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Home Par condicio – Stasera manifestazione Annozero-Fnsi davanti la Rai. Intanto Santoro lo dice: “Le elezioni solo un pretesto”

Par condicio – Stasera manifestazione Annozero-Fnsi davanti la Rai. Intanto Santoro lo dice: “Le elezioni solo un pretesto”

Il silenzio assoluto non è il contrario di faziosità. Il silenzio assoluto, come tutti gli estremi, le schiavitù e le dannazioni, è esso stesso una faziosità. Così il blocco totale imposto dalla Vigilanza (e quindi dal Governo) alla Rai per questo mese di par condicio elettorale fa parlare, fa discutere, aizza più di qualsiasi talk

pubblicato 2 Marzo 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 18:01


Il silenzio assoluto non è il contrario di faziosità. Il silenzio assoluto, come tutti gli estremi, le schiavitù e le dannazioni, è esso stesso una faziosità. Così il blocco totale imposto dalla Vigilanza (e quindi dal Governo) alla Rai per questo mese di par condicio elettorale fa parlare, fa discutere, aizza più di qualsiasi talk show politico. Tremano anche Mediaset e La7 (Gad Lerner ha minacciato di lasciare l’azienda dopo che la sua ultima puntata de L’Infedele, dedicata al caso Fastweb-Telecom, è stata sospesa per motivi, spiegano, niente affatto inerenti alla par condicio). Per questa sera, martedì 2 febbraio, alle ore 20 presso gli studi Rai di Via Teulada 66 è prevista una manifestazione, indetta da “quelli di” Annozero con l’appoggio incondizionato di Fnsi, il sindacato, Giovanni Floris, Gianluigi Paragone e Vespa, addirittura, proprio lui che ha accusato Santoro di aver contribuito a costruire il clima di fuoco che adesso sta portando l’Italia alla censura totale.

Proprio il conduttore di Annozero ha rilasciato un’intervista molto piena e onesta a la Repubblica che parte dall’accostamento di questo momento storico a quello che portò all’editto bulgaro:

“Ma la Rai oggi, come soggetto editoriale, è più debole di prima. E’ un’azienda che sta morendo. E non l’ho detto io, l’ha detto il presidente Garimberti. Che gli spazi di autonomia di tutta la televisione sono ancora più stretti perché ai partiti non è rimasto niente dell’eredità della Prima repubblica: ideologia e cultura. Sono gruppi di potere e basta. Mentre eravamo tutti agitati per il regolamento uscito dalla commissione, il Direttore Generale della Rai stava in vacanza. E’ chiaro: non aveva bisogno di essere qui. La decisione era già stata presa e non a Viale Mazzini. La par condicio è un pretesto, come le elezioni regionali. La questione è più grande. Da un po’ assistiamo a un attacco senza precedenti ai poteri di controllo: la magistratura, l’informazione, la burocrazia, come nel caso della Protezione civile. Cercano una militarizzazione della società. Di questo disegno Berlusconi è il principale architetto. Ma non agisce da solo”.

Michele Santoro, a differenza di qualcuno, non crede al complotto della destra. Per il giornalista il problema è tutto italiano e riguarda il potere in senso assoluto, inteso pasolinianamente:

“I partiti della sinistra si oppongono alla cancellazione dei programmi perché si devono opporre, per inerzia. Ma sono ancora in attesa di assistere alla loro svolta liberale. La verità è che c’è ancora molto comunismo in quella parte politica. Anche loro vogliono governare le cose dall’alto. Tentano di assomigliare a Berlusconi, quello è il modello, mentre il vero modello dovrebbe essere la democrazia. Capisco che ai partiti piaccia l’ordine, ma cultura e informazione, per loro natura, sono disordinate”.

Infine un commento su Vespa, il presentatore di Porta a Porta, che stasera sarà schierato al suo fianco in questa battaglia:

“Certo, se tutti fossero simili a Vespa forse il problema della cancellazione non si sarebbe posto. Ma la differenza tra me e lui è che io farei le barricate per difendere il suo diritto di esprimersi, lui non restituirebbe il favore. E’ la cosa più sgradevole. Poi, va aggiunto uno sprazzo di verità. La trasmissione di Vespa è vecchia e in affanno. Nessuno lo dice perché è la terza camera dello Stato. Ma i dati d’ascolto parlano chiaro. Penso ci sia un collegamento tra le sue accuse ad Annozero e i numeri dell’Auditel”.