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L’Aquila: Grandi Speranze, la conferenza stampa

Conferenza stampa in diretta per la fiction L’Aquila: Grandi Speranze

pubblicato 2 Aprile 2019 aggiornato 9 Novembre 2020 14:53

La conferenza stampa si è aperta con alcune battute del governatore dell’Abruzzo, di Tinni Andreatta direttrice di Rai Fiction e della direttrice di Rai Uno Teresa De Santis, saltate per un problema tecnico dal liveblogging.

Marco Marsilio gov. Abruzzo: per noi è molto importante che non si spengano mai le luci su questo fenomeno. Importante che la rai sia presente con una serie di lunga durata oltre che con momenti spot.

Andreatta: la storia c’è stata proposta qualche anno fa da Stefano Grasso, che ci ha portato questa idea per raccontare de L’Aquila, ma quello che qui c’era di diverso rispetto a altri progetti era l’idea di immaginare la città non nel momento del Terremoto ma a un anno e mezzo di distanza. Una ferita mesi dopo, quando un terremoto emotivo ha preso il posto al terremoto fisico. Il racconto si rifà a grandi romanzi di formazione come i Ragazzi della via Pal e questi ragazzi prendono la zona rossa come il loro territorio. La fiction racconta cosa vuol dire crescere in un territorio devastato, ma il tutto in un racconto condotto con grande sobrietà. RaiCom ha prodotto la colonna sonora realizzata dall’orchestra aperta de L’aquila e dal conservatorio.

Teresa De Santis: la fiction pur prodotta prima è un progetto che corrisponde alla mia idea di rete, capace di raccontare il territorio, l’Italia.

  • Grasso: ho un leggero problema con la sintesi. Ero stato qui a l’aquila nel 2012, sono arrivato con una mia amica e ci siamo ritrovati a passeggiare alle 11 del sabato e eravamo soli. L’unico rumore era quello delle gocce. Dall’unico bar aperto arrivava una canzone di Shakira, non amo Shakira ma in quel momento mi ha emozionato.
    Ho scelto i ragazzi perchè potevo identificarmi con il loro sguardo, con la loro idea di far rivivere qualcosa che in quel momento era morta.

  • Marchesi: il mio personaggio vive il dramma peggiore, il dramma della scomparsa (la figlia di 6 anni si perde la notte del terremoto, ndr.) non sapere cosa sia successo. Il mio personaggio è uno psichiatra abituato a risolvere i problemi degli altri che rischia di perdere se stesso e i suoi cari. Chi viene qui sente emozioni diverse dal solito.

    Finocchiaro: anche il mio personaggio vive questa scomparsa, è debole e forte allo stesso tempo

  • 13:57

    Tirabassi: il mio personaggio crede nella ricostruzione. Ci sono delle scene di vita quotidiana che però hanno come sottofondo una nota di contrabasso tetra, perchè credo che più passi il tempo e più queste ferite salgono in superficie. Il grande vantaggio di raccontare una storia come questa è lo sguardo cinico poetico del regista Marco Risi.

  • 13:58

    Barbareschi (è il costruttore): è l’antagonista di tutti. Io non esisto più esisto solo come personaggi che faccio. Un personaggio che non è solo cattivo. Lui vuole ricostruire la città perchè pensa che l’altra città non si farà mai. Ma non è quello che ride durante il terremoto. Io all’inizio avevo detto no. Un personaggio che ha molti strati. Sono contento di fare un racconto così epico.
    Con Marco Risi ci siamo odiati per vent’anni, ma poi ho detto si.

  • 14:01

    Marco Risi: abbiamo girato anche fuori L’Aquila. Abbiamo girato anche a Onna uno tra i più disastrati. Un paese che non esiste più e stanno provando a ricostruirlo. A lato è costruita una new town dove ci sono molti sopravvissuti di Onna, tra questi c’è un’anziana signora la cui figlia ha perso le sue due figlie. La donna gli ha raccontato che aveva una casa grande, ora vive in 40 mq prima solo la sua camera da letto era 35 mq. Quella notte ha visto la parete della camera da letto sfogliarsi come la pagina di un libro. Poi è caduta per tentare di uscire e è rimasta 8 ore sotto le macerie e ho fatto in tempo a fare amicizia con la morte. Ringrazio Stefano Grasso che mi ha proposto l’idea. Io ero stato a L’Aquila un anno e mezzo dopo e volevo fare qualcosa e sono poi passati 6 anni prima di riuscire a farlo. Pensavo di avere conflitti con la Rai, con i produttori invece mi sono trovato davanti a un team di persone precise che mi facevano appunti molto coerenti.

  • Risi: per i 3 ragazzi romani, non era facile entrare nel gruppo degli altri, ci sono stati dei conflitti. Ma alla fine l’addio è stato molto emozionante.

  • 14:09

    Valentina Lodovini: sono felice di aver fatto parte di questo progetto da cittadina perchè non bisogna dimenticare. Il mio personaggio è la moglie di quello di Tirabassi, Elena sente molto la solitudine, sono soli nel centro storico. Sono state fatte scelte (forse) scellerate di dividere le famiglie e lei rappresenta questa solitudine e isolamento del centro. Tutt’ora c’è ancora poco al centro e questo non aiuta una popolazione che ha subito uno shock.

  • 14:12

    Carlotta Natoli: ci tenevo tantissimo a lavorare con Marco, perchè rappresenta il legame con il mio passato. Sono felice che la Rai mi richiami per questi progetti sociali che credo sempre siano importanti. Il mio personaggio (è la sorella di Finocchiaro) ha dentro la sofferenza ma prova a essere quella forte. L’animo più dinamico, portatore di speranza.

  • 14:14

    Francesca Inaudi: voglio sottolineare questo grande desiderio di andare avanti della popolazione che ancora oggi racconta quello che è stato fatto e quello che dovrà ancora esser fatto.

  • Andrea Pittorino (uno dei ragazzi di Roma ha 16 anni): una cosa molto importante è il punto di vista dei ragazzi. Sono molto introverso ma volevo dire quanto sia stato importante lo sguardo dei ragazzi in contrasto con quello degli adulti. Noi ragazzi ci siamo creati una sorta di vita parallela, uscivamo la sera, ci sono stati conflitti, sono nati degli amori e inimicizie che hanno aiutato al risultato finale della serie.

  • Iacopo Ianni (17 anni Aquila): si sono creati legami, siamo tutti amici, spero che potremmo incontrarci. Vorrei fare un ringraziamento profondo a tutto il cast che ci ha permesso di fare questa esperienza, è stato un qualcosa che sancisce un momento importante. Perchè anno dopo anno dopo le 3:32 molte cose sono cambiate, è andato scemando il ricordo, il decennale ha riportato qualcosa di reale, di profondo. Grazie a questa fiction potremmo portare un messaggio in tutta Italia non solo per noi ma anche per i ragazzi di Amatrice con cui siamo molto vicini.

  • Finocchiaro: ho saputo che ci sono più di 200 fascicoli di casi non solo di scomparsi o casi simili legati a quella notte. Lei non si arrende alla scomparsa, all’archiviazione, vuole indagare. Lei è l’emblema di un popolo che combatte e non si arrende. Un viaggio nel dolore.

  • Domanda per Marco Risi: “cosa rimane?”
    Risi: “Rimane tanto, sono passati due anni dalle riprese ma non è che non ci pensassi più, durante tutto il montaggio. Quando facevamo i provini, giravamo per le scuole de L’Aquila abbiamo conosciuto questi ragazzi meravigliosi che ci hanno raccontato aspetti della loro vita. Come una storia poi inserita nella fiction, di un ragazzo che nella notte si ritrova con una persona che per mettergli le scarpe le mette al contrario, il tallone al posto della punta.

  • Domanda per i ragazzi
    Valentina Cetra 16 anni de L’Aquila, interpreta Sara: “La notte del terremoto avevo 6 anni, mi ha svegliato mia madre. Le notti precedenti al terremoto dormivamo in taverna aspettando la scossa, ma proprio il 6 aprile siamo tornati su e c’è stato il terremoto.
    Luca uno dei ragazzi de L’Aquila era piccolo, dormiva dai nonni e il nonno lo rassicurò quella notte dicendo che non era nulla, che era solo il vento e solo anni dopo ho capito la vera tragedia, che L’Aquila non c’era più.

Martedì 2 aprile direttamente da L’Aquila, si svolge la conferenza stampa di presentazione della fiction L’Aquila: Grandi Speranze di Marco Risi, in onda su Rai 1 dal 16 aprile in prima serata. Un inedito modo di parlare di questa produzione, mostrando i luoghi in cui è stata girata e il territorio interessato dal racconto per vedere come la città stia affrontando la ricostruzione a 10 anni di distanza dal sisma.

L’Aquila: Grandi speranze – la trama

Con la regia di Marco Risi, L’Aquila Grandi Speranze è un racconto che unisce le storie di un gruppo di ragazzi, di adolescenti a quelle della ricostruzione e della rinascita di una città, perchè sono loro il futuro de L’Aquila e dell’Italia e sono loro i primi a subire le conseguenze delle decisioni prese.

Oltre a un cast di giovani attori, i protagonisti della fiction sono Giorgio Tirabassi, Donatella Finocchiaro, Luca Barbareschi, Giorgio Marchesi, Francesca Inaudi, Carlotta Natoli e Valentina Lodovini.

La fiction ha inizio due anni dopo il devastante terremoto, quando un gruppo di ragazzi decide di riprendersi la zona rossa, quella parte del centro storico particolarmente colpita dalla scossa e considerata quindi inagibile. I ragazzi sono il motore della speranza e proveranno a ricostruire quei luoghi che per gli adulti sembrano ormai perduti per sempre. Il centro storico de L’Aquila diventa così un luogo da ricostruire, un simbolo della rinascita per i ragazzi, mentre gli adulti sembrano persi tra ricordi del passato e affari più o meno leciti da portare avanti. Da un lato il sogno, l’utopia dei ragazzi, dall’altra gli affari degli adulti: sono queste le due chiavi di lettura attorno cui ruota la fiction L’Aquila: Grandi Speranze.

L’Aquila: Grandi Speranze come vedere la fiction

L’appuntamento con la fiction in 6 puntate L’Aquila: Grandi Speranze e da martedì 16 aprile su Rai 1 alle 21:25 (dopo I Soliti Ignoti) e in streaming su Rai Play dove saranno disponibili le puntate dopo la messa in onda lineare.