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Retrosfera. C’era una volta la blogosfera – I blog televisivi e il Daveblog

Un viaggio nel passato nel Mondo dei Blog. La prima puntata comincia qui su TvBlog. Con i blog televisivi e il Daveblog.

pubblicato 22 Settembre 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 03:26


Retrosfera è un’idea che si faceva strada da un po’ nell’universo Blogo (una volta usciva come rubrica sul nostro mensile pdf Permalink). Perché c’era una volta la blogosfera e poi è cambiata, si è evoluta, si è modificata in maniera irreversibile rispetto alle origini, con una velocità straordinaria. E’ finito il tempo delle blogstar? Che fine hanno fatto quelli che un tempo erano i più amati, i più letti, i più controversi, i più discussi, quelli che facevano tendenza? Senza dimenticare quelli nascosti chissà dove, nei meandri del web, che si conosceva in pochi. Quelli che ci si vantava di leggere o di aver scoperto. E poi, ancora, quelli che si conoscevano così, all’improvviso, per il passaparola o per una serie di link che ti portavano a scovarli e a non toglierli mai più dai preferiti.

Ve li ricordate, i primi blog che avete letto? Se sì, scriveteceli nei commenti, perché magari andremo a parlare anche di loro. Per cominciare, visto che è TvBlog ad avere il piacere di dare il via a questo viaggio nel tempo, naturalmente si parla di blog televisivi. Era un tempo in cui in Italia i blog commerciali praticamente non esistevano: c’erano i blog personali. C’era curiosità e diffidenza verso il mondo dei blog, c’erano le nicchie, le cricche, le conventicole, le cerchie. Fra i blog televisivi esiste ancora quello di Selvaggia Lucarelli, che nel frattempo ha anche fatto tv, da opinionista a concorrente di reality. C’era – e c’è ancora – Tuttofamedia, orgogliosamente su splinder dal 2005. C’era – e c’è ancora, anche se meno aggiornato – Chissenefrega, c’era un esperimento di blog collettivo, che si risveglia tutti gli anni dal 2004 in avanti, solo quando c’è il Festival di Sanremo: Sanremo.splinder.com. Fra i responsabili dell’esperimento, anche qualcuno che oggi bazzica su TvBlog. C’era, ma non è più aggiornato, Tellavision.

Daveblog E c’erano tanti altri che sarebbe impossibile ricordare qui, anche perché di tv si parlava un po’ tutti: magari vorrete ricordarceli voi nei commenti. Ma più di tutti – almeno per quanto riguarda il sottoscritto, che lo leggeva e che lo legge spesso – c’era e c’è ancora il Daveblog. Un blog storico, che sta lì da febbraio del 2003. Anche lui prima era su Splinder e poi si è preso il suo dominio. E soprattutto, anche lui ha parlato e parla ancora, tantissimo, di televisione (non solo. Ha parlato anche di un sacco di altri argomenti, che fondamentalmente si potevano riassumere come il mondo da suo punto di vista, ovvero la regola numero uno per avere un blog. E così, questo c’era una volta la blogosfera inizia proprio da lì, dal Daveblog e dal suo tenutario (si diceva così, un tempo), con il quale ho intrattenuto una piacevole chiacchierata virtuale, rigorosamente via mail. Una chiacchierata che Dave del Daveblog ha trasformato, ironicamente, in una dursintervista.

Cominciamo in maniera scontata, ma è anche l’unico modo possibile per cominciare: quando, come e perché hai aperto un blog?

Premesso che se ad un certo punto di questa D’Urso-intervista mi fai spuntare fuori un compagno delle medie io mi alzo e me ne vado, il succo della storia è che ho seguito un link a Splinder da un forum di discussione. Aprire un blog mi sembrò un po’ come comprare un pezzo di terreno: smettere di fare l’ospite e costruire qualcosa di proprio. Aggiungici la voglia di tenere le mie scemenze tutte in un posto, anziché in mille thread diversi, ed ecco fatto.

Ti sei mai sentito davvero una blogstar? Se sì, quando? E chi erano le blogstar? Esistono ancora?

E’ una parola che andava di moda qualche anno fa, ora non credo si usi più. Penso che allora ci fossero utenti più smaliziati, più avanti nel processo di conoscenza del mezzo, che esercitavano un certo carisma e avevano una buona capacità di generare discussioni intra- e inter-blog. Però erano professionisti: scrivevano libri, dettavano le tendenze, tenevano seminari, andavano in tivù. Cose che io non ho mai fatto. Erano persone famose grazie al blog. Ora che il processo si è invertito, e sono le persone famose ad aprire un blog, questa categoria non ha più molto senso. Il Daveblog era più in vista qualche anno fa, ma mai a livelli clamorosi. Ora è una cosa parecchio alla buona, e in un certo senso ha recuperato la dimensione familiare degli esordi.

Una dimensione che non mi sembra ti dispiaccia. Ma cos’è cambiato nel mondo dei blog dagli esordi a oggi? Personalmente, ho sempre pensato che prima si fosse tutti un po’ naif e che ora, invece, anche in chi non “blogga” di professione, ci sia una consapevolezza diversa.

Sì, secondo me anni fa si scriveva senza la percezione di essere letti. Adesso è una roba in qualche modo più professionale, e ci sono tanti momenti che hanno cambiato le regole del gioco: l’avvento dei nanopublisher, la nascita dei blogger-giornalisti, l’avanzata dei social network. Comunque, la sostanza è che quando non si pensava di essere letti si veniva letti da molte più persone di adesso. Però il calo dei lettori credo dipenda dll’aumento dell’offerta (tanti blog migliori, sia qualitativamente che quantitativamente) e dalla nascita di quella ciofeca di Facebook (“una piattaforma di blog brutti”)

Quali blog leggevi? E quali leggi?

Ne leggo molto pochi tramite Google Reader perchè quando ho un po’ di tempo da dedicare alla blogosfera preferisco aggiornare il mio. Però leggo alcuni di quelli che sono invecchiati assieme al Daveblog, sono un po’ abitudinario. Ergo Wittgenstein, Manteblog, EmmeBi, Macchianera, Selvaggia, etc. Ce ne saranno certamente di meglio in giro ma non li conosco. Tvblog lo leggo sempre, ma non lo considero un blog vero e proprio.


Il che, per me, è quasi un complimento se devo essere sincero. Ma relativamente ai blog propriamente detti, la tua è evidentemente una scelta “anacronistica”. Come sopravvive un blog, oggi, nell’era di Facebook? Ha senso tenerlo ancora in piedi? E si riesce a scrivere su un blog personale con lo stesso spirito degli esordi?

Io non lo chiudo per la stessa ragione per cui non ho mai buttato la collezione di Topolino di quand’ero piccolo, malgrado il fatto che mi occupi un sacco di spazio senza che peraltro vada mai a leggere i vecchi numeri. Non riesco a buttare niente. E del resto, non essendo per me un lavoro, non faccio nessuna fatica a tenere il blog in piedi piegandolo ai miei tempi o alla mia voglia di aggiornarlo.

Lo so, è una cosa crudele da chiedere. Ma te lo chiedo proprio per questo, perché è giusto fare un p0′ di selezione: scegli un post, uno, fra tutti quelli che hai scritto. E spiegaci perché l’hai scelto. Quello a cui sei più affezionato, quello che ha avuto “più successo”, quello che ricordi con maggior piacere, quello scritto meglio, quello che ha avuto l’esito più sorprendente. Via, se proprio vuoi te ne concedo due: uno molto vecchio e uno recente.

Me ne ricordo due. Il primo, che è il manifesto del blog [era il 2003 e il blog era su splinder, ma il post si trova anche qui, ndr], perchè mi ricorda com’ero 8 anni fa e mi permette di fare un confronto. Un altro si intitola Pompei. Parlava di una fiction con Lorenzo Crespi, ma la discussione prese presto tutt’altra piega… lo ricordo perchè quella data segnò il confine tra la mia vita precedente e quella di adesso, e di riflesso tra il blog di prima e quello attuale (qui l’ospite si asciuga gli occhi e la D’Urso fa la faccina).

Parliamo di community. Mi hai scritto che temi un po’ i nostri lettori, che sembrano spesso “incattiviti” con tutti. E’ vero: ci sono alcuni, fra i nostri lettori, che sembrano molto aggressivi, qualunque cosa si scriva. Pensi che sia un problema dei blog moderni? Del nanopublishing? Come “vive” sul tuo blog, la tua community?

Io sono abituato bene con i miei lettori, che sono qualcosa di indescrivibile. Sono persone che non conosco ma con cui avrei certamente tante cose in comune, a partire da un certo modo di leggere la realtà (altrimenti commenterebbero altrove, del resto). I nanoblog sono più istituzionali e hanno un pubblico più vasto ed eterogeneo, è normale che gli scontri siano più accesi. Per il resto ciascuno di noi risulta più comprensibile nel suo contesto.

Fra le questioni simboliche, ricordo di un caso recente di una ragazza che ha minacciato il suicidio. Ricordo anche una specie di isteria collettiva quando non scrivesti per un po’ sul blog (ne parlò addirittura Daria Bignardi). Parliamone.

No, Barbara, parliamo del tuo seno rifatto o naturale, o della casalinga di Caltanissetta.

Mai pensato di darti al blogging per professione? Oppure già lo fai? E in generale, il bloggare ti ha cambiato la vita? Usi Facebook? Twitter?

Niente Facebook, niente Twitter, niente blog-lavoro (per quanto non mi sarebbe dispiaciuto, concettualmente, ma anni fa ho detto di no a Blogo). Ciononostante da me alcuni sono convinti che tutti i post in cui cito un marchio commerciale sono stati in qualche modo sovvenzionati da un’azienda. Io invece ci terrei a dire che una volta ho rifiutato un abbonamento gratis a Sky HD per un anno, tiè (esatto, voglio una statua).

E questa rinuncia ci porta a una questione centrale: il tuo rapporto con la televisione. Sei spesso un osservatore ironico, ma sinceramente: che cosa pensi della tv italiana? Cosa salvi? Cosa distruggeresti? E perché hai scelto, alle origini, di parlare essenzialmente di tv?

Il mio rapporto con la televisione è orribile, soprattutto da quando esistono le reti satellitari, dove sospetto che si trovi di meglio (o almeno mi piace crederlo). La7 almeno ci prova. Mediaset è da radere al suolo, la RAI dovrebbe vergognarsi a chiedere il canone (Qui la D’Urso si dissocia). Ho iniziato a parlare di tv e spettacolo perchè agli albori volevo aggiornare il blog frequentemente, per cui mi serviva un argomento a rapido turnover, che non richiedesse chissà quale impegno o fonte bibliografica (nel qual caso il blog sarebbe durato sei settimane). Ora mi riesce più difficile tenere quegli standard, per cui si parla di quello che capita, quando capita.

Spesso sul tuo blog si sono palesati alcuni VIP (i lettori possono trovare, sulla colonna sinistra del Daveblog, la sezione “Il Vip all’improvviso”. Da Marino Bartoletti a Daria Bignardi, un’affezionata del blog. Da Luca Bizzarri a Mario Adinolfi). Ci racconti qualche episodio?

Mi ricordo la prima in assoluto, Wilma de Angelis, che intervenne dicendo che le piacerebbe rifare una trasmissione di cucina. E dovrebbe farlo, secondo me. Le cose strane (per voi ordinaria amministrazione) erano però le citazioni in radio o in tv. Una volta la Bignardi disse alla Ventura che Dave di Daveblog aveva detto una cosa di lei (nemmeno me lo ricordo), e lei rispose una cosa che non c’entrava niente e mi fece molto ridere, tipo “Avrebbe detto lo stesso, se fossi stata un uomo”? Un’altra volta le Iene fecero un servizio su un personaggio della TV beccato a flirtare con una minorenne. Criptarono il volto, ma un lettore tra i commenti azzeccò il personaggio, una radio nazionale diffuse la notizia attribuendo al Daveblog la fonte e nel giro di poche ore arrivarono in sequenza il record storico di accessi, la diffida dell’avvocato e la cancellazione del post.

L’impressione, però, è che oggi nel rapporto fra i vip, la tv e i blog si sia rotto qualcosa: molti programmi televisivi, per esempio, si vantano di avere dei “blog” quando invece non sono altro che specie di fanpage in cui è bandita la critica. Avere il blogger in trasmissione va di moda (vagli a spiegare che la moda dei blog è finita da un bel po’) e mi sembra, molto spesso, che i vip abbiano davvero molte difficoltà a interfacciarsi con la libera critica sui blog. Che ne pensi?

C’è stato un momento in cui i blog mi parevano un’alternativa intelligente ai media tradizionali. Poi però i blogger vanesi hanno ceduto alle lusinghe dei media tradizionali, che li hanno normalizzati e adesso li esibiscono come trofei di caccia. Il vip che accetta la critica e si confronta col blogger diventa un idolo, immediatamente. Mister Lui scrisse una memoria difensiva tra i commenti del post in cui dicevo che bisognava BRUCIARLO AL ROGO (la presi alla lontana, insomma) [in realtà era eliminarlo dalla faccia della terra, ndr], e da allora mi sento uno schifo e mi riprometto di espiare andando a teatro a vedere i suoi spettacoli per bambini.

Hai mantenuto sempre la tua “identità segreta”, giusto? Perché? Ti paleserai mai al “pubblico”? Anch’io ho un nick, ma in molti sanno chi sono veramente: ormai, più che altro, lo mantengo per il “personaggio”. E’ così anche per te o vuoi proprio che la vita “vera” e quella online rimangano due entità separate?

L’anonimato fa parte del divertimento, e considerando che non rubo né dico chissà cosa (a parte quando scrissi che Paola era quella succube e Chiara quella cattiva, per usare due eufemismi, ma anche qui sono molto pentito) non vedo dove stia il problema. Ecco, forse avrei dovuto prendermi le mie responsabilità anche quando mi presi gioco di una pressoché sconosciuta Benedetta Parodi che scriveva le ricette nel blog di Studio Aperto. Avevo sottovalutato quella donna.

E per finire, oltre a ringraziarti per esserti prestato, un paio di domande per chiudere. La prima: sei pentito di esserti sottoposto a questa chiacchierata? La seconda: se dovessi scegliere un/una blogger storica da recensire in questa specie di rubrica retrò, chi sceglieresti?

Sì, pentito, però si diceva che non butto niente, quindi… Io fossi in voi andrei a scocciare il mio supereroe Eriadan: ogni domanda, una vignetta.

Un suggerimento che si potrebbe anche cogliere per la prossima puntata di Retrosfera. Chissà, potrebbe essere un’ottima idea per Comicsblog. Naturalmente, se questo spazio un po’ diverso dal solito vi è piaciuto, indicateci nei commenti qualche blogger storico che scrive ancora o che è sparito: magari proveremo a recuperarlo per voi.