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Ecco perché Valerio Merola merita il riscatto in Tv

La colpa è di Pippo Baudo: è lui che ha scoperto Valerio Merola e che ha deciso che il giovane era un talento televisivo. Dunque, dobbiamo a lui se c’è Merola in Tv. Lo ricordo dai suoi esordi alla disavventura legale e penso che effettivamente una seconda chance la meriti: dunque benvenuto in onda, caro

di marina
pubblicato 7 Agosto 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 13:42

La colpa è di Pippo Baudo: è lui che ha scoperto Valerio Merola e che ha deciso che il giovane era un talento televisivo. Dunque, dobbiamo a lui se c’è Merola in Tv. Lo ricordo dai suoi esordi alla disavventura legale e penso che effettivamente una seconda chance la meriti: dunque benvenuto in onda, caro Merola, da domani con la sua nuova trasmissione La Giostra sul due.

Era il 1996 quando scoppiò lo scandalo sui presunti favori sessuali ricevuti in cambio di partecipazioni televisive, in cui fu coinvolto con Gigi Sabani e Gianni Boncompagni. La vicenda legale finì con l’assoluzione degli imputati mentre restò il danno d’immagine per i suoi protagonisti. Di quella brutta storia conserviamo ancora un modo di dire: “il merolone”, che nel bene o nel male, è entrato nella storia della Tv nazionale.

Eppure Valerio Merola fino ad allora era una delle promesse della Tv italiana. Non solo per la professionalità con cui affrontava i programmi ma anche per la passione e il carisma. Eravamo negli anni ’80 e la Tv stava mutando rapidamente: avanzavano i programmi commerciali. La battaglia, dopo anni di monopolio della tv di Stato iniziava a farsi dura. Sempre più telespettatori, alias consumatori, migravano verso le paillettes, i luccichii e le sinuose pin-up della tv commerciale. Questo ragazzo bruno, molto a suo agio davanti le telecamere era merce preziosa in quegli anni, poiché aveva dimostrato di essere in grado di fare la differenza nella conduzione: coinvolgente eppure distaccato; professionale eppure alla mano; grande senso del tempo; sorriso ampio e sguardo malandrino; presenza fisica eppure non ingombrante o invadente. Insomma, uno che bucava lo schermo restando familiare.

Erano gli anni dei giovani Fabrizio Frizzi, Paolo Bonolis, Elisabetta Gardini, Eleonora Brigliadori, Ramona Dell’Abate. Siamo in pieno edonismo reganiano, della nascita del mito della Milano da bere, alle passerelle del Made in Italy; della fine della Dc all’arrivo di Bettino Craxi e di qualche anno dopo della Lega. Valerio Merola è figlio di quei tempi, di quel decennio degli anni 80 che fa credere a tutti gli italiani che è possibile essere ricchi sempre e giovani in eterno. Di fatto, eravamo un po’ tutti mentalmente dopati: convinti che finalmente si fosse realizzato l'”italian dream”. Noi ragazze eravano “material girl” e “like a virgin”, i ragazzi erano tutti “toyboy”. Le discoteche impazzavano e la vita aveva preso una velocità così elevata che davvero nessuno pensava di potersi spezzare prima o poi il collo.

Dunque Valerio Merola è forse il testimonial più accreditato di quell’incredibile decennio con tutte le sfumature e contraddizioni che portava con sé. L’apertura degli anni ’90 fu assolutamente coerente: l’edonismo continuava la sua strada e l’abbattimento del Muro di Berlino fece davvero credere che tutto era possibile. Nel mezzo di questi avvenimenti la nostra Tv di Stato, la Rai che aveva aperto decisamente la battaglia degli ascolti contro Mediaset. Oramai i programmi Tv erano confezionali solo per fare audience e strappare contratti pubblicitari all’avversario. La legge Mammì,che cercò in qualche misura di mettere ordine in quel caos che era diventato l’etere e le sue frequenze, arrivò solo nel 1990. Ma l’infernale macchina televisiva che schiacciava tutti, promesse e insulsi era stata messa definitivamente in moto. Non c’è da meravigliarsi se negli ingranaggi ci finì anche Valerio Merola, i cui peccati furono poi ampiamente assolti. Ma il danno era stato fatto. Lui subì con Sabani quel tremendo marchio di infamia che spezzò la sua carriera. Dove sarebbe potuto arrivare? Non lo sapremo mai. Ci sarebbe stato per lui un programma ad hoc? Ci sarebbe stata una possibilità di fare il salto di qualità dopo essere stato per anni un giovane di belle speranze (televisive)?

Ecco, io penso che Valerio Merola debba ricominciare da li, da quelle belle speranze spezzate, da quel marchio di infamia che dopo anni di purgatorio televisivo trascorsi su RaiDue ha cercato in tutti i modi di cancellare; dalla sua estenuante volontà di venirne fuori conservando pezzo dopo pezzo nella memoria di questo recente strumento che è il web le sue apparizioni televisive, le foto della sua carriera, le parole belle e i discorsi che ha fatto, sostenuto e portato avanti. Trovo giusto che dichiari oggi senza umile ipocrisia che:

Io nasco conduttore. Non cantante-conduttore o principe-conduttore. Ho fatto gavetta, ho 25 anni di carriera, mi considero tra i primi cinque conduttori italiani.

E’ vero, perché sono sicura che se non ci fosse stato quel maledetto incidente, oggi sarebbe sul serio tra i cinque più apprezzati conduttori. Lui però umilmente e ingoiando rospi giganteschi ha deciso di ripartire ricominciando da zero. Perdonatemi, ma glielo riconosco. Dopo l’esperienza alla Tv cubana durata pochi anni è rientrato in Italia nel 2000e ha ripreso a lavorare nelle piccole tv locali. Senza fare la star o il genio incompreso e sfortunato. Piano piano, con grande volontà e rientrato nel giro, ricostruendo la sua credibilità professionale.

Per cui, caro Valerio, goditi questa seconda meritatissima occasione, La Giostra sul Due e spero sinceramente che tu possa riprendere il cammino da dove lo hai interrotto. Solo allora saprò dirti se mi piacerai o meno; ma parlerò esclusivamente della tua conduzione e spero sinceramente anche che ci si dimentichi della brutta storia del “merolone”. Questa è l’ultima volta che lo uso riferendomi a te. Promesso.

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