Home Le Parole, Saverio Raimondo contro Rita Pavone: “Si intende di film dell’orrore”. E il pubblico commenta alle sue spalle

Le Parole, Saverio Raimondo contro Rita Pavone: “Si intende di film dell’orrore”. E il pubblico commenta alle sue spalle

A Le Parole Saverio Raimondo torna sulla vicenda di Greta e si scaglia contro Rita Pavone, mostrando una foto della cantante: “Chi meglio di lei si intende di persone il cui aspetto mette a disagio”. Il pubblico alle sue spalle commenta: “Che paura”

pubblicato 17 Marzo 2019 aggiornato 30 Agosto 2020 23:02

Saverio Raimondo attacca Rita Pavone e il pubblico alle sue spalle ci mette il carico. A Le Parole il comico torna sulla polemica riguardante la cantante torinese, che nei giorni scorsi si era espressa su Greta Thunberg, la giovanissima attivista svedese a capo dello sciopero per il clima di venerdì scorso.

Quella bimba con le treccine che lotta per il cambio climatico non so perché ma mi mette a disagio, sembra un personaggio da film horror” aveva twittato la Pavone, salvo poi scusarsi una volta scoperto che la Thunberg è affetta dalla sindrome di Asperger.

Parole che però non sono bastate ad evitare ulteriori reazioni, con l’aspetto fisico dell’artista finito inevitabilmente nel mirino, col risultato di scatenare un atteggiamento uguale e contrario da parte dei detrattori.

Voglio spezzare una lancia in favore di Rita Pavone”, ha esordito Raimondo prima che sullo schermo comparisse un’immagine non troppo benevola della diretta interessata. “Guardatela, chi meglio di lei si intende di persone il cui aspetto mette a disagio perché sembra uscito da un film dell’orrore. Ho controllato, Rita Pavone sta bene, non soffre di alcuna sindrome, quindi si può dire, si può dire”.

La battuta è stata accolta dagli applausi dei presenti, ma anche da un labiale inequivocabile di una signora alle spalle di Raimondo:

Mamma mia, che paura”.

In un’epoca televisiva il pubblico dei talk si mostra sempre meno spontaneo, l’episodio non è passato naturalmente inosservato. Rimane tuttavia lo stupore per un ‘accanimento’ che poteva lasciare spazio ad un altro tipo di stigmatizzazione.

Rai 3