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Alan Cappelli Goetz: da Che Dio ci aiuti a Crossing Lines e Come un delfino 2 – l’intervista di TvBlog

TvBlog intervista Alan Cappelli Goetz, che ritroveremo a breve in tv in Che Dio ci aiuti 2, Come un delfino 2 e nella serie americana Crossing Lines

pubblicato 15 Marzo 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 20:20


Alan Cappelli Goetz è uno dei giovani attori più richiesti nel panorama televisivo, non solo italiano, ma ora anche internazionale. Alan ha infatti preso parte alla serie televisiva americana Crossing Lines, la serie drammatica creata da Ed Barnero che racconta le vicende di una unità speciale anticrimine, istituita dalla International Criminal Court per dare la caccia ai criminali che girano per l’Europa e assicurarli alla giustizia. La serie tv approderà anche sui nostri teleschermi nei prossimi mesi, appena terminato il doppiaggio.

Quelle che però ci interessano maggiormente in questo momento sono le apparizioni televisive ‘nostrane’ di Alan, che dopo numerosi stage e corsi di recitazione si è diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia. Da quando Gabriele Muccino nel 2009 lo ha scelto per lo spot della TIM (al fianco di Fiammetta Cicogna), acqua sotto i ponti ne è passata davvero tanta: Alan Cappelli Goetz si è fatto conoscere per numerose partecipazioni in fiction e film di successo. E forse non tutti sanno che ha recitato anche in Twilight: New moon, come controfigura di Robert Pattinson.

In questa stagione televisiva, lo ritroviamo in due fiction di successo, una Rai e una Mediaset, Che Dio ci aiuti 2 e Come un delfino 2. Nella prima, e tra poche puntate, sarà Sergio, un giovane motociclista che si metterà nei guai, mentre nella seconda sarà Marco, leader di una squadra di nuoto romana. Abbiamo chiesto ad Alan di raccontarci queste esperienze televisive, che lo hanno tenuto impegnato nell’ultimo anno e che lo hanno visto quasi sempre nel ruolo del ‘cattivo’, come lui stesso ci ha confermato, intervallate anche da una partecipazione cinematografia, il fortunatissimo Il principe abusivo di Alessandro Siani. Ma questo giovane attore amante dello sport ha anche tante altre passioni e interessi. Volete saperne di più? Non vi resta che leggere la nostra chiacchierata con lui!

Ti vedremo nelle prossime settimane in tre prodotti tv molto diversi: Che Dio ci aiuti 2,
Come un delfino 2 e Crossing Lines. Di quale sei più soddisfatto?

Non ho ancora visto footage di nessuna delle tre, ma sono tre prodotti molto diversi tra loro, mi viene difficile paragonarli. Ognuno ha la sua dignità e il suo target, e soprattutto le persone che ci hanno lavorato hanno sempre dimostrato un grande rispetto e una forte dedizione al lavoro, che credo trasparirà nei prodotti finali.

Alan Cappelli Goetz: da Che Dio ci aiuti a Crossing Lines e Come un delfino 2

Alan Cappelli Goetz: da Che Dio ci aiuti a Crossing Lines e Come un delfino 2
Alan Cappelli Goetz: da Che Dio ci aiuti a Crossing Lines e Come un delfino 2
Alan Cappelli Goetz: da Che Dio ci aiuti a Crossing Lines e Come un delfino 2
Alan Cappelli Goetz: da Che Dio ci aiuti a Crossing Lines e Come un delfino 2

Alan Cappelli Goetz: da Che Dio ci aiuti a Crossing Lines e Come un delfino 2

Partiamo da Crossing Lines, che vanta un ottimo cast internazionale e dove hai recitato in
inglese. Che ricordo hai di questa esperienza?

Sul set gli americani sono imbattibili. Crossing Lines è stato un set di adrenalina pura, con sequenze action e qualità altissima che raramente si trovano nei prodotti tv italiani. Recitare in inglese mi piace da matti, mi viene addirittura più facile! Inoltre il set è stato galeotto… Ma di più non dico (ride, ndr).

Visto che hai paragonato le serie americane a quelle italiane, quali sono le differenze maggiori che hai riscontrato tra la una produzione internazionale come questa e quelle italiane?

Diciamo che il concetto delle regole all’estero funziona sempre di più che da noi. C’è un rispetto generale molto più ampio e ci si prende molto sul serio. Inoltre, trovo ci sia una predisposizione al fare le cose bene. In Italia, a volte, siamo pressapochisti, nonostante l’amore e l’entusiasmo con i quali si affronta il set siano i medesimi.

Come sei arrivato ad ottenere la parte?

Ho sostenuto un normalissimo provino, ma in inglese. Ed è andato bene!

Ci racconti qualcosa del tuo personaggio?

Interpreto Antonio, un giovane ragazzo che per tirare avanti decide, complice suo fratello, di rapinare la casa sbagliata. Da lì, la situazione degenererà facendomi scoprire nel giro di un solo giorno tutte le sfumature della vita, dalla morte all’amore.

Tra i tanti attori che hanno preso parte a Crossing Lines chi ti ha colpito di più e perché?

Tom Wlaschiha, che ha fatto anche Games of Thrones. In realtà a conquistarmi sono stati il suo carattere e il suo umorismo. Sul set tutti gli attori erano bravissimi, e non avevo alcun dubbio su William Fichtner e Donald Sutherland. Ma umanamente sono pochi quelli che si rendono approcciabili e stimabili. Tom è uno di quelli. E, ovviamente, è bravissimo.

Alan Cappelli Goetz: da Che Dio ci aiuti a Crossing Lines e Come un delfino 2

Passiamo invece a parlare di Che Dio ci aiuti 2, che è una serie tv completamente diversa dalla precedente. Ti vedremo in onda nelle prossime puntate, quale è il tuo personaggio?

Anche qui un ragazzaccio che fa una rapina (ride, ndr)! La serie è molto diversa da Crossing Lines, ma il ruolo mica tanto… È stato l’anno dei personaggi cattivi, o quasi.

Che Dio ci aiuti è un prodotto per famiglie, che ottiene sempre grande successo su Rai 1. Ti sei fatto un’idea del motivo di tanto successo?

Alle famiglie serve un prodotto trasversale che possa divertire gli adulti ed intrattenere con educazione i bambini. E non dimentichiamo il pubblico over 60. Che Dio ci aiuti mi sembra una delle poche fiction che riesce in questa impresa.

Nel cast di Che Dio ci aiuti ci sono tanti giovani colleghi. C’è qualcuno che già conoscevi o con cui hai avuto modo di stringere amicizia?

Miriam Dalmazio ha condiviso con me gli studi al Centro Sperimentale di Cinematografia. Laura Glavan è la ex fidanzata di un mio amico di Roma. Con Francesca Chillemi avevo già girato ‘Notte prima degli esami 82’ nel 2010. Con il cast femminile ero quindi a mio agio, ed è stato bene così…

E c’è qualcuno degli attori più ‘rodati’ del cast dalla cui esperienza hai imparato qualcosa?

Elena Sofia Ricci, oltre ad essere una donna il cui sex appeal traspare anche da sotto il velo, è una attrice straordinaria. Ha una naturalezza incredibile, associata ad una sottile ironia che le dona un fascino tutto suo.

Alan Cappelli Goetz: da Che Dio ci aiuti a Crossing Lines e Come un delfino 2

Veniamo invece a Come un delfino 2, passando quindi da una ‘commedia’ a una fiction più drammatica. Qui chi interpreti?

Sono il “cattivo”, l’Ivan Drago della situazione. Sono Marco, il leader della squadra di nuoto romana avversaria ai protagonisti siculi. Quando ho detto a mia madre che mi avevano preso nuovamente per interpretare il cattivo non ci poteva credere. E io neanche!

C’è qualcosa che ti accomuna al tuo personaggio?

Sì, l’amore per l’acqua. Ci sono nato, in acqua. Ed è in assoluto il mio elemento preferito. Inoltre ho fatto il bagnino di salvataggio al Grand Hotel di Rimini quando avevo 18 anni, quindi con il nuoto sono molto a mio agio.

So inoltre che per prepararsi a questa fiction sono stati necessari duri allenamenti in piscina. Ci hai appena parlato del tuo rapporto con il nuoto, ma che rapporto hai con lo sport in genere?

Lo sport è una scuola di vita. In Italia non viene concesso grande spazio nell’educazione dei ragazzi ai vari tipi di sport e non ne viene comunicato il valore. Sembra che la nazione sia calcio-centrica e i motivi alla base del tifo di sola natura campanilistica. È molto umiliante e non rappresenta in assoluto l’etica sulla quale si basa questa attività.

La prima stagione della fiction ha avuto grande successo. Credi che la seconda stagione possa soddisfare le aspettative del pubblico?

Assolutamente, e le supererà. Non solo il racconto si fa più intrecciato e i temi trattati si ampliano toccando i rapporti padre-figlio, la morte, il doping e il razzismo, ma lascia grandi spiragli per una ulteriore evoluzione.

Anche qui, come in Che Dio ci aiuti, sei stato affiancato da tanti giovani attori ma anche da attori di grande esperienza come ad esempio Raoul Bova, Ricky Memphis e Mattioli. Chi ti ha colpito maggiormente sul set?

Raoul è una macchina da guerra. In questa serie ha curato anche la regia e la sceneggiatura, oltre che la produzione e la recitazione. E nonostante tutto ha mantenuto un’umiltà e un’umanità incredibili con noi ragazzi, cosa che ci ha permesso di sentirci come una vera squadra con un vero allenatore. Se questa fiction è stata amata dal pubblico è in gran parte per la coesione che Raoul è stato in grado di creare sul set, instaurando un clima piacevole ma di grande dedizione al lavoro. Tutto questo si percepisce subito. Dalla scelta musicale alla fotografia.

Alan Cappelli Goetz: da Che Dio ci aiuti a Crossing Lines e Come un delfino 2

Quale credi sia il messaggio positivo che Come un delfino trasmette ai telespettatori?

In assoluto il principio che la passione nella vita è necessaria. senza di essa non si conquista nulla. Siamo circondati da messaggi pubblicitari che ci incitano a fare cose di cui non abbiamo bisogno, scordandoci di chi siamo noi. Lo sport aiuta anche in questo. Ti mette in contatto con il tuo corpo. Un potenziale spesso dimenticato fino a quando non è troppo tardi.

Tu hai alle spalle anni di studio e un diploma al Centro Sperimentale. Quanto conta lo studio nel tuo lavoro e, soprattutto, ci si può ‘improvvisare’ attori?

Lo studio conta tantissimo. Ti dà quella libertà di sbagliare e quella sicurezza con la quale riesci a gestirti sul set. Almeno per me funziona così. Altri hanno avuto percorsi diversi, ma improvvisarsi attori è difficile. Il talento è in tante persone, ma la qualità sta nel gestirlo e nutrirlo al meglio. È ovvio che con il tempo e l’esperienza si impara tutto…

Hai ottenuto grandissimo successo anche al cinema nelle scorse settimane, nel film Il principe abusivo di Siani. Che esperienza è stata?

Alessandro Siani è un altro che come Raoul tiene tantissimo al clima che si respira sul set. Forse il backstage del film è più divertente del film stesso. Alessandro è un vulcano di ironia. Sul set era una battuta dietro l’altra. Praticamente imparavo da lui più quando stava ai monitor (è anche il regista de “Il principe abusivo”) che quando recitava in scena. Per non parlare di De Sica. Un talento spesso confinato nella macchietta, ma di grande poliedricità.

Per concludere e salutarci, dopo un periodo così intenso di lavoro ti riposerai un po’ o hai già nuovi progetti lavorativi in cantiere?

Stare fermo non mi piace molto. Oltre ad altri progetti cinematografici, di cui ancora non oso parlare per scaramanzia, mi occupo della direzione artistica per la “The Room Gallery” di Roma. Un concept club underground che mi sta regalando tante soddisfazioni. Inoltre sono Editor-at-Large per “Rough Italia”, la piattaforma web di Rough-magazine UK. Questo mi porta ad essere continuamente in cerca di nuovi talenti da raccontare. Ogni tanto mi prendo una vacanza, certo. In questo momento ad esempio sono in Svizzera, dove me ne sto concedendo una… Ma fermo mai, anche qui sono in compagnia del mio fido snowboard!

Alan Cappelli Goetz: da Che Dio ci aiuti a Crossing Lines e Come un delfino 2
Alan Cappelli Goetz: da Che Dio ci aiuti a Crossing Lines e Come un delfino 2
Alan Cappelli Goetz: da Che Dio ci aiuti a Crossing Lines e Come un delfino 2
Alan Cappelli Goetz: da Che Dio ci aiuti a Crossing Lines e Come un delfino 2