Home Notizie Piero Marrazzo potrebbe ritornare in RAI

Piero Marrazzo potrebbe ritornare in RAI

Piero Marrazzo potrebbe ritornare in RAI.Dopo le dimissioni – rassegnate in seguito alla pessima situazione in cui Marrazzo si è trovato, una situazione che, come saprete, ha a che fare con transessuali, video ricattatori ai danni del governatore, cocaina – da Governatore della Regione Lazio, che pure non placano le polemiche, visto che l’ex governatore

pubblicato 8 Novembre 2009 aggiornato 5 Settembre 2020 21:29


Piero Marrazzo potrebbe ritornare in RAI.

Dopo le dimissioni – rassegnate in seguito alla pessima situazione in cui Marrazzo si è trovato, una situazione che, come saprete, ha a che fare con transessuali, video ricattatori ai danni del governatore, cocaina – da Governatore della Regione Lazio, che pure non placano le polemiche, visto che l’ex governatore ha ancora diritto a busta paga e compensi (dal Corriere si apprende, comunque, che l’indennità da Governatore verrà devoluta in beneficienza. E’ quel che dichiara l’avvocato di Marrazzo, Luca Petrucci), Piero Marrazzo potrebbe rientrare nei ranghi del servizio pubblico.

Se dovesse essere confermata la definitiva decadenza dalle cariche ricoperte – nonostante le dimissioni, in teoria a Marrazzo spettano ancora compiti di amministrazione ordinaria, fino alle prossime consultazioni regionali, ma nel PD si preme per la decadenza automatica -, l’ex conduttore di Mi manda RaiTre avrebbe diritto a un incarico non inferiore a quello ricoperto in precedenza. Ma, sempre via Corriere della Sera, si apprende che

L’ipotesi più probabile però è che decida di togliersi d’impaccio grazie a un certificato medico o alle ferie arretrate.

Dimissioni e eventuale rinuncia al diritto di rientro nei ranghi della RAI – sebbene qualcosa, il conduttore, dovrà pur fare – completerebbero il percorso che ha visto l’uomo, la figura pubblica, quella professionale, quella istituzionale, travolti dalle notizie emerse sul privato; e che ha visto, dopo i primi dinieghi, prima l’autosospensione, poi le dimissioni dall’incarico politico. Infine, probabilmente, appunto, la rinuncia al diritto di rientro.