia Sonya e Marco vuole aprire gli occhi alla polizia, mostrando loro quanto le differenze tra i due Stati siano inversamente proporzionali al confine che così semplicemente li divide. Due mondi che sono raccontanti anche attraverso altre vicende, che hanno al centro Hank (Ted Levine), tenente del dipartimento di El Paso, e Charlotte (Annabeth Gish), che al momento del delitto era in Messico in procinto di rientrare in America.

Sarà per l’origine scandinava della serie originale, ma “The Bridge” (di cui è in realizzazione anche un remake inglese), ricorda per certi versi “The Killing”: anche qui c’è un assassino da trovare, ci sono due personaggi molto diversi tra di loro costretti a lavorare insieme, e c’è una forte presenza dell’ambiente circostante all’interno del racconto.

Proprio lo sfondo rende però “The Bridge” carica di tensione ma anche capace di trovare momenti più leggeri, complice una scrittura dei personaggi che li rende brillanti nel lavoro ma anche interessanti nella vita privata. Se Sarah Linden di “The Killing” assorbe il clima umido e piovoso di Seattle e lo metabolizza con un carattere chiuso ed introverso, Sonya e Marco si adattano al caldo della zona del Tropico del Cancro imparando ad essere schietti senza perdere la loro professionalità.

Il risultato sembra convincere: “The Bridge” rischia di cadere in una storia eccessivamente allungata, ma se riuscirà a dosare la suspence con le risposte che cerca il pubblico, potrà vincere la sua sfida. Al momento, il pubblico americano ha premiato la serie tv: la prima puntata è stata seguita da tre milioni di telespettatori, con una partenza che lascia ben sperare.



The Bridge