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Sanremo e i Cantautori: quando Enzo Biagi raccontava il Festival

Un De Gregori critico, un Guccini distaccato, un De André profondamente segnato dal suicidio di Tenco: le voci dei cantautori nella Linea Diretta di Biagi di 34 anni fa.

pubblicato 2 Febbraio 2019 aggiornato 31 Agosto 2020 01:38

“È utile questo Festival di Sanremo?” si chiedeva Enzo Biagi in una puntata di Linea Diretta del 7 febbraio 1985. Più che a sé, Biagi lo chiedeva a un ricco parterre di cantautori che col Festival avevano un rapporto complicato. C’è chi come Dalla non lo rinnegava, ricordando soprattutto la svolta con 4 Marzo ’43 con cui partecipò nel 1971 (“Ero contento di non vincere, però la gente mi conobbe e si vendettero molti dischi“) e la decisione dopo il 1972 di non partecipare più”perché ero in polemica, forse anche ridicola, con quel mondo lì“. Ci tornò per accompagnare Pierdavide Carone nel 2012, poche settimane prima della morte.

C’è la testimonianza di Guccini che semplicemente notava come la sua musica non fosse adatta a quel palco (“Io non voglio Sanremo e Sanremo non vuole me. Siamo due sistemi di comunicazione molto diversi“) o chi come De André si riprometteva di non andarci mai, anche per onorare la memoria dell’amico Luigi Tenco che si era tolto la vita durante il Sanremo del 1967: “Quando si mettono in gara i propri sentimenti, a cui si crede, si può correre il rischio di avere reazioni esageratamente dilatate di fronte a una eventuale sconfitta, più morale che professionale. Anche questa tragedia mi ha fatto decidere per il no, in ogni caso, a una mia partecipazione a Sanremo“, spiegò Faber a Biagi.

Il suicidio di Tenco segnò profondamente quella generazione e si sente nelle risposte che danno i vari intervistati, dagli amici come Dalla e De André a Francesco De Gregori, che a Tenco dedicò un brano (“Festival”, 1976) e che racconta a Biagi quanto la lettera d’addio del cantautore lo abbia colpito:

“Lo ascoltavo ancor prima di diventare un suo ‘collega’ e quando poi sono diventato anche io un musicista le contraddizioni di cui parlava nelle sue motivazioni le ho riscontrate anche io”.

E aggiungeva:

“Bisogna avere il coraggio di essere un po’ critici anche con il Festival di Sanremo – diceva De Gregori – E’ una passerella di canzoni concepita come una gara e già questo è abbastanza fastidioso. Non credo, poi, che questo evento annuale riesca a riassumere il meglio della produzione della canzone italiana di oggi. Credo di poter dire che la musica che ha pesato di più, anche sul piano del mercato, negli ultimi 10 anni – 1975/1985, ndr – non è passata dal canale di Sanremo”.

Tra gli intervistati anche un giovane Pino Daniele, che si stava affermando sempre di più non solo sulla scena musicale nazionale, ma anche nel panorama internazionale: stava per uscire il suo primo live, Sciò, e nello stesso anno sarebbe uscito Musicante. “Da Napoli arriva un nuovo modo di concepire la canzone“: così Biagi annunciava Pino Daniele, che le gare, diceva, non le amava e che per quello aveva scelto di non partecipare, ma che i Festival li amava. Pino Daniele sarebbe poi salito sul palco dell’Ariston solo una volta, nel 2009, come superospite nell’edizione condotta da Paolo Bonolis. A Sanremo 2019 riceverà, in memoria, il Premio alla Carriera.

Sono passati oltre 30 anni: il Festival non sarà cambiato moltissimo nella sostanza, ma chissà che non abbia cambiato idea Francesco De Gregori e decida di fare una passeggiata a Sanremo, prima o poi. Magari cantando Festival nel nome di Tenco.

Un estratto di questa bellissima – ancor di più oggi, 34 anni dopo, per il suo valore testimoniale – puntata di Linea Diretta è sul sito di Rai Teche. Ne è stato riproposto un brano anche nella prima puntata di Grazie dei Fiori di Pino Strabioli (che trovate su RaiPlay) e che domenica 3 febbraio dedica la sua quarta puntata proprio al rapporto tra Impegno e Disimpegno della canzone sanremese. A naso direi che non va persa.

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