Home MasterChef Italia MasterChef All Stars, il vincitore Michele Cannistraro: “Ora sogno un programma tutto mio…”

MasterChef All Stars, il vincitore Michele Cannistraro: “Ora sogno un programma tutto mio…”

Il vincitore della prima edizione di MasterChef All Stars Italia, Michele Cannistraro, si racconta a Blogo. E di Rubina dice che forse non meritasse la finale.

pubblicato 11 Gennaio 2019 aggiornato 31 Agosto 2020 03:00

È Michele Cannistraro la stella tra le stelle, il vincitore della prima edizione di MasterChef All Stars, il cooking show prodotto da Endemol Shine per Sky Uno.

Michele, classe 1980, di Rozzano, ieri sera ha battuto gli chef avversari Rubina Rovini e Simone Finetti e in meno di due ore e mezza di tempo ha dovuto ideare un menù personalizzato da sottoporre al difficile giudizio dei giudici Bruno Barbieri e Antonino Cannavacciuolo – affiancati da Giorgio Locatelli, ospite speciale per l’ultima puntata di MasterChef All Stars, e new entry nella giuria della nuova edizione di MasterChef Italia, in onda su Sky Uno dal 17 gennaio.  A poche ore dalla vittoria, abbiamo intevistato Michele per chiedergli cosa significhi per lui saper di essere il miglior Chef d’Italia.

 

Eri già stato nella cucina di MasterChef Italia nel corso della sua terza edizione.
Che effetto ti ha fatto ritornarci ben cinque, quasi sei, anni dopo?

Un effetto particolare, sicuramente strano. Sono arrivato a MasterChef All Stars con l’intento di vincere e ho puntato a quello sin dall’inizio. Il mio livello di esperienza è sicuramente cresciuto negli anni e a differenza della mia prima volta a MasterChef Italia, stavolta ero molto più sicuro di me. Nell’edizione del 2014 ero un cuoco allo sbaraglio, infatti mi classificai ottavo. Stavolta non c’erano dilettanti in gara, eravamo tutti professionisti pronti a dimostrare quanto sapessimo fare, e nessuno voleva ‘soltanto partecipare’.

Tra i tuoi avversari, ce n’è almeno uno dal quale ti saresti aspettato di più?

So bene che lei “non sia catalogabile” ma a priori mi sarei aspettato di più da Alida. Pensavo si sarebbe dimostrato più forte anche Almo, e mi aspettavo qualcosina in più da Maurizio di Chissenefood, che ha sempre presentato buoni piatti e che avrebbe potuto arrivar più lontano. C’è da riconoscere, però, che stavolta non contasse nulla il ‘personaggio’, ma soltanto cosa si sapesse fare davvero. Siamo stati giudicati con molta tecnica sin dalla prima puntata.

Nel momento della tua proclamazione, i tuoi ‘ex compagni’ in balconata sono rimasti in silenzio ad osservare. Come mai non hanno esultato per te? 

Ho notato anche io questa cosa in effetti. Non posso sicuramente dire che mi abbia fatto piacere, ma nemmeno che mi abbia infastidito più di tanto. Onestamente li capisco, e pur non sapendo quale significato dare al loro atteggiamento, ammetto però che si tratti di una reazione accettabile visto che nelle ultime settimane io per primo non ho voluto aver niente a che fare con loro. Vivevo in modo molto distaccato dal resto del gruppo. La sera, finite le registrazioni, mi rinchiudevo in me stesso. Non cercavo di diventare loro amico ma mi concentravo esclusivamente sul mio percorso, andando avanti per la mia strada, da solo. Anche per questo non ho stretto grandi rapporti con nessuno di loro. Non me la sentivo di fingermi amico per poi pensare a come ‘farli cadere’, in cucina.

Oltre alle competenze personali, quale credi sia stata la chiave del tuo successo a MasterChef All Stars?

La resistenza alle situazioni di stress. Riesco a controllare molto bene le emozioni nel momento in cui so di essere sotto pressione, ed è proprio quello il momento in cui solitamente riesco a dare il meglio di me. Anche grazie alla mia grande passione per il mondo delle moto, e proprio grazie ad oltre 20 anni di gare, so che è  quando arriva la fine che io riesco a resistere di più.

C’è un momento durante il quale, più che mai, ti sei detto: “MasterChef All Stars” lo devo vincere io?

Verso la fine del programma, una volta superato il pressure test di Iginio Massari, ho capito che MasterChef All Stars l’avrei davvero voluto vincere io. Ovviamente nessuno di noi era lì soltanto per partecipare, ma dopo aver superato la sfida di pasticceria più difficile per me, che di dolci so proprio poco, mi sono detto: “Questo è il momento di far vedere che cosa sai fare. Devi conquistarti il podio finale!”.

E se non avessi vinto tu, chi ti avrebbe fatto piacere vincesse?

Simone, che la finalissima se l’è meritata tutta, è molto valido e anche molto cocciuto. Ho trovato un po’ fuori posto Rubina, a dover esser sincero. Al suo posto avrei nettamente preferito Maradona. Rubina invece… Sì, è stata bravina, però con i coltelli non ci sa fare. Io tutto il giorno con degli accessori appuntiti in mano non ce la lascerei. La trovo abbastanza maldestra, infatti nel corso del programma si è fatta male più volte. Ha delle belle idee, ma le manca molta molta tecnica.

Quanta soddisfazione ti ha dato poter ideare per la finale un menù tutto tuo?

Moltissima soddisfazione, perché ho finalmente potuto mostrare tutto di me. La mia identità di Chef è venuta fuori a pieno, e anche Bruno Barbieri mi ha detto di preferirmi quando in cucina mi esprimo, piuttosto che quando cerco di imitare i piatti e le esperienze degli altri. Il mio è stato un menù interamente pensato con materie povere, e forse anche quello mi è valso la vittoria. Credo fermamente che se sei bravo a cucinare, sei anche bravo a trasformare in un’opera d’arte pochi, pochissimi, ingredienti. A differenza di Rubina, io alla fin fine ho utilizzato materie reperibili da chiunque, e proprio lì sta il bello.

Progetti futuri: sappiamo tu stia già lavorando a nuovi progetti in casa Sky. In quali vesti ti vedremo la prossima volta?

È molto presto per parlare. Non c’è ancora nulla di confermato, ma sogno un programma tutto mio. Vorrei girare in moto per l’Italia ma non solo, fermandomi di tanto in tanto per recuperare gli ingredienti migliori e organizzare una bella grigliata di carne con chiunque mi stia a fianco.

Il 17 gennaio partirà MasterChef Italia su Sky Uno. Quali consigli daresti al ‘Master Chef’ del futuro?

MasterChef Italia è una grande opportunità. Ti dona grande visibilità, ma ti catapulta in un circolo mediatico difficile da controllare. Il consiglio più importante di tutti? Non dimenticare mai l’umiltà. Bisogna continuare a lavorare sodo, a studiare, a migliorarsi senza aver timore di imparare. Io sono passato dal lavorare come operaio, ad avere una carriera tutta mia. Ad oggi lavoro soprattutto nei catering e ammetto di volerlo continuare a fare. Non mi considero affatto ‘arrivato’. So bene che niente dura se non lo si coltiva, e non mi sentirò mai ‘qualcuno’, nonostante tutto.

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