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In Treatment, la prima settimana di terapia: il commento

A Roma ieri c’è stata la prima di In Treatment, la serie tv di Sky in onda a partire dall’1 aprile prossimo. Il commento di TvBlog.

pubblicato 28 Marzo 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 19:52

Il primo aspetto positivo: l’interpretazione è credibile. Sergio Castellitto veste bene i panni dello psicoterapeuta Giovanni Mari, il protagonista assoluto di In Treatment, la serie tv in onda da lunedì 1 aprile su Sky Cinema 1 per cinque puntate a settimana.
Stessa cosa dicasi per gli altri personaggi, con riferimento particolare ai pazienti. Menzione speciale per Kasia Smutniak, interprete di Sara. Anche perché l’attrice polacca è al suo debutto con la recitazione di forte impronta teatrale, e il risultato è di fattura elevata. Infatti, come noto, In Treatment non è soltanto tv. Anzi, è soprattutto teatro, grazie al predominio assoluto delle scene girate negli interni e alla centralità dei dialoghi.
Ieri sera a Roma è stata proiettata in anteprima al cinema Capranichetta la prima settimana di terapia del dottor Mari, montata ad hoc in 50 minuti. E l’aspetto cinematografico ne ha beneficiato. Insomma, tv, teatro e cinema in un mix ben calibrato da Saverio Costanzo, regista dell’adattamento italiano di Be Tipul (in Israele – il regista e sceneggiatore Hagai Levi era in sala), esportato anche in America, dove è andato in onda sulla Hbo.
In Treatment versione italiana appare, per i 50 minuti che TvBlog ha visionato ieri sera, un po’ più melò di quella celebre americana e sembra lasciare un po’ più spazio al sorriso. Le parole restano allusive, le storie ben scritte, d’impatto e interpretate con intensità. Certo, agli occhi di chi è stato telespettatore dell’In Treatment firmato Hbo (in Italia è stato trasmesso da Cult) è evidente che non ci siano grandi novità. Stessi divanetti, stessa trovata narrativa della durata della seduta a scandire gli episodi, identico rispetto del setting terapeutico.
La sensazione è che ci si rechi a teatro per gustarsi un’opera di Pirandello. Il testo è lì, stessa storia, medesime (o quasi) battute, identica modulazione delle scene; nella serie Sky c’è probabilmente un dinamismo leggermente più accentuato, ma alla fine quel che conta è il racconto e i dialoghi tra gli attori.
Qualcuno potrà legittimamente chiedersi dove e in quale misura sia apprezzabile la mano degli sceneggiatori italiani e quanto invece siano consistenti i meriti di quelli del format originale; sta di fatto che In treatment è un prodotto di qualità che affronta temi delicati senza censure; una serie che probabilmente solo Sky poteva ospitare e che invece, per fortuna, sarà trasmessa nei prossimi mesi in chiaro da La7.