Home Fiction Anna e i Cinque 2, fotoromanzo surreale. Cosso di cera, la Ferilli come l’Arcuri

Anna e i Cinque 2, fotoromanzo surreale. Cosso di cera, la Ferilli come l’Arcuri

La critica alla seconda serie della fiction con Sabrina Ferilli, che non è credibile

pubblicato 14 Settembre 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 03:39

ferilli anna cinque
La seconda puntata di Anna e i Cinque 2 vede la famiglia Ferrari funestata dal tracollo finanziario. E già assistere a una scena simile, recitata in modo a dir poco grottesco, nel giorno dell’approvazione della Manovra fa pensare a una gag di Maurizio Crozza.

Sabrina Ferilli, alias Anna Modigliani ex Monamour (un nome che sembra uscito da Tempesta d’amore), è seduta al tavolo con i ragazzi e annuncia a modo suo, bippata dal buon Garrone, l’infausta novella:

“Stiamo con le pezze al cu… Siamo nella m…”.

Il tutto con quell’intercalare burino insopprimibile (non a caso la nuova serie è ambientata a Roma e non più a Milano), che vede la Ferilli caricare anche le scene più drammatiche. Il che poteva passare ai tempi delle varie Commesse e “Provinciali” su RaiUno, dove l’aria della proletaria smunta funzionava sempre. Ma non si può rivederla in tv sempre con le stesse facce basite de Le ali della vita.

Anna e i Cinque – Le foto
Anna e i Cinque - Le foto
Anna e i Cinque - Le foto
Anna e i Cinque - Le foto
Anna e i Cinque - Le foto

In più, la trama della nuova serie di Anna e i Cinque prevede una storyline metatestuale, con lei che recita in una soap. Allora lì non sai se pensare a Boris o a Manuela Arcuri che si materializzava con la sua Morena, attrice di una telenovela argentina, in Caterina e le sue figlie 3.

La nostra tata ex-spogliarellista impreca, per di più, con una certa disinvoltura. A un certo punto si rivolge così a Beatrice, la nuova antagonista (zia dei suoi ragazzi), che sarà entrata nel cast perché l’ex cattiva Jane Alexander c’aveva altro di meglio di fare:

“Falsa, traditrice, disgraziata. Ti dovresti sprofondà sotto terra per la vergogna”.

Ora, i Ferrari sono in crisi e si raccomandano di tirare la cinghia. Peccato che il capofamiglia sia interpretato da Pierre Cosso, che, nato nei fotoromanzi, non potrà mai rinunciare all’abito di sartoria e a quintali di cerone.

Perciò Ferdinando, elegante come neanche l’uomo Vogue dell’anno, decide di portare comunque a cena fuori, in un ristorante molto costoso, la sua amata. Ovviamente, in ogni fiction che interpreta, qualunque sia la trama, la Ferilli sta al posto chic come Canale5 a Ennio Morricone. Perciò tira fuori la sua solita battuta populista che la farà benvolere al mercato:

“Te possino che prezzi. Con quello che costa ce possiamo portare tutta l’argenteria a casa”.

Questo è solo un assaggio del livello di recitazione e sceneggiatura di Anna e i Cinque, una fiction di cui non solo non si sentiva bisogno del seguito, ma che da commedia senza pretese ha assunto toni melodrammatici a dir poco surreali.

Canale5 faceva migliore figura a trasmettere Centovetrine in prima serata: d’altra parte alcuni degli attori Mediavivere (vedi la polacca Magdalena Grochowska) sono spalmati qua e là anche in Anna e i Cinque. Tanto, tra un doppiaggio fuori synch e un infinito effetto ralenti, l’interprete stereotipato è persino il minore dei mali.