Home Rai 1 Terra ribelle sdogana il soft porno in Tv. Il Moige: “Ipocrita il bollino rosso”

Terra ribelle sdogana il soft porno in Tv. Il Moige: “Ipocrita il bollino rosso”

Non accenna a diminuire, neanche dopo l’ultima puntata di Terra ribelle, la polemica del Moige sulle scene di nudo, menage a trois e sesso un po’ troppo esplicito (qui la nostra gallery). I genitori del Moige sono davvero infuriati e scrivono nel loro comunicato: La fiction Terra Ribelle ha rappresentato uno spettacolo non adatto al

di marina
pubblicato 10 Novembre 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 11:34


Non accenna a diminuire, neanche dopo l’ultima puntata di Terra ribelle, la polemica del Moige sulle scene di nudo, menage a trois e sesso un po’ troppo esplicito (qui la nostra gallery).

I genitori del Moige sono davvero infuriati e scrivono nel loro comunicato:

La fiction Terra Ribelle ha rappresentato uno spettacolo non adatto al passaggio in prima serata, con migliaia di minori davanti alla tv. Ipocrita, quindi, la presenza del bollino rosso. La puntata, infatti, ha presentato esplicite scene di sesso, anche in versione “triangolo”.

Spiega il Moige che la presenza del bollino rosso resta ipocrita perché a quell’ora davanti la tv ci sono le famiglie. D’altro canto secondo la regista Cinzia Th Torrini, in tv si vede di peggio, come ha dichiarato nell’intervista pubblicata ieri da Hit, e dunque perché accanirsi contro il suo prodotto?

Provo a capirlo e non perché mi accanisca contro Terra Ribelle, in cui ci ho trovato ben altri difetti, ma perché credo che questa fiction sia un po’ uno spartiacque verso lo sdoganamento di una idea di soft porno, o di una certa idea del porno al femminile in Tv. Il che non mi sembra poco. Le scene proposte, quelle che hanno fatto saltare il Moige (e anche me dal divano) sono effettivamente diverse da quelle sin qui viste in Tv. Dunque parto un po’ da lontano e dalle scene d’amore che vediamo spesso nelle soap. Sì, ovunque nei prodotti televisivi destinati a un pubblico femminile ci sono scene di amore e sesso: baci, spogliarelli,carezze, ma a fare la differenza sono le inquadrature, le luci e la musica e un approccio meno intimo.

L’occhio della Torrini, invece, nelle scene incriminate, fa emergere una sostanziosa sensualità e raffinatezza, che è vero che la colloca lontana dal porno, ma di quello declinato al maschile; mentre la colloca prossima al porno al femminile. Il fatto è che le scene hot sono venute proprio bene e hanno tutte un approccio molto raffinato, sia per l’uso delle luci, sia delle inquadrature: non indugiano morbose e sterili ma svelano e suggeriscono. Ci sono i gemiti, i gesti lenti e i corpi che rivelano e si nascondono. E il pubblico non è abituato a questa novità.

Per dire: in certi varietà ci sono sgambettamenti ginecologici e le inquadrature sono tipiche di un regista che ha un determinato approccio con la sessualità e la donna, diciamo molto da maschio venuto su a porno. Loro, i maschi intendo, hanno dimestichezza con la pornografia, iniziano molto presto a esserne fruitori. Poi possono o meno abbandonare il genere, riprenderlo solo in certi momenti della loro vita, ma ci fanno sempre i conti.

Le donne, hanno un approccio diverso con la pornografia, la scoprono, se la scoprono, con più ritardo rispetto ai maschi e dunque hanno una visione più distaccata. E diciamo la verità certi film porno non ci piacciono proprio per niente, talmente sono insulsi, violenti e inutilmente ginecologici. Insomma noi non abbiamo la cultura del vedere ma del sentire, dell’intimità e della sensibilità. Non vi sembri un approccio scontato, banale. Esiste proprio un genere di film porno girato da registe che è profondamente diverso da quello girato dai loro colleghi uomini.

Il punto non è porno femminile contro porno maschile, o maschi contro femmine. Siamo diversi e approcciamo in maniera diversa anche alla regia di un film porno. I codici sono diversi, le priorità sono diverse, i tempi sono diversi. E penso che questo Cinzia Th Torrini lo sappia e che probabilmente lo rivendichi anche.

In Danimarca cinque donne, tra cui una sessuologa e un attrice erotica, hanno scritto un Dogma (ispirato al Dogma di Lars Von Trier) su come debba essere un porno per piacere alle donne. Hanno individuato sette punti:

1. Ci vuole una storia di argomento erotico che deve nascere da una o più fantasie femminili o da situazioni della vita di tutti i giorni.
2. Bisogna enfatizzare sensazioni, passioni, sensualità, intimità, basarsi sul piacere e il desiderio della donna e su un andirivieni fra vicinanza e distanza, ricordando che i piaceri dei preliminari sono sempre i migliori.
3. I corpi vanno mostrati in tutti i loro dettagli erotici, facendo vedere anche la bellezza del corpo maschile e non sempre completamente svestito.
4. Tempo e luogo dell’azione non sono cruciali.
5. Sensualità old fashioned: una spalla o un ginocchio nudi possono essere molto eccitanti.
6. Sì alle fantasie femminili in cui la donna immagina di essere stuprata da uno sconosciuto o scene con un poco di brutalità, ma assolutamente no alle scene di donne che subiscono coercizioni o violenze contro la loro volontà.
7. Quello che odiamo è vedere la donna costretta a fare una fellatio, i suoi capelli tirati, l’uomo che le viene in faccia.

Gentile signora Cinzia th Torrini, sicura di non aver dato una sbirciatina alla lista del dogma porno prima di iniziare le riprese di Terra ribelle?

Rai 1