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MasterChef, e se vincesse Gilberto?

Il MasterChef italiano deve solo saper cucinare. O no?

pubblicato 4 Aprile 2019 aggiornato 30 Agosto 2020 22:19

Se Gilberto vincesse Masterchef non sarebbe il massimo per il programma, lo diciamo subito. Potrebbe essere quasi un problema. Lo sarebbe perché quel suo continuo borbottare alle spalle dei concorrenti, la sua scarsa sportività, la sua tendenza a fare lo sborone di fronte a giudici e chef stellati e soprattutto quel dito medio alzato nella scorsa puntata contro Gloria vanno contro l’immagine e la sostanza del campione che MasterChef ha inseguito e promosso in questi anni. Se vincesse Gilberto, la morale di questa ottava edizione stonerebbe con quella che il programma ha cercato, fatta di umità, impegno, collaborazione, ascolto, da sempre parole d’ordine di un cooking show che soprattutto all’inizio ha fatto della disciplina un vanto e che ribadisce tutti questi valori in ogni discorso motivazionale degli chef che entrano nella masterclass. Certo, non dimentichiamo le polemiche furiose scatenate dall’oil-gate nella seconda edizione e dalla conseguente vittoria della ‘colpevole’, Tiziana Stefanelli. Ma in confronto a quanto collezionato da Gilberto nelle 22 puntate che ci portano alla finale è un peccato a dir poco veniale.

Anzi, sembra proprio che Gilberto abbia strappato a Tiziana Stefanelli lo scettro di concorrente meno ‘amata’ del programma, almeno a dare un’occhiata ai commenti che sono fioriti in queste settimane sui social del programma. Il suo atteggiamento e i suoi comportamenti, spesso stigmatizzati dagli stessi giudici e dagli ospiti, non hanno certo incontrato la benevolenza del pubblico, che per ‘valutare’ un concorrente può affidarsi solo al suo aspetto televisivo non avendo né le qualità di uno chef stellato né la possibilità di seguire preparazioni e assaggi. Nonostante questo, il pubblico – e mi ci metto nel novero, ovviamente – non ha potuto non notare certi disallineamenti nelle valutazioni delle prove, soprattutto nei Pressure: concorrenti scivolati su una prova particolare, come quella dei dolci, eliminati al primo errore di sostanza (si legga Salvatore) e altri salvatisi più volte anche di fronte a mappazzoni che in altre edizioni avrebbero portato all’eslusione dalla MasterClass per direttissima. Ed è proprio sull’uscita di Salvatore contro Gilberto che si è scatenata forte la protesta del pubblico.

Solo una settimana più tardi è toccato a Joe Bastianich, con il supporto di Barbieri, rimproverare seccamente Gilberto, sorpreso a ridacchiare di Giuseppe arrivato all’assaggio. Gli è stato ricordato come una delle prime qualità di un uomo e di uno chef sia il rispetto, ma solo una settimana più tardi viene beccato ad alzare un dito medio verso Gloria al Pressure Test. Roba da Var e da espulsione. E invece è in finale.

Non dubitiamo delle sue capacità in cucina, né contestiamo il giudizio tecnico degli chef: più che altro ci consta sottolineare una certa contraddizione tra dire e fare, tra i proclami sul rispetto e la professionalità e certi atteggiamenti puerili e offensivi, a detta degli stessi chef, non dovrebbero essere adatti a un aspirante leader. Ecco perché se vincesse Gilberto tutto MasterChef perderebbe un pizzico della sua credibilità e finirebbe per ‘allinearsi’ al gusto per il concorrente più ‘spaccone’, almeno per come è stato presentato in tv. Se poi la costruzione televisiva avesse forzato la mano nel disegno del personaggio, il programma sarebbe  causa del suo mal ancor di più. In fondo, non è questo l’ideale di campione che lo stesso MasterChef ha contribuito a creare, con successo, nell’immaginario dei telespettatori nelle sue sette edizioni. Non tutte sono state eccellenti, ma la qualità di un’edizione si vede e si ricorda anche dal suo vincitore (cfr. Valerio Braschi, tra gli ultimi).

Se vincesse Gilberto, quindi, MasterChef avrebbe di che farsi perdonare. Ma la finale non è ancora andata in onda (anche se qualche inizio ci fa pensare che sia proprio Nierotti il vincitore di MasterChef 2019): se vincesse Alessandro, ad esempio, l’edizione potrebbe ‘emendarsi’ del suo peccato, premiando uno dei concorrenti più costanti, umili, appassionati e sinceri di questa edizione. Così come Gloria e Valeria, in modi diversi e con gradi diversi, potrebbero riscattare l’annata portando al successo due donne che oltre a passione e volontà hanno mostrato anche un certo piglio da leader. E se vincesse proprio Gilberto? Beh, cercheremo di chiedere ai giudici quale sia il suo ingrediente irresistibile, perché da casa non si è ben capito.

PS. E in ogni caso ce ne faremo una ragione….

 

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