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Bernardini-Ferrara. La discussione si sposta sul Foglio

Dopo la lite a TvTalk, Bernardini cerca una sorta di chiarimento su Il Foglio. Ma Ferrara risponde per le rime

pubblicato 27 Settembre 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 03:18


Ci perdonerete per non averne dato conto ieri, giorno di pubblicazione su Il Foglio, ma Baila! e Barbara d’Urso avevano monopolizzato l’attenzione mediatica e non solo. Sabato scorso abbiamo parlato della scenata di Giuliano Ferrara a TvTalk (e già venerdì ne avevamo anticipato la “sbroccata”). Una lite in piena regola con il conduttore Massimo Bernardini che, nonostante non abbia perso la calma, si è sentito augurare:

Spero che la intercettino mentre ride con qualche puttana!

Nonostante gli ascolti non abbiano premiato particolarmente il bassissimo momento televisivo – contrariamente a quanto succede di solito -, la querelle è continuata sulle pagine de Il Foglio, il quotidiano di Ferrara. Bernardini, forse dopo aver rimuginato un’intera nottata sull’accaduto, ha deciso di scrivere una lettera al quotidiano, alla quale il direttore ha poi risposto ribadendo le proprie posizioni.

Bernardini, incredibilmente (almeno per la sottoscritta), pare essersi sentito in dovere di dare una spiegazione sul perché ha deciso di paragonare le ipotetiche scuse di Silvio Berlusconi agli italiani a quelle di Dominique Strauss-Kahn. E inizia così, quasi con sudditanza, la sua lettera a Ferrara:

Caro direttore, un vaffanculo da quello che ritengo il più brillante giornalista in circolazione, quello che ospita nello stesso giorno un documentatissimo Saccà e un tagliente Debenedetti sulla Rai […] e che soprattutto mi ha insegnato in questi anni a dubitare sempre di presunti puri e giustizialisti, me lo tengo stretto.


Si tiene stretto il suo “vaffanculo”, Bernardini, perché pronunciato da Ferrara, un maestro del giornalismo, a quanto si legge. Il conduttore di TvTalk poi spiega le sue sensazioni sul caso Ruby e il suo “sgomento” nell’apprendere come Berlusconi, la famosa notte della telefonata in questura, non fosse un semplice padre preoccupato o un nonno accogliente verso una ragazza scappata di casa, come invece aveva pensato in un primo momento.

Ed ecco perché ha “osato” paragonare le eventuali scuse di Berlusconi, chieste a Radio Londra dallo stesso Ferrara, a quelle televisive di Strauss-Kahn: le immagina simili, dirette e senza infingimenti, nonostante con un certo rammarico affermi che il Berlusconi che lui aveva in mente, quello guascone ma geniale, splendidamente “bauscia” ma anche difensore delle donzelle nei guai, non sia forse mai esistito.

Bernardini, insomma, cerca di giustificare il proprio comportamento – ma cosa c’è da giustificare, di fronte alla maleducazione di Ferrara? -, tentando di fornire a sua volta un assist al direttore de Il Foglio per delle scuse. Che non arrivano. Inizia così infatti la sua risposta:

Caro Bernardini, gliene ho dette di tutti i colori su Raitre, alzando molto la voce, e le confermo argomenti e sostanza, che ho usato anche in situazioni private analoghe. La cattiva educazione, che mi tengo stretta insieme alla cattiva coscienza, deve supplire all’eccedenza di ipocrisia e di sciocchezze succubi del pensiero dominante con le quali questo paese è devastato da un appiccicaticcio immoralismo antiberlusconiano e dalla porno politica, dalla porno giustizia, dal porno giornalismo.

Ferrara, insomma, è orgoglioso della sua “cattiva educazione” quando questa serve a combattere ipocrisie e sciocchezze. E, sebbene sottolinei come non abbia nulla di personale contro Bernardini, spiega ancora una volta la sua posizione, ribadendo l’assurdità – a suo modo di vedere – del paragone tra i due casi, aggiungendo anche la sua personale visione del caso Ruby, anche questa volta difendendo il Cavaliere.

Una lunga risposta che non solo non arriva dove Bernardini avrebbe voluto, ma che termina così:

Cordialmente, e con un certo imbarazzo per le sue gentilezze

Gentilezze non ricambiate, a quanto pare, con buona pace di chi le cercava.

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