Home L'Isola dei Famosi Isola dei Famosi 7 – Cantonata di Monica Setta su Aldo Busi: “Processato per atti osceni in luogo pubblico”. E’ falso.

Isola dei Famosi 7 – Cantonata di Monica Setta su Aldo Busi: “Processato per atti osceni in luogo pubblico”. E’ falso.

Pubblicazione oscena non è Atti osceni in luogo pubblico. Esattamente come prescrizione non è assoluzione.E’ bene precisare, di questi tempi, perché le parole sono importanti. Nel corso della quinta puntata dell’Isola dei Famosi 7, Monica Setta dice, testualmente, che Busi aveva subìto un processo per atti osceni in luogo pubblico (sic). Precisando subito dopo che

pubblicato 25 Marzo 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 17:19


Pubblicazione oscena non è Atti osceni in luogo pubblico.
Esattamente come prescrizione non è assoluzione.

E’ bene precisare, di questi tempi, perché le parole sono importanti. Nel corso della quinta puntata dell’Isola dei Famosi 7, Monica Setta dice, testualmente, che Busi aveva subìto un processo per atti osceni in luogo pubblico (sic). Precisando subito dopo che Busi era stato assolto.

Busi telefona in trasmissione (non va in diretta) e smentisce. La Setta, in difficoltà, piuttosto di ammettere di aver preso una cantonata clamorosa – ché di questo si tratta: una cantonata, un errore, una grave imprecisione -, impapocchia il discorso e dice che è complicato. Ora, di complicato non c’è proprio nulla. La verità non è mai complicata e le parole sono importanti. Quindi, vediamo di scriverle con precisione.

Aldo Busi è stato processato a Trento per pubblicazione oscena per il suo romanzo Sodomie in corpo 11 (che, peraltro, sono lieto di possedere). Al di là dell’assurdità dell’accusa, va detto, appunto, che lo scrittore è stato assolto perché “il fatto non costituisce reato”. All’epoca, Busi chiedeva, giustamente:

Ma ora chi risarcisce l’offesa portata alla mia opera?

.

Il processo fu trasmesso anche in televisione, da Un giorno in pretura. Ne esiste un racconto a firma Carmen Covito proprio in calce a Sodomie in corpo 11, e una trascrizione uscita su Babilonia del maggio 1990. Di cui vale la pena riportare uno stralcio:

Battagliero ed emozionato Busi ha difeso la sua posizione ed ha difeso soprattutto la letteratura e la libera espressione. “Mi trovo qui come scrittore – ha detto ai giudici – e non come cittadino, perciò mi sento in dovere di difendere più la mia opera che me stesso”. E ancora: “Sono qui perché accusato di oscenità ma vorrei sapere da lei, presidente, che cosa è osceno, così saprò anche da cosa devo difendermi”. “Shakespeare dice che la bellezza è negli occhi di chi la guarda, a maggior ragione lo è l’osceno. La mia idea di osceno io l’ho descritta nel mio romanzo Seminario sulla gioventù”.
E a questo punto Busi ha letto un lungo estratto del romanzo fra il visibile imbarazzo dei giudici, il brano in cui lo scrittore nei cessi pubblici passa il tempo a schiacciare zanzare, spiegazione che fa andare in bestia la polizia scesa nei cessi a fare una retata.
Busi conclude la sua difesa dicendo: “Un normale dizionario della lingua italiana contiene circa centomila vocaboli, io cerco di usarne almeno centoventimila, per cui le mie opere non sono alla portata di tutti, sono proposte a chi ha un bagaglio culturale alle spalle, sono rivolte a chi riesce a leggerle e ad assimilarle nella loro interezza e non a chi da due frasi pretende di aver capito tutto il libro”.

E Monica Setta dovrebbe, semplicemente, ammettere di aver sbagliato: ferma restando l’assoluzione, pubblicazione oscena non è atti osceni in luogo pubblico.

Una giornalista dovrebbe riconoscere i propri errori.

L'Isola dei FamosiRai 2