I consigli di TvBlog
Home Unti e Bisunti, su DMAX Chef Rubio sfida la tradizione: lo street food si lecca i baffi

Unti e Bisunti, su DMAX Chef Rubio sfida la tradizione: lo street food si lecca i baffi

Più che una ‘sfida’, Unti e Bisunti è un Giro d’Italia alla scoperta dei piatti da marciapiede ‘più’ tipici dello Stivale. La cucina in tv non è solo stellata: e Rubio le ‘stellette’ le conquista sul campo.

pubblicato 23 Giugno 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 17:12

Metti uno chef col baffo alla Dalì, il fisico asciutto e il tatuaggio facile che sfida – con tanto di verdetto della strada – i maestri dello street food italiano e hai la base di Unti e Bisunti, nuovo programma dedicato alla tradizione gastronomica italiana ‘da marciapiede’ al via stasera alle 22.05 su DMAX (DTT, 52). E la faccia da ‘marciapiede’ ce l’ha anche il protagonista, Gabriele Rubini alias Chef Rubio che, fedele alla filosofia della sua ‘Viral Gourmet Cuisine’, gira l’Italia cercando in ogni località il piatto ‘più’ tipico della cucina da strada per sfidare sul campo il ‘massimo esponente’ della tradizione.

12 città, 12 sfide per un totale di 6 serate, visto che ogni settimana DMAX propone un doppio appuntamento con Unti e Bisunti, che in questa prima stagione ha deciso di puntare su Napoli (soffritto), Catania (polpette di cavallo), Palermo (panino con la milza), Cetara (alici), Roma (fritto misto), Gaeta (tiella polpi e cozze), Firenze (lampredotto), Livorno (Cacciucco), Bologna (rane in umido), Rimini (lumache), Amatrice (cicerchiata), L’Aquila (pecora alla cottora). Non solo le grandi città, quindi, ma anche qualche luogo ‘storico’ della cucina italiana.

Noi abbiamo già visto la prima puntata, caricata sul sito ufficiale del canale giusto per far venire l’acquolina in bocca al pubblico. Curioso che sia Street Food Heroes, da maggio su Italia 2, che Unti e Bisunti abbiano scelto come loro prima tappa Napoli: sarà che la ‘pizza’ è vista come il cibo da strada per eccellenza, sarà che l’iconografia classica è quella della ‘vita da vicolo’, sarà per la ricchezza della tradizione del cibo povero (quasi un ossimoro) partenopeo, ma è all’ombra del Vesuvio che si consuma la prima sfida di Rubio.

Mapoli, la prima puntata: le tre fasi

Unti e Bisunti, Napoli - prima puntata

Intanto apprezziamo la durata del programma: 25′ circa, senza pubblicità, perfetti per raccontare con ritmo una storia e dare un taglio preciso al racconto di una città, che parte non dai quartieri alti, come il Vomero di Street Food Heroes, ma da uno dei suoi cuori popolari, il mercato della Pignasecca. Un altro mondo, che basta e avanza a Rubio per inquadrare Napoli: il programma non ha la presunzione di raccontare ‘tutta Napoli’, ma ne mostra uno squarcio significativo, riconoscibile per chi la vive non solo da turista.

Da qui parte la sua breve Perlustrazione, la prima fase del programma: un assaggio immancabile ai fritti (oggetto anche della prova esterna di MasterChef 3 a Napoli, per dire), con inquadrature attente alle fauci spalancate e alla masticazione accentuata di Rubio (fa scuola Man vs Food) e grafica ‘tecnico-scientifica’ su tempi di digestione, calorie ingerite, quantità di grassi che ricordano al pubblico che il cibo di strada è sì una ricchezza culturale e un piacere sopraffino, ma non può essere uno stile di vita. La ricerca del piatto/sfida si consuma in pochi minuti: per Napoli è una vera ‘chicca’, la minestra di soffritto, qui declinata nella versione ‘panino’ (alias ‘m’renna‘- o marenna) da confezionare per una trentina di tifosi del Napoli.

Ok,  direte che non c’è nulla più oleografico del tifoso del Napoli che si porta ‘a marenna ‘o stadio, ma vi posso garantire che in questa prima parte la modalità di racconto scelta strizza molto più l’occhio a Così parlò Bellavista che a Gomorra. Il ‘mentore’ di Rubio in questa avventura, ovvero Paolo Russo, alias Paolone, ha l’aplomb di un Luciano De Crescenzo su un volto alla Benedetto Casillo che dà al tutto un tocco di ‘verità’ che non ha prezzo. Un po’ filosofo, un po’ attore, a Paolone si deve la migliore definizione di ‘marenna’ che io abbia mai sentito:

“‘A marenna? E’ un pasto completo all’interno di un panino”.

A lui vanno i miei personali complimenti: si vede che è uno che ‘questo mestiere’ lo conosce.

Unti e Bisunti, Napoli - prima puntata

Peccato che poi tutta questa cura alla contestualizzazione ‘intelligente’ (cosa completamente aleatoria in SFH nonostante l’impiego della food blogger texana) ceda al momento ‘Gomorra’ con tanto di giro in motorino (col casco, però) verso Poggioreale, tra rifiuti e atmosfere da spaccio,.per recuperare un ingrediente ‘introvabile’ che solo il ‘boss delle frattaglie’ può rimediare. Una costruzione ‘cinematografica’ che rispetta anche gli stilemi del genere, ma che vanifica l’ottima prima parte del racconto.

Unti e Bisunti, Napoli - prima puntata

Siamo alla seconda fase, la ‘Caccia Aperta’: fatta la spesa (e il genius loci vien fuori dai consigli che i commercianti del mercato danno a Rubio, scelta narrativa che rimette al centro della storia la tradizione, i suoi custodi e la città ospite), si passa alla sfida, senza ansia, senza competizione, ma tanta passione.

Quindi il verdetto alla ‘MasterChef’, con l’assaggio del pubblico e, nel caso di Napoli, la vittoria della tradizione. E immaginiamo che sia il leit-motiv della serie.

Una ‘prima’ recensione

Unti e Bisunti, Napoli - prima puntata

Rubio non ha il piglio dello chef-so-tutto-io ma si mette al servizio della ricetta (e del territorio); vuol fare un po’ il personaggio che non deve chiedere mai, ma in realtà ha l’aria di essere un pezzo di pane e a Napoli finisce per essere cannibalizzato dalla verve di Paolone e di Antonio, ‘o Re ‘ro soffritto, il vincitore della sfida, per intenderci.

So che starete pensando che siamo già al secondo programma dedicato allo street food italiano apparso in tv negli ultimi due mesi: verissimo! Evidentemente a furia di prodotti stranieri sul genere ‘assaggi più o meno impossibili’ – da Orrori da Gustare a Man vs Food – le produzioni sono andate all’assalto di un segmento finora vergine, riempiendolo subito con una serie di titoli. E così dopo Street Food Heroes su Italia 2 ora è la volta di Unti e Bisunti su DMAX. Ma i due titoli non potrebbero essere più diversi per impianto e stile narrativo anche se entrambi (curiosamente?) destinati alle reti ‘maschili’ del DTT italiano. Altro punto in comune, entrambi hanno (inevitabilmente) una birra come sponsor, ma il marchio scelto – vuoi per caso, vuoi per marketing – dà già un’indicazione sul diverso stile dei due programmi: la Ceres di Street Food Heroes restituisce la cifra più ‘leggera’, ‘videoclippica’ della serie, che si configura quasi come un’app à la trip(p)advisor per il pubblico più giovane; la Peroni (ormai pienamente riposizionata sul mercato) di Unti e Bisunti guarda più al giovane adulto, over 30, dallo spirito meno ‘frienn’ magnann‘ e più attento alla cultura gastronomica.

Unti e Bisunti, Napoli - prima puntata

In questo senso, infatti, Rubio non dà indirizzi né raccomanda locali, ma cerca ricette e le racconta con l’espediente della sfida, non attraverso la modalità tutorial. Non a caso Rubio non fa la guida turistica, ma l’esploratore del gusto. E nel genere ‘explorer’ DMAX si difende bene.

L’assaggio ci è piaciuto: stasera seguiremo anche la seconda puntata, all’ombra dell’elefantino: appuntamento alle 22.05 con Napoli e alle 22.30 con Catania, il tutto su DMAX (DTT, 52).


Unti e Bisunti, Napoli – prima puntata